Cinque anni con il rito abbreviato. Questa la condanna pronunciata ieri dal giudice per l’udienza preliminare di Spoleto per Francesco Matalone, ex comandante della stazione dei carabinieri di Foligno e ritenuto responsabile in primo grado dei reati di peculato, falso, truffa e corruzione per i fatti al centro dell’inchiesta, risalenti tra il febbraio e l’ottobre 2022. Al centro della questione la presunta destinazione di 59 grammi di cocaina e le carte falsificate, emesse per controllare il numero di una donna con cui Matalone aveva una relazione.
La vicenda era venuta alla luce alla fine del 2022, quando l’allora comandante della stazione carabinieri di Foligno ed un brigadiere erano stati trasferiti dopo essere stati indagati, con tanto di perquisizione dei locali dell’Arma. A Matalone – difeso dagli avvocati Giovanni Picuti e Carla Archilei – venivano contestati vari episodi. In particolare la falsificazione di una denuncia-querela per il reato di molestie telefoniche finalizzata ad ottenere l’acquisizione di tabulati telefonici relativi all’utenza d’interesse, la falsificazione di alcuni provvedimenti giudiziari emessi dalla Procura di Spoleto, l’ottenimento di denaro da un privato cittadino (Tahar Houssein Oulad, finito anche lui sotto inchiesta) in cambio di una promessa di aiuto per la restituzione di un ciclomotore in sequestro. Inoltre si sarebbe appropriato di circa 60 grammi di cocaina sequestrata in due diversi interventi, dichiarando che lo stupefacente era stato invece distrutto.
Nel corso della stessa udienza sono stati rinviati a giudizio il brigatiere Gianluca Insinga, accusato anche lui di falso, e Tahar Houssein Oulad.
(ultimo aggiornamento alle ore 9)