“Quando l’uomo si fa Dio e si crede onnipotente e cancella il desiderio – che è insieme il suo limite e il superamento di questo – finisce per costruire dei veri inferni sulla terra. E invece, come disse Papa Francesco, ‘l’uomo non è onnipotente, da solo non ce la può fare: e se estromette Dio finisce per adorare le cose terrene: ma i beni del mondo non sono il motivo del nostro viaggio sulla terra’. E allora dobbiamo farci guidare dalla dolce e ferma Chiara e anche da voi, sue sorelle e figlie, che con la luce della vostra presenza siete un faro di umanità, di accoglienza, di preghiera. Io credo che voi ancora difendiate la città, come fece Chiara durante l’assedio dei Saraceni: e noi dobbiamo impegnarci per costruire non inferni, ma paradisi di vita vera, riconciliata, con la forza che le nostre sorelle clarisse testimoniano”. È l’auspicio dell’omelia del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, nel corso della celebrazione da lui presieduta lunedì 11 agosto nella Basilica di Santa Chiara ad Assisi, in occasione della solennità della Santa e che precede oggi le celebrazioni per San Rufino, patrono cittadino.
“Seguiamo l’esempio di Chiara, che affronta il male disarmata e disarmante”, uno dei passaggi dell’omelia di Zuppi, secondo cui “proprio l’esempio di Chiara può aiutarci a costruire quel senso di comunità e quella comunità di cui abbiamo bisogno”. “Non vi scoraggiate di fronte alle fatiche di ogni giorno: non temete di volare alto e di centrare tutto sul Vangelo di Gesù” è invece l’omelia del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, durante il Pontificale da lui presieduto martedì 12 agosto per la solennità di San Rufino, patrono della città di Assisi e della diocesi. Alla solenne celebrazione nella cattedrale assisana, animata dalla Cappella musicale di San Rufino, erano presenti le autorità civili e militari e anche della Regione, della Provincia e degli altri Comuni della diocesi. Il vescovo ha tracciato un excursus del suo ventennio da presule, in cui ha guidato la diocesi ricordando l’esempio del busto di San Rufino: “Mi ha fatto una grande impressione che San Rufino guardi verso l’alto e in avanti e queste tre cose diventarono come un piccolo programma: guardare verso l’alto, o volare alto, non accontentarsi del poco ma andare in profondità e chiedere il più possibile, secondo il Vangelo; e poi andare avanti, perché le cose della vita si vedono meglio dopo. Come ricordato anche da Papa Leone ai giovani, aspirate alla santità, a niente di meno: dobbiamo ritornare a Gesù, metterlo nelle nostre case, sulle nostre bocche e nei nostri pensieri e bisogna guardare lontano, oltre la punta del naso: siamo fatti per l’infinito e per un futuro che è ricco di speranza”.






