Sui mancati trasferimenti da parte del Governo per la ricostruzione post sismica e sulla contestuale decisione di non consentire il recupero dell'Iva richiesta sui lavori già fatti, il sindaco, Nando Mismetti, ha fatto sentire la voce di protesta dell'Amministrazione comunale di Foligno nei confronti delle istituzioni governative, con una nota che si riporta di seguito, integralmente.”Come noto, la legge n.449/97 prevedeva la possibilità di recuperare l'Iva pagata sui lavori connessi alla ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma. Gli aventi diritto dovevano semplicemente provvedere ad inoltrare al Comune un apposito modello, mediante il quale veniva quantificato il contributo spettante. L'ente locale, previa verifica, inviava poi la domanda al Dipartimento della Protezione Civile, che successivamente liquidava al Comune, e quindi ai cittadini aventi diritto, gli importi riconosciuti. Questo meccanismo si è protratto fino al 31 dicembre 2008, fino a quando, cioè, con un laconico comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, si rendeva noto che, a seguito della mancata proroga dei termini di presentazione delle istanze, il Dipartimento della Protezione Civile avrebbe provveduto all'esame delle richieste inoltrate entro la data del 31 dicembre 2008. Le richieste inoltrate dopo tale data, non sono state prese minimamente in considerazione e di conseguenza rinviate al Comune di Foligno. In tal modo, sono stati lesi i diritti di tutti coloro che regolarmente si trovano ancora oggi nella condizione di richiedere legittimamente il contributo. E' evidente che, anche in questo caso, ci si trova dinanzi ad un ennesimo comportamento incomprensibile assunto dal governo. Lo stesso comportamento che ha contrassegnato la vicenda ‘busta pesante' e il taglio dei trasferimenti connessi al terremoto, decisione quest'ultima che renderà difficile il completamento della ricostruzione. Su tutto ciò, l'Amministrazione comunale intende protestare vivamente con il Governo, non mancando di far sentire la propria voce di protesta in ogni sede istituzionale”.