Sette specialisti a comando destinati all'Umbria per l'emergenza Covid, in aggiunta ai pochi che hanno risposto al bando Prociv
La settimana prossima potrebbe finalmente aprire l’ospedale da campo della Regione Umbria. Finanziato dalla Banca d’Italia, allestito prima di Natale accanto all’ospedale da campo militare, ma ancora senza pazienti Covid per l’assenza di personale specializzato.
L’arrivo dalla Lombardia, a comando in Umbria, di 6 anestesisti, un medico pneumologo e 9 infermieri, oltre ai professionisti che hanno risposto al bando nazionale della protezione civile, dovrebbe consentire finalmente, come ha spiegato il direttore regionale della Sanità Claudio Dario, di attivare la prossima settimana l’ospedale da campo.
Notizia che è stata confermata anche dalla governatrice Tesei al termine della visita a Perugia del ministro Speranza.
I ritardi dell’ospedale da campo
Una struttura approvata la scorsa primavera e che doveva entrare in funzione ad inizio estate. Ma il cambio della normativa nazionale (che ha consentito di aumentare la dotazione economica, eliminando l’Iva), esposti alla Procura, la revoca del primo affidamento per inadempienza dell’azienda e poi, appunto, la mancanza di personale non ne hanno ancora consentito l’entrata in funzione. Neanche dopo la consegna all’Azienda ospedaliera di Perugia, terminati i collaudi.
La situazione al Santa Maria della Misericordia
una struttura che potrà avvenire nel momento più difficile per l’Umbria da quando è iniziata l’emergenza Covid. Attualmente sono 547 i pazienti Covid ricoverati negli ospedali umbri, di cui 84 in terapia intensiva.
Particolarmente pesante la situazione all’ospedale di Perugia, alle prese, nelle scorse settimane, con focolai in 7 reparti e casi di variante brasiliana che hanno portato alcuni operatori a reinfettarsi. Attualmente al Santa Maria della Misericordia sono ricoverati 142 pazienti Covid, di 26 in terapia intensiva. E 19 nel vicino ospedale militare da campo, attivato in soli tre giorni a novembre per far fronte ad un’emergenza che doveva essere temporanea e che invece si è aggravata.
Così la variante brasiliana
è entrata all’ospedale di Perugia
Bando prociv, tanti oss e pochi professionisti
Dal bando nazionale della protezione civile, che si è chiuso lunedì, non sono arrivate le risposte attese per medici e infermieri. Come del resto era prevedibile, vista la carenza di personale sanitario “libero” ormai in Italia. Dei 50 anestesisti richiesti in 10 hanno dato la disponibilità. Ed un’altra ventina di specialisti (meno della metà) per pneumatologia, malattie infettive e medicina. Anche dei 125 infermieri che servono all’Umbria dal bando nazionale ne potranno arrivare – forse già la prossima settimana – meno della metà. Tantissime, invece, le richieste da parte degli operatori socio – sanitari (oss): quasi 1200 per soli 88 posti.
I numeri dell’ospedale da campo
Numeri comunque che insieme a quelli “prestati” dalla Regione Lombardia (soprattutto i 7 specialisti) dovrebbero consentire appunto di attivare finalmente l’ospedale da campo. Che ha in totale 38 posti letto per degenze di vario tipo: 12 posti letto di terapia intensiva, 16 posti letto di sub intensiva/infettivologia, 10 posti letto degenze ordinarie.
Un padiglione, inoltre, può essere utilizzato per poliambulatori, sala infermieri e in caso di disastro aumentare di ulteriori 10 posti letto le degenze.