Voragini, transenne e lavori fantasma | Lo strano caso di via Francesco Baracca, chiusa da 6 anni - Tuttoggi.info

Voragini, transenne e lavori fantasma | Lo strano caso di via Francesco Baracca, chiusa da 6 anni

Davide Baccarini

Voragini, transenne e lavori fantasma | Lo strano caso di via Francesco Baracca, chiusa da 6 anni

Mer, 26/10/2022 - 12:04

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Un tratto di 50 metri è ormai interdetto al traffico dal 2016, sotto vi scorre un torrente tombato, sopra vi sono tre crateri nell'asfalto circondati da transenne

Ormai passandoci davanti è diventata (quasi) un’abitudine ma in verità (quasi) nessuno sa perché il tratto di via Francesco Baracca – che da via Rignaldello conduce all’abitato della Mattonata – sia chiuso da oltre 6 anni e percorribile solo a piedi.

50 metri di via Francesco Baracca chiusi dal 2016, le tre voragini

Si tratta di 50 metri di strada praticamente “cancellati” dalla viabilità cittadina, una volta utilizzati soprattutto per snellire il traffico intorno alla vicina scuola primaria e oggi ridotti a mero percorso per i residenti. Tutto sarebbe partito nel 2016, quando un mini cantiere si era qui insediato per delle opere di manutenzione stradale, finché non si sono create ben tre voragini nell’asfalto (2 ben visibili, una “nascosta” da un tombino) ancora oggi “recintate” con altrettante transenne e nastri di “lavori in corso”.

Due voragini

Il torrente tombato…

Non si sa ancora la causa che avrebbe portato al cedimento in tre diversi punti dell’asfalto: qualcuno ipotizza possa essere stato anche il peso dei mezzi da lavoro che qui hanno operato (tuttora c’è il divieto di accesso agli autocarri superiori a 2 tonnellate). Una piccola incognita, certo, ma va pure detto che la strada passa sopra la “parte finale” del torrente Scatorbia, piccolo corso d’acqua tombato ormai da fine anni 60’ (quando odori poco piacevoli, rifiuti e sporcizia fecero inevitabilmente propendere per questa soluzione) che potrebbe aver “contribuito” a queste anomale frane sulla superficie stradale.

…e i contributi per la “messa in sicurezza”

Ed è proprio per la messa in sicurezza del torrente (precisamente per il rifacimento della copertura scatolare in cemento armato) che il Comune di Città di Castello, nel 2018, era risultato beneficiario di un finanziamento di oltre 52 mila euro dal ‘Fondo contro il rischio sismico e dissesto idrogeologico’ del Ministero dell’Interno. Inoltre, sempre per il “risanamento delle condotte fognarie miste nel tratto terminale dello scatolare Scatorbiaanche Umbra Acque, nel proprio piano investimenti 2020-2021, aveva approvato un intervento da ben 1,8 milioni di euro.

La terza voragine “nascosta” da un tombino

La situazione un anno fa

Tanti soldi ma, a quanto pare, tutto sembrerebbe essere rimasto in un limbo, anche perché nel Consiglio comunale del marzo 2021 l’allora assessore all’Ambiente Massimo Massetti, pur ribadendo la disponibilità dei sopracitati contributi, dichiarava: “Dello Scatorbia ce ne stiamo occupando dal 2018. La progettazione sarà mirata alla messa in sicurezza di 6 fasi scatolari all’intersezione con la viabilità e verrà fatto un monitoraggio di tutto l’alveo, dove sono condottate anche le reti delle fognature”. L’assessore aveva poi dato conto di “criticità presenti negli scatolari” e annunciato “l’intervento di risanamento delle condotte fognarie previsto nel tratto finale della Scatorbia, che coincide con un tratto viario di circa 50 metri (Via Francesco Baracca, ndr), già oggetto di ordinanza del 2016 per interdire la circolazione”.

Nel 2021 si sollecitava la “definitiva sistemazione dei lavori in corso”

Tutto sembra dunque essere rimasto com’era allora, anche dopo le sollecitazioni, sempre un anno fa, dei consiglieri Pd Tavernelli e Minciotti, che chiedevano proprio la riapertura e lo smantellamento della copertura del corso d’acqua, “per rendere libero, visibile e quindi controllabile e ispezionabile l’intero tratto del letto dell’ultima parte del torrente tombato” oltre la “definitiva sistemazione dei lavori in corso nell’ultimo tratto di Via Francesco Baracca”, proponendo addirittura “la progettazione di un percorso ciclopedonale”.

La via vista dal lato opposto

Già prima di questa interrogazione, nel 2017 (!), il Pd aveva anche citato la possibilità (sicuramente molto più attuale oggi) di monitorare il rischio esondabilità della stessa Scatorbia, classificata a rischio R4 (molto elevato). Fortunatamente durante le recenti piogge di settembre questo corso d’acqua “sotterraneo” ha deciso di “restare buono”. Non certo come il fosso in zona Graticole che ha causato una voragine di 4 metri nel giardino di un’abitazione.

“Strada chiusa per…lavori

Per quanto riguarda il percorso ciclopedonale, non volendo, questo è nato “spontaneamente”, stante la chiusura al transito veicolare da oltre un lustro della via. Qui, inoltre, sotto il divieto spicca la scritta “strada chiusa per…”, con la parola “lavori” cancellata (chissà perché…) da una striscia adesiva bianca. Chiunque voglia attraversare a piedi questo tratto, ovviamente (vi sconsigliamo di passarci con dei bambini), è poi costretto a fare uno slalom tra le transenne che “circondano” le voragini, sentendo arrivare, da una di queste, persino il suono dolce ma inquietante di un torrente che scorre sottoterra…

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