La presidente dell’associazione Russia in Umbria, Larisa Gavrilova e il sacerdote ucraino don Vasyl Hushuvatyy hanno accolto l'invito del sindaco Toniaccini
A Deruta mani russe stringono mani ucraine. Una stretta di mano densa di significati, di speranze, ma soprattutto di unità d’intenti, quella che si sono dati, durante l’incontro organizzato dal Comune di Deruta, presso la Madonna del Bagno, la presidente dell’associazione Russia in Umbria, Larisa Gavrilova e, per la comunità Ucraina, Don Vasyl Hushuvatyy, sacerdote ucraino di rito bizantino, che segue spiritualmente i suoi connazionali in Umbria.
Il tutto, preceduto da un concerto, diretto dal maestro Michele Margaritelli “perché queste note di pace – ha detto il sindaco, Michele Toniaccini – possano giungere in tutto il mondo”.
“Deruta non resta indifferente al conflitto armato – ha detto Toniaccini – perché, come tante volte ci hanno raccontato i testimoni della giornata della memoria e del ricordo, l’indifferenza è il peggior nemico. Non possiamo voltarci dall’altra parte, ancor più perché questo conflitto non riguarda un solo Paese, ma l’intera Europa. La storia ci ha insegnato, e non possiamo dimenticarlo, che la guerra non è mai la strada giusta, che bisogna perseguire il dialogo, il confronto. Questo presidio e la stretta di mano fra due rappresentanti della comunità russa e ucraina sta a significare proprio questo: dalla terra di San Francesco, Patrono d’Europa, di Aldo Capitini, di San Benedetto, di Santa Rita da Cascia, Deruta compie la sua marcia per la Pace. Abbiamo appena acceso la fiaccola benedettina che ha un altissimo valore per tutta l’Europa”.
Il sindaco Toniaccini ha ricordato che “siamo pronti a prenderci cura dei profughi in arrivo” e che “la macchina organizzativa per la raccolta di alcuni beni di prima necessità, tra cui i medicinali, è già attiva”.
Da Don Marco Briziarelli e dagli altri parroci intervenuti, preghiere di pace. Mentre, la presidente Larisa Gavrilova e Don Vasyl Hushuvatyy hanno raccontato il dolore di questa guerra: “Dobbiamo unirci – ha detto Don Vasyl – anche con la musica che dà il senso della vita; unirci a pregare insieme e dire che questo momento di tristezza, angoscia, di lacrime e di tanta preoccupazione che stiamo vivendo, si può combattere con la condivisione. Come ha detto Giovanni Paolo II, mai più la guerra e questa sera siamo venuti per dire proprio questo”. Anche la presidente Gavrilova ha ricordato che “c’è un solo cuore e che la guerra non dividerà il popolo ucraino e russo”.