Amore ed emozioni a Terni | Nella città di San Valentino, il racconto "diverso" della Fondazione Carit - Tuttoggi.info

Amore ed emozioni a Terni | Nella città di San Valentino, il racconto “diverso” della Fondazione Carit

Carlo Vantaggioli

Amore ed emozioni a Terni | Nella città di San Valentino, il racconto “diverso” della Fondazione Carit

Lun, 18/03/2024 - 10:42

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Fino al 7 aprile in mostra a Palazzo Montani si possono osservare 38 opere tra dipinti e manufatti archeologici sul tema de L'Amore

In una domenica qualsiasi di marzo, andando a “zonzo” di pomeriggio senza una meta prefissata, ci capita di tornare a Terni, in C.so Tacito, dopo qualche anno di assenza.

La prima cosa che ci incuriosisce è la trasformazione del tessuto commerciale della via principale della città dell’acciaio. Molte nuove insegne sostituiscono quelle storiche cambiando volto alla memoria di una strada del passeggio, con una non trascurabile nostalgia dei tempi andati. Sarà per l’età “canuta” o per gli acciacchi incipienti, ma diventa anche bello passeggiare stupiti e in piena sindrome da amarcord, “Ti ricordi? Li c’era quel negozio di profumi famoso…e li quel negozio di scarpe dove abbiamo anche comprato qualcosa…Hai visto, non c’è più il Fast Food al centro!”. Meno male che la storica pasticceria vicina a Piazza della Repubblica è sempre li. Terni, dunque è diversa, ma se stessa.

Una consistente quantità di persone affolla il Corso, non particolarmente giovani per la verità. Sicuramente il luogo di incontro della gioventù, nel 2024, è da altre parti.

E a metà della via del passeggio, il solito bel palazzo, illuminato in maniera importante, si fa notare. E’ Palazzo Montani Leoni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni. Il portone di ingresso è spalancato e un flusso costante di persone entra ed esce. E’ in corso da Dicembre 2023 una mostra dedicata al tema dell’Amore nell’Arte che è stata organizzata in occasioni delle celebrazioni dedicate al Santo Patrono di Terni, San Valentino.

Amore ed emozioni

Amore è una parola che racchiude in se il dualismo umano (bianco e nero) più di qualsiasi altra nel vocabolario. Indagata dai tempi dei tempi, non c’è una sua forma espressiva o un significato che non riesca a coinvolgere l’occhio osservatore, la mente e persino il corpo fisico in ogni sua consistenza.

Della mostra di Terni in effetti colpisce, a tutta prima, il titolo che per esteso è cosi totalizzante ma anche curioso per la scelta degli artisti che segnano l’Alfa e l’Omega di un percorso amoroso, “L’Amore nell’Arte da Tiziano a Bansky”. Una equidistanza siderale ottenuta solo grazie ad un concetto universale. Qualcosa molto prossimo al macrocosmo insomma. Del resto Space is the Place (Lo spazio è il luogo), come diceva il compianto Sun Ra, maestro jazzista che proveniva da una comunità speciale di angeli su Saturno (diceva lui!). E di amorini curiosi (saturniani?) in mostra ce ne sono a bizzeffe.

All’interno di Palazzo Montani si possono osservare 38 opere tra dipinti e manufatti archeologici, provenienti da tutta Italia grazie ad una rete di generosi prestiti ad opera di Fondazioni gemelle alla CaRiT, Istituti di credito, enti pubblici e privati. Il percorso espositivo è confortevole e consente anche di indagare i minimi dettagli di ogni opera esposta. Un gruppo di addetti alla sicurezza vi avviserà con un sorriso e gentilezza quando siete troppo vicini ai dettagli. Una mostra di piccole dimensioni ma di una qualità indubbiamente consistente.

Opere di artisti che, in altre condizioni, si possono osservare solo affrontando un viaggio consistente, sono invece racchiuse in uno spazio unico e pronte a dialogare con un occhio osservatore che si spoglia di preconcetti e si indirizza alle emozioni. Volpato, Pintoricchio, Dosso Dossi, Tintoretto, Sementi, Guercino, Tiarini, Guido Reni, Parmigianino, Sirani, Canova, Hayez, Poli, Balla, de Chirico, Schifano, Burri e Bansky. Ovviamente non sono tutti gli autori presenti in esposizione e la lista è volutamente non completa. La curiosità, se c’è, è una molla potente di crescita. E per capire meglio vi diciamo che fino a domenica 17 marzo sono stati 25mila i visitatori passati a Terni dall’inaugurazione. Più di 700 invece i cataloghi venduti, e il cui incasso andrà completamente in beneficienza.

Nelle poche righe del nostro modesto elzeviro, non ci è possibile raccontare compiutamente le ragioni di un percorso, ben illustrato in un breve saggio introduttivo nel Catalogo ufficiale della mostra dal curatore, Costantino D’Orazio (insieme ad Anna Ciccarelli e Federica Zalabra). Basti sapere che partendo dal concetto di “emozioni”, Costantino D’Orazio aggiunge, “La bellezza non ha sempre sposato la passione. La poesia non ha sempre suscitato un brivido. Eppure ricostruire una storia delle emozioni nell’arte offre l’opportunità di comprendere come siamo cambiati nel corso dei secoli e permette di scoprire la fragilità che donne e uomini non sempre sono stati pronti ad affrontare… Ogni volta però, c’è sempre stato un artista in grado di descrivere nel modo più efficace il ruolo che abbiamo dato alle emozioni.”

Se vi capiterà di fare un giro per C.so Tacito (prima del 7 aprile, mi raccomando), una tappa a Palazzo Montani per immergersi nel macrocosmo della parola Amore, potrebbe darvi grandi soddisfazioni. Ma soprattutto lasciatevi cullare da Il Dubbio di Giacomo Balla, per noi passeggiatori domenicali, la forma più coinvolgente di memoria di un Amore in pittura.

Amore comunicato…e da comunicare

E vale la pena anche riflettere sulle forme comunicative di amore contemporaneo a Terni. Un percorso costruttivo, intorno al concetto, come quello di Palazzo Montani fa valutare con altrettanta voglia di capire anche il percorso di amore che la città offre da parte, invece, delle istituzioni pubbliche.

Terni, città dell’amore per mediazione del Patrono San Valentino, è finita spesso alle ribalte della cronaca per forme di amore, diciamo da codice rosso, da parte dei vertici istituzionali della città.

Non ci metteremo qui a fare la lista dei tweet o dei post amorosi, ma non c’è migliore dimostrazione di come la parola decantata, racchiuda in se il Dr Jekyll and Mr Hyde che ci abita dalla prima incarnazione.

Sarebbe già tanto se una mostra sull’Amore nell’Arte ci potesse far fermare un momento a riflettere, magari per avere anche un secondo punto di vista su come raccontare una città e chi la abita.

Oggi, alla fine, più che resistere, ci tocca con grande pazienza insistere.

E ci rendiamo conto che per raccontare l’Amore, a volte si debba essere Giganti. E non solo di muscoli!

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