“Il Piano ‘Italia 2020' è finalmente l'occasione per rilanciare l'apprendistato, offrendo ai giovani uno strumento formativo fondamentale per entrare nel mondo del lavoro”. E' quanto ha sottolineato il Segretario di Confartigianato Imprese Perugia – Stelvio Gauzzi – approfondendo i contenuti del ‘Piano di azione per l'occupabilità dei giovani attraverso l'integrazione tra apprendimento e lavoro' messo a punto dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
L'apprendistato rappresenta il principale strumento di inserimento lavorativo nelle imprese artigiane attraverso un percorso di formazione e lavoro. Nel 2008 (ultimo dato disponibile) gli apprendisti nelle imprese artigiane hanno rappresentato un terzo rispetto al totale degli altri settori economici.
La valorizzazione dell'apprendistato, secondo Confartigianato, può consentire a giovani di acquisire quelle competenze che le imprese non trovano sul mercato del lavoro.
“Secondo i dati dell'Ufficio studi di Confartigianato, continua Gauzzi, infatti, nel 2009, nonostante la crisi, 1 impresa artigiana su 4 ha avuto difficoltà a reperire personale qualificato. Con il risultato che lo scorso anno, i piccoli imprenditori, hanno dovuto rinunciare ad assumere il 25,1% della manodopera necessaria.
Il Segretario Gauzzi ritiene estremamente grave, per l'economia dei nostri territori, “perdere” tali occasioni di lavoro in un Paese come l'Italia che, tra settembre 2008 e settembre 2009, secondo il Centro studi nazionale di Confartigianato, ha visto crescere il tasso di disoccupazione dei giovani under 25 dal 19,5% al 23,5%. Senza dimenticare che siamo al terzo posto in Europa per il più alto tasso di disoccupazione dei giovani under 25, preceduti soltanto da Spagna e Grecia. Ancora più negativo il record italiano per il tasso di occupazione dei giovani under 29: siamo al penultimo posto tra i Paesi Ue con un valore del 39,3%, rispetto alla media europea del 51,2%.
Per i giovani l'inserimento nelle piccole imprese, rappresenta un'opportunità di formazione e di occupazione stabile e qualificata. Secondo le rilevazioni di Confartigianato, negli ultimi 4 anni, gli imprenditori artigiani hanno speso molto tempo e denaro per insegnare il mestiere ai giovani, con il risultato che il 53% degli apprendisti, concluso il percorso di formazione, ha continuato a lavorare nell'azienda.
“La riscoperta dell'apprendistato come strumento formativo che integra apprendimento e lavoro – ha concluso Gauzzi – è la strada maestra per consentire l'occupazione dei giovani” e la formazione deve essere fatta in impresa o quanto meno in un ambiente produttivo, altrimenti finisce per essere una festa solo per i formatori. Basta con la retorica della precarizzazione, del sussidio come risposta ai problemi dell'occupazione. Oggi abbiamo il drammatico problema del disadattamento scolastico dei nostri giovani che nasce proprio dalla separatezza tra la formazione e i luoghi di lavoro. Una distanza che ci portiamo dietro fin dagli anni 70. Bisogna integrare l'apprendimento e il lavoro. Dobbiamo rilanciare l'istruzione tecnico-professionale, far riscoprire ai giovani l''intelligenza delle mani'. Anche un percorso liceale può aver bisogno di un corso da elettricista o da falegname”.
