Sara Minciaroni
Viola la Costituzione la legge Fini-Giovanardi in materia di stupefacenti, con la quale sono state equiparate le droghe pesanti e quelle leggere. Lo ha sancito la Corte Costituzionale, dichiarando l'illegittimità della norma per violazione dell'articolo 77 della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti legge.
Una notizia che fa storia. “E' una notizia eccezionale che fa storia rispetto alle politiche sulle droghe in Italia. Con questa pronuncia si chiude una fase storica che è quella della Fini-Giovanardi, delle scelte repressive degli ultimi 8 anni, attraverso le quali si è usata la legislazione sulle droghe per criminalizzare e controllare ampie fasce di popolazione, in particolare giovani e immigrati”. Questo il commento alla sentenza della Corte Costituzionale sulla Fini-Giovanardi di Stefano Anastasia, ex presidente dell'associazione Antigone sui diritti dei detenuti che nei giorni scorsi ha lanciato un appello alla Consulta contro la Fini-Giovanardi firmato da numerosi giuristi e operatori del settore. “Questo – aggiunge Anastasia – consente al Paese di rimettersi in pari con chi ha avviato politiche di de-criminalizzazione delle droghe leggere. Dall'anno scorso in Uruguay c'è una politica di regolamentazione legale della cannabis, che tra poco ci sarà anche in Colorado e nello stato di Washington”.
Possibile scarcerazione di massa. Sono circa 10mila i detenuti su cui avrà un decisivo impatto la decisione della Consulta, le ricadute potrebbero essere gigantesche. Buona parte dei detenuti per droga sono attualmente in carcere grazie alle pene rafforzate proprio dalla Fini – Giovanardi. Dal momento in cui è tornata in vita la legge Iervolino – Vassalli (modificata dal referendum del '93) le pene del “piccolo spacciatore” andrebbero riconteggiate. L'esito a queto punto potrebbe essere quello di una scarcerazione di massa. A chi teme che questa decisione, abbassando le pene previste per i reati connessi alla droghe leggere, possa trasformarsi in un indulto mascherato, Anastasia risponde che l'effetto “non sarà una riduzione di pena giustificata da un atto di clemenza, il rispetto della Costituzione contro una legge illegittima nel suo procedimento di adozione. Il che non vuol dire che si passa all'impunità, ma alle previsione penali previste prima della Fini-Giovanardi e che erano state adottate legittimamente. Penso che nessuno possa dire che è giusto tenere in carcere le persone in virtù di legge illegittima. Ora la detenzione dei condannati per droghe leggere, al di là dei casi di piccola entità, non potrà essere superiore a 6 anni, mentre fino a ieri le pena massima era di 20 anni”.
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