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Gli amerini che hanno avuto il “privilegio” di percorrere via Mattia Giurelli, ad Amelia, forse si contano sulle dita delle mani. E non perché si tratti di una strada ancora da costruire. Ma perché, pur a fronte di una decennale esistenza, questa strada che sale dal Rio Grande fin sotto porta Posterola ha passato la maggior parte della sua “vita” chiusa al pubblico. Anche se nacque sotto i migliori auspici e avrebbe dovuto rappresentare una “svolta” epocale per la viabilità del centro storico della città dalle mura poligonali.
Così, però, non è stato: ultimata una quindicina di anni fa, ha offerto i suoi servigi per non più di qualche mese. Poi, un paio di transenne l’hanno – di fatto – eliminata dalle cartine stradali di Amelia. Diverse le motivazioni, prima fra tutte quella legata alla pericolosità degli alberi attorno ai quali si snoda. La strada si inerpica infatti su un fianco del colle che accoglie la città e fin da subito il rischio frane e piccoli smottamenti hanno suggerito di chiuderla al traffico.
Oggi le possibilità di ripristinare la strada sembrano abbastanza concrete. L’ostacolo principale è l’abbattimento di una ventina di pini pericolanti e una più generale risistemata a questa striscia d’asfalto che sta accusando i colpi di un così lungo abbandono. Dopodiché tornerà ad essere percorribile e, soprattutto, potrà essere messa a servizio del nuovo parcheggio di porta Posterola. Parcheggio che potrà così cominciare ad assolvere al suo compito in maniera efficace, al contrario di quanto accade oggi.
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Il parcheggio, costato 250.000 euro nell’ambito degli interventi del Puc2, dovrebbe di fatto alleggerire la parte alta di Amelia dal traffico automobilistico, col paradosso però che, ad, oggi per chi lo usa, l’unica uscita sia passando per il centro storico stesso.
Ripristinare via Giurelli significherebbe consentire agli utenti di Posterola di usare quegli spazi, frequentare il centro storico e poi tornare via senza mettere nemmeno una ruota dentro le mura. Un “sogno” che passa anche attraverso una strada che per molti amerini potrebbe davvero essere “nuova”.
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