Bernardini chiede alla Commissione nazionale del partito che Bori e Bellini ritirino l'appoggio a Petraca | L'esposto e la diffida dell'avvocato Vaccari
Ad Amelia la lotta fratricida nel Pd per l’investitura a sfidante del sindaco uscente Laura Pernazza per la fascia tricolore, prima ancora della conta delle schede elettorali, si gioca a suon di carte bollate.
Elezioni ad Amelia, le liste dei candidati
Piero Bernardini – segretario del Pd di Amelia, indicato dai dem locali come candidato sindaco, ma scaricato dai vertici regionali e dai big del partito (che hanno optato per Pompeo Petraca) – ha infatti portato il caso alle Commissioni di garanzia del partito, a livello provinciale, regionale e nazionale. Presentando un esposto contro il segretario umbro Tommaso Bori “per le gravi dichiarazioni di delegittimazione della persona individuata come candidato sindaco dagli organismi del Pd locale” e contro il segretario provinciale ternano Fabrizio Bellini.
L’esposto
Nell’esposto presentato agli organi di vigilanza Bernardini racconta le vicende che hanno portato di fatto il Pd a spaccarsi e ad appoggiare due candidati. Una vicenda iniziata lo scorso febbraio, quando Bernardini, uscito dall’ospedale dove era stato ricoverato per il Covid, aveva convocato, in qualità di segretario dell’Unione comunale del Pd di Amelia, un tavolo politico del centrosinistra in vista delle elezioni amministrative. Accordo sulla coalizione, situazione di stallo sulla scelta del candidato sindaco.
La candidatura di Bernardini
Fino allo strappo di Rete Resistente, a fine giugno. Il Pd, invece, l’8 luglio indica Piero Bernardini, con 14 voti favorevoli tra i 22 membri dell’Unione comunale intervenuti, 7 contrari e un astenuto. Riunione in cui è presente anche il segretario provinciale Bellini. A quel punto resta solo l’imprimatur dei vertici regionali del partito e limare le questioni politiche della coalizione.
Lo stop dai vertici regionale e provinciale
Ma quando a fine luglio Bernardini invita Bori a partecipare alla sua presentazione come candidato sindaco del centrosinistra, il segretario regionale, scrive nell’esposto, “si rifiuta categoricamente”.
Nessuna risposta alle richieste di un incontro dai vertici regionali del Pd. Arriva invece l’invito al tavolo della coalizione per il 2 agosto. seduta alla quale partecipano, tra gli altri, Bori, Bellini, de Rebotti e De Luca. Seduta nella quale si chiede a Bernardini di fare un passo indietro.
La candidatura di Petraca
Nel pieno caldo di Ferragosto la coalizione di centrosinistra, con la benedizione dei vertici regionali Pd e M5s, converge sulla candidatura di Pompeo Petraca appoggiato dalla lista Amelia Domani.
“Ingerenza indebita”
Bernardini denuncia ora un’ingerenza “pesante e indebita” dei vertici regionali e provinciali del Pd, che hanno ribaltato la scelta dell’Unione comunale di Amelia. “Di conseguenza, da parte dei due segretari PD (regionale e provinciale) si è tentato di imporre una linea politica elaborata solo a livello centralistico, e solo per AMELIA, senza nessun percorso partecipativo, creando DIVISIONE E CONFUSIONE e nel PD locale e nella società amerina in generale” scrive Bernardini nel suo esposto. Con il quale si chiede che Bori e Bellini smentiscano le dichiarazioni pubbliche in sostegno di Petraca e l’apertura di un procedimenti, nei confronti dei due, per abuso dei poteri di cui, da statuto, dovrebbero essere i garanti e per il tentativo, ancora in atto, di eludere le decisioni legittimamente assunte dagli Organi Assembleari del Pd della città di Amelia”.
Pronta la denuncia civile
Bernardini informa che in mancanza di un immediato riscontro, in qualità di segretario dell’Unione comunale del pd di Amelia intraprenderà le vie legali in sede civile. Ed a rafforzare questo suo proposito c’è la diffida che l’avvocato Marzio Vaccari, per conto di Bernardini, ha inviato alla Commissione nazionale di garanzia del Pd, affinché proceda ad un procedimento disciplinare nei confronti di Bori, Bellini, “e, se del caso” nei confronti di Petraca.
La diffida dell’avvocato Vaccari
“La delegittimazione del candidato – si legge in un passaggio della lettera dell’avvocato Vaccari – validamente espresso da parte degli organi a ciò deputati, posto volontariamente in essere dalle massime cariche politiche regionali in dispregio alle norme del partito che essi stessi dichiarano di rappresentare, viola il principio di democraticità che si pone alla base di ogni competizione elettorale, di fatto potrebbe incidere sul diritto di voto, personale ed eguale, libero e segreto, che assicura il coinvolgimento della popolazione così da rendere effettivo il principio di autodeterminazione e della tutela delle libertà fondamentali mediante la fattiva adesione alla vita politica”.
E ancora: “Una campagna elettorale inficiata da pressioni e/o ingerenze potrebbe trovare humus fertile all’interno di determinati contesti sociali particolarmente condizionabili, tali da rendere non più effettivo il principio di sovranità popolare espresso nel voto”.
Chiesta una “sanzione esemplare per Bori e Bellini
L’avvocato Vaccari chiede “una sanzione esemplare”, perché in caso contrario si creerebbe un precedente con candidati locali regolarmente scelti rimossi o contrastati “da liste avverse”, come nel caso di Amelia, “solo perché non graditi ai vertici politici”. In totale “dispregio all’autodeterminazione delle comunità locali”.
Insomma, il caso Amelia, anche se non unico in realtà nelle dinamiche elettorali del Pd, con questa iniziativa di Bernardini viene posto sui tavoli nazionali.