Il presidente della III commissione regionale, Massimo Buconi (Psi), dopo alcuni incontri circa le strutture sanitarie per anziani del territorio umbro e il dibattito tra sindacati e Regione sulle politiche sanitari dell'accoglienza degli stessi, ha individuato un vulnus sulle attuali normative vigenti: “ovvero l'assenza del riconoscimento a livello regionale della semi-autosufficienza degli anziani ampiamente trattata invece in altre Regioni”. “E' un passaggio importante – ha spiegato il Presidente Massimo Buconi – perché rappresenta lo stato intermedio, ed inevitabile per via dell'età, di molti ospiti di strutture pubbliche e private che entrano come anziani auto-sufficienti e poi si ritrovano nel corso del tempo non auto-sufficienti. E' questa metamorfosi della vecchiaia si manifesta in molte case e centri non autorizzati a trattare persone non auto-sufficienti.
Può essere presa a riferimento per una approfondita riflessione la vicenda relativa alle case di riposo ubicate nel Comune di CastelGiorgio oggetto di provvedimenti da parte dell'autorità giudiziaria. Non vi è ombra di dubbio che, specialmente in questa materia, debba esservi il rigoroso rispetto delle norme, ma è altrettanto vero che non può essere lasciato al potere giudiziario la soluzione di problemi che sono di politica sociale.
Esemplifico per comprensione: se non è lecito il ricovero in una struttura non autorizzata di un soggetto non autosufficiente, si deve allora da una parte sanzionare, ma dall'altra provvedere affinchè il non autosufficiente venga ospitato in una struttura autorizzata. Se il problema è solo normativo deve la politica intervenire per risolvere”.
Inoltre il presidente Massimo Buconi considera positiva la nuova normativa regionale – la numero 1065 del 26.07.2010 – sui parametri per mettere in campo dei servizi semiresidenziali e residenziali a carattere socio-assistenziale per le persone anziane. “E' un ottima normativa per due motivi” continua Buconi “Primo: perché regolamenta un mercato privato in crescita per via di una domanda sempre più forte da parte dei singoli anziani e famiglie formate da solo due componenti. Secondo: perché permette a chi è ancora autosufficiente di poter restare a vivere a casa sua – sfruttando magari i servizi delle case quartiere dove va a mangiare ed in compagnia di altre persone – o per lo meno libero di stare a stretto contatto con il proprio territorio e il proprio vissuto”. La normativa regionale, infine per Buconi, consente anche di dare un nuovo impulso occupazionale ed economico alla Regione visto che dando delle regole invita privati ad investire in maniera sana nel settore dell'assistenza sanitaria.