Partito con il favore dei pronostici (anche se poi nessuno sotto campagna elettorale ha diffuso sondaggi di alcun tipo, né a destra né a sinistra) e lo sprint del centometrista, Eolo Cicogna si è fatto rimontare da Valter Stoppini, “marciatore” di resistenza la cui forza tranquilla ha tenuto la barra dritta anche quando sui social gli avversari sembravano fare molto rumore e prefigurare malcontenti che in realtà erano molto contenuti. Tanti attacchi a vuoto in una campagna elettorale tutto sommato piatta, come già detto nei giorni scorsi.
La sconfitta del centrodestra: quattro anni di opposizione silente, tanti attacchi a Proietti ma di programma… poco si è parlato
Il giorno dopo una campagna elettorale è sempre “facile” puntare il dito sugli errori e dire cosa è andato storto o cosa si poteva far meglio o, per contro, quale sia stato l’elemento vincente che ha permesso la vittoria. Ma di certo per il centrodestra anche questa corsa, dopo quelle del 2016 e del 2021, è finita nel modo “sbagliato” rispetto alle speranze e Cicogna, 70enne ex funzionario di banca, impegnato nel sociale e scelto dal “salotto buono” dell’imprenditoria di Santa Maria degli Angeli e successivamente sostenuto dal centrodestra, subito dopo aver perso ha individuato almeno due cause per la sconfitta: “Sono mancati i voti di Santa Maria e dei partiti”, ha detto il frontrunner del centrodestra subito dopo aver riconosciuto la vittoria di Stoppini.
Ed in effetti a Santa Maria, che con i suoi voti indirizza in gran parte la scelta del sindaco, Cicogna si è imposto per una manciata di voti, consentendo al sindaco ff uscente, che ha vinto in molti seggi delle frazioni e che dove ha perso – inclusa Santa Maria – si è difeso bene, di mantenere il vantaggio conquistato sin dalle prime proiezioni.
Capitolo a parte merita il voto dei partiti: Fratelli d’Italia si conferma il primo partito battendo, con i suoi 1.784 voti, il Partito Democratico nella corsa a primeggiare per una sessantina di voti; bene anche le due civiche del candidato sindaco, che ottengono 3.300 preferenze, quasi la metà dei voti di Cicogna che ha preso poco più di 7.000 voti (e 6.589 per le liste): 1.749 per Assisi al centro, 1691 per Eolo Cicogna Sindaco. Latitano invece Forza Italia – i voti sono 951, c’è uscito il consigliere comunale ma se si dimette il segretario comunale Evian Morani eletto poche settimane fa evidentemente ci si aspettava di più – e la Lega, che ottiene solo 423 preferenze.
Il magro risultato di alcuni partiti è probabilmente frutto sia di una scarsa opposizione nei cinque anni di sindacatura Proietti, sia di problemi interni alla coalizione, prima della campagna elettorale ma anche agli inizi della corsa; e il tutto senza dimenticare che il centrodestra è sembrato, anche durante la corsa, un po’ fuori fuoco rispetto al bersaglio. Per quanto riguarda le crepe, come noto qualche mese prima della campagna per le comunali – e a poche settimane dal voto per le regionali – Stefano Pastorelli è passato a Forza Italia dalla Lega portandosi via mezza squadra e mezzo partito; e inoltre sempre Pastorelli, prima dell’annuncio di Eolo Cicogna, aveva deciso di candidarsi in solitaria per poi cambiare idea nel giro di 48 ore e correre da “semplice consigliere”. E detto che certo il centrodestra deve interrogarsi e sulla sua incapacità di trovare un candidato “politico” – l’ultimo è stato Giorgio Bartolini, sindaco per due legislature e a lungo vicesindaco, poi sono arrivati Marco Cosimetti e appunto Cicogna – in generale l’unità sulla carta non è sembrata equivalere a una unità anche nei fatti.
Partita con grandi squilli di tromba, la campagna delle granitiche certezze di vittoria aveva un po’ scricchiolato al momento della composizione delle liste – con diversi esponenti politici “prestati” alle civiche (o finiti nelle civiche per, chiamiamola così, incompatibilità caratteriale con alcuni compagni di corsa) – e la difficoltà, per qualche lista, di trovare “pesi massimi”, soprattutto sul fronte quote rosa. Ma come accennato, è soprattutto sui “temi” e sulle “accuse” che il centrodestra è sembrato latitante. Praticamente silenzioso – a parte sporadici casi dei ‘volenterosi’ consiglieri Mignani, ricandidato ma non eletto, e Jacopo Pastorelli – per tutti e quattro anni della consiliatura Proietti bis, per queste comunali il centrodestra è sembrato deciso di puntare sugli “errori” di Stefania Proietti in Regione, dimenticandosi però che il candidato era Stoppini (al massimo sbeffeggiato per qualche “lapsus linguistico”) e che gli elettori di centrodestra erano già convinti che l’aumento delle tasse fosse “colpa” di Stefania Proietti e l’avrebbero quindi “punita” nelle urne.
E siccome nel centrosinistra si è altrettanto convinti che la colpa dell’aumento delle tasse sia dovuta alla volontà della governatrice di evitare il commissariamento e riempire il “buco” lasciato nei cinque anni Tesei, per il centrodestra la strada per riconquistare Palazzo dei Priori, più che sugli sbagli di Palazzo Donini, avrebbe dovuto essere quella di parlare di programmi. E invece di programmi quasi non si è parlato, e dove se ne è parlato si è “toppato”. Uno per tutti, il caso degli asili nido: per giorni il centrodestra ha martellato sulla scarsa natalità delle frazioni dove le strutture sono state costruite (demolendo strutture pre-esistenti e di grande valore affettivo per i cittadini per colpa dei lacci del Pnnr); dimenticandosi però che dette strutture servono non solo o non tanto alla singola frazione, ma a tutto il territorio comunale e – come da bando – anche ai bimbi che abbiano almeno un genitore che lavora ad Assisi e persino a chi ha un nonno che vive ad Assisi.
Abbastanza incomprensibile anche la scelta di puntare su una presunta “grande insicurezza di Assisi”, una città dove avvengono furti in abitazione e nelle attività commerciali, ma che sicuramente non ha i problemi di altre grandi e medie città (senza contare il curriculum quarantennale di Stoppini da poliziotto, che sulla questione sicurezza lo rende abbastanza inattaccabile). O ancora sulla “scarsa pubblicità ad Assisi sul fronte turistico”, laddove in precedenza si era attaccata la Proietti perché aveva speso centinaia di migliaia di euro per “eventi inutili” o per “pubblicizzare Assisi” quasi in contrapposizione alle campagne della giunta Tesei – senza contare che la giunta Proietti è stata la prima che ha dato una dignità turistica anche all’Assisi laica (si veda la Rocca Maggiore, finalmente valorizzata come merita), o le campagne pubblicitarie che hanno puntato sul monte Subasio e che alcuni ‘grandi elettori’ di Cicogna nelle passate legislature erano assertori convinti del fatto che alla città bastasse puntare su Francesco e Chiara – Acutis non era ancora all’orizzonte – per vivere di rendita…
Ci si è inoltre concentrandosi più sul fare “chiasso” e numero sui social, con il risvolto, abbastanza lunare e soprattutto visibile su Facebook, che nel periodo della canonizzazione di Acutis poi diventato il periodo dei funerali di Papa Francesco, a lamentarsi della chiusura del centro storico e dell’impossibilità di uscire di casa o di tornarci erano persone che vivevano a km di distanza dal centro storico. L’unica consolazione, per Forza Italia, è che, contrariamente a quattro anni fa, ottiene con Francesco Fasulo una rappresentanza in consiglio, ma questo non basta a Evian Morani, eletto segretario comunale poche settimane fa, e che a spoglio ancora in corso ha annunciato le sue dimissioni.
La gioia del centrosinistra: la vittoria di “Stoppini uno di noi”
Nel centrosinistra c’è gioia per Valter Stoppini e per la riconferma della squadra creata da Stefania Proietti. La forza del sindaco ora senza ff è, per dirla con un articolo de Il Post, che non è un motivatore o una persona di grandi parole, ma “è piuttosto uno che se lo chiami perché s’è fulminato il lampione nella via di casa tua, sei sicuro che il giorno dopo il lampione è riparato”. Ed in effetti Stoppini, come Proietti, è il sindaco che puoi chiamare direttamente al telefono quando c’è una buca per strada o un palo caduto per terra, stimato anche da chi non lo ha votato per il suo saper risolvere i problemi o quantomeno per il suo provarci ed essere sempre disponibile.
E infatti i primi sospiri di sollievo, nel quartier generale del centrosinistra in campagna elettorale, sono arrivati quando il centrodestra ha cominciato ad attaccare Stoppini dicendo che era “necessario riaprire le porte del Comune, che i cittadini trovano sempre chiuse”. “Se sono sempre chiuse – lo sghignazzo – è perché Proietti prima e Stoppini poi sono sempre in mezzo alla gente e fuori dal Comune”, ed in effetti quella delle porte chiuse era un’accusa ben strana da parte di chi accusava il sindaco e il vicesindaco di avere anche la delega a “compleanni, matrimoni, centenari e funerali” e di partecipare a qualsiasi funzione familiare nei 187 km quadrati del territorio di Assisi. Lo stesso neo sindaco ha rivendicato la sua normalità: “Sono uno di voi che è stato eletto primo cittadino – il messaggio pochi minuti dopo la vittoria – e continuerò a lavorare per risolvere problemi concreti”.
E se nel centrodestra si è latitati sui programmi, come già Proietti nel 2021, anche Stoppini ha potuto ovviamente vantare un lavoro quasi decennale su Assisi e frazioni: e infatti dopo ogni incontro pubblico con i cittadini elettori, è partito il riepilogo “delle puntate precedenti”, con almeno due pagine di comunicato su opere già fatte per centinaia di migliaia di euro – e sulla continuità con la giunta precedente per portare a termine quello che non è ancora stato avviato o concluso.
Un lavoro mediatico ma anche concreto e che ha premiato: i dati parlano di un ottimo risultato del Pd, primo partito con i suoi 1.726 voti, seguito dalla civica Valter Stoppini per Assisi che con i suoi oltre 1600 voti supera il patto civico, composto da Assisi Domani (1500 voti, di cui oltre 600 andati a Cavallucci) e Assisi Civica (un migliaio di voti). Bene anche il listone dei Progressisti per Assisi, cartello che tra Movimento 5 Stelle, Rifondazione e Avs oltre a sinistre ‘minoritarie’ varie, conquista 800 voti, grosso modo in linea (e con qualche decina di voti in più) con il risultato del M5S di quattro anni fa.
Certo, anche qui emergono perplessità: per Assisi Civica (che nella legislatura uscente esprimeva l’assessore Paggi) si dava per scontato che ci sarebbe stato qualche voto in più e una percentuale più robusta. E anche nei Progressisti – detto che il listone è stato uno sforzo corale in cui più che alle singole facce si è preferito puntare appunto sul voto al simbolo – fa un po’ “effetto” vedere l’assessore uscente al turismo Fabrizio Leggio è terzo classificato e secondo dei non eletti. Ha ottenuto solo 86 preferenze personali, quasi come un carneade qualsiasi debuttante in politica, invece che l’uomo per dopo quattro anni da consigliere minoranza è diventato assessore e ha guidato un settore che per Assisi vale oro e che da solo rappresenta un quarto del turismo regionale.
Detto che la composizione del consiglio è cosa fatta, si aprono adesso gli scenari del toto giunta. Grandi scossoni e cambiamenti non dovrebbero essercene, né dovrebbero esserci assessori esterni come avvenne nel Proietti 1. Stoppini ha già detto che si affiderà a una squadra rodata e che terrà conto e delle preferenze epperò anche delle competenze visto anche il Giubileo e gli ottocentenari in corso. Ma in realtà qualche piccolo rebus c’è: in quale casella verrà inquadrato il sindaco (esponente del Pd ma la cui civica ha registrato ottimi risultati)? Leggio, che ha lavorato bene, scavalcherà i due eletti prima di lui? Oltre alla rappresentanza delle preferenze, si terrà conto anche del criterio territoriale, visto che i candidati e le candidate più votati/e vengono spesso dalle stesse frazioni o da frazioni contigue tra loro, lasciando però scoperti altri “settori”? Ma almeno, la considerazione nel centrosinistra, non ci sarà il problema delle quote rosa: le donne sono tante, anche se l’unica con il posto garantito e i galloni da vicesindaco sembra essere Veronica Cavallucci, record woman con oltre 600 preferenze.