Quasi seimila euro, per la precisione 5.638 euro, di arredi per l’ufficio del sindaco Erigo Pecci, da giugno nuovo primo cittadino di Bastia. E non manca l’ironia delle opposizioni che hanno svelato la determina dirigenziale n.620 del 30 agosto, Civica per Bastia, Bastia Futura, Forza Bastia e Bastia Popolare: “È questo il cambiamento che Bastia merita?”. Ma il sindaco fa chiarezza: parte del precedente arredo non è più disponibile e quello rimasto non era consono a lavorare.
“I soldi – secondo la minoranza – sono destinati per l’acquisto di arredi destinati alla stanza del Sindaco: si tratta di un tavolo di cristallo con 6 sedute (poltrone in ecopelle), da collocarsi presso la stanza del sindaco e utilizzare per incontri informali. Considerata la situazione attuale del territorio, il verde pubblico in abbandono, (ci sono tratti in cui l’erba raggiunge un’altezza tale da impedire la vista alle autovetture che transitano), le enormi difficoltà delle strutture sportive, (in questa settimana è stato impedito l’accesso alla pressostruttura di San Lorenzo alle società sportive per elevate temperature), il problema della sicurezza urbana su cui va fatto sicuramente un ampio ragionamento, come mai il sindaco Pecci decide di impegnare oltre 5 mila euro per l’acquisto di mobilio? L’espressione è fra lo stupefatto e l’incredulo: se questa deve essere la partenza non osiamo immaginare l’arrivo!”.
Sul tema interviene anche l’ex sindaco Paola Lungarotti: “Piccola questione? No, grandi scivoloni perché pur utilizzando solo 5.638 euro è la dimostrazione di non vedere e scegliere le priorità ma l’effimero. Vicino alla stanza del sindaco c’è la stanza della giunta con una porta interna che la collega direttamente, dove le amministrazioni hanno lavorato ed incontrato tanti personaggi, organizzato incontri, effettuate le scelte del momento senza pensare di dover spendere altri soldi per un arredo cult. Il pensiero del sindaco, invece che essere galvanizzato dall’acquisto di un tavolo di cristallo con seggiole in ecopelle, poteva, per esempio , acquistare alcuni giochi per i giardini pubblici come avevamo caldamente invitato a ragionarci con l’utilizzo dell’avanzo. Sarebbero bastati anche per incatramare circa 100 mt di strada. Un altro scivolone frutto di poca sensibilità alle reali necessità, come l’ha fatto inizialmente attingendo dal fondo di riserva, un fondo utilizzato per serie e circostanziate necessità non previste, per finanziare le iniziative di Bastia Estate ancora non terminate e per le quali poi ha attinto dall’avanzo stesso“.
Ma il sindaco non ci sta e spiega: “Attualmente la stanza, per come è stata concepita dalla precedente Amministrazione, si configura come un ambiente austero con una netta distanza e divisione fra chi è dietro la scrivania e chi vi si interfaccia, per il quale sono stati spesi dalle precedenti amministrazioni 12.700 euro. Per l’utenza, infatti, sono state riservate solamente due sedute, di fatto non consone al tipo di lavoro che il sindaco svolge insieme agli assessori e ai dipendenti del Comune, che spesso si ritrovano a dover lavorare in piedi o stanziare nell’adiacente segreteria del sindaco, poiché la sala giunta, concepita per altra tipologia di lavoro, risulta spesso occupata“. Pecci spiega che il tavolo presente in precedenza “non è più disponibile” e che “i costi d’acquisto sono vincolati ai prezzi rivolti alle PA dai portali dedicati con cui è necessario interfacciarsi per questa tipologia d’acquisti ed è stato, appunto, effettuato secondo una logica di organizzazione più efficiente e funzionale del lavoro svolto nell’Ufficio, dotandolo inoltre di un arredo che ne arricchisce il patrimonio mobiliare. Quando determinate scelte, fatte nell’interesse dell’Ente e dello svolgimento dei lavori dell’Amministrazione, vengono etichettate come ‘spreco di denaro’ dovremmo poter riflettere su ciò che effettivamente si configura come uno spreco. Come i 140 mila euro necessari al mantenimento della Pressostruttura di San Lorenzo sulla quale ho sentito vari riferimenti in questi giorni, che oggi presenta addirittura problemi di utilizzo da parte dell’utenza per ragioni di sicurezza”. (Foto in evidenza di repertorio, via Unsplash)