Lo propone Matteo Bebi con il volume Macteus Pinsit che sarà presentato sabato 22
Un progetto che unisce i territori di Assisi e Gualdo, ma non solo: è quello incentrato su Matteo da Gualdo, ideato dall’autore gualdese Matteo Bebi e raccontato anche nel saggio “Macteus Pinsit – sulle orme di Matteo da Gualdo” la cui presentazione si svolgerà sabato 22 ottobre alle 17:30 presso il Museo Diocesano e Cripta di San Rufino di Assisi.
L’autore, già impegnato a lavorare sulla figura di Matteo da Gualdo attraverso il suo precedente racconto “Di luce e d’ombra – Matteo da Gualdo, l’uomo dietro il genio”, ha da pochi mesi ideato un progetto intermuseale che coinvolgerà tutti i luoghi toccati dall’artista quattrocentesco, nonché il territorio di Assisi e quindi il trittico del Museo Diocesano e Cripta di San Rufino, da poco restaurato con il sostegno della Fondazione Perugia, la stessa che ha creduto nel progetto dello scrittore gualdese, già collaboratore all’iniziativa di restauro.
Macteus Pinsit racconta i luoghi dell’artista con tanto di mappe, le opere, la vita, i personaggi, più o meno noti, che si avvicendano nell’Umbria a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, ma anche i risultati di nuove ricerche e scoperte tutte inedite. Il libro, pur essendo un lavoro saggistico, si sviluppa talvolta come fosse un racconto, fagocitando il lettore nelle trame oscure di quei lontani tempi, ma anche nelle spire delle pennellate dell’artista, Matteo di Pietro di ser Bernardo, molto presente nella città di San Francesco. “Il progetto su Matteo è una continua emozione – dice l’autore – sia nel vedere il suo tratto spostandoci nel territorio, sia nel ritrovare i legami che lo univano alla società del tempo tramite le fonti documentarie: un viaggio anche questo, fondamentale ed entusiasmante”. La presentazione presso il Museo Diocesano e Cripta di San Rufino – si legge in una nota inviata dal museo assisano “non è solamente la naturale continuazione del percorso museale dedicato al pittore, ma un momento di riscoperta storica e umana: un artista per unire un territorio solo apparentemente distante e diviso. L’intento ultimo infatti non è solo quello della riscoperta storica, della fruizione didattica e della potenzialità turistica, ma anche quello di una più forte riscoperta del legame umano che attrae le città del Cuore d’Italia l’un l’altra, da sempre e per sempre”.