Dopo la clamorosa ma inevitabile sospensione della Festa dei Ceri 2020 causa coronavirus, il sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati, il Vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini e il tavolo dei Ceri si sono fatti interpreti sensibili delle riflessioni e indicazioni provenienti dal mondo dei ceraioli per festeggiare il Patrono in maniera adeguata. “L’unico obiettivo delle parti – ha detto Stirati – è far sì che i prossimi 15 e 16 maggio siano caratterizzati da un corale, solenne e vissuto omaggio a Sant’Ubaldo“.
Se da una parte il decreto adottato oggi dal sindaco in qualità di responsabile dell’ordine pubblico e della sicurezza, impedisce di vivere il massimo tributo al Patrono con la Festa e Corsa dei Ceri, dall’altra – sottolinea Stirati – “non possiamo privarci di vivere nel cuore, e nei segni che saranno possibili, un momento di profondo raccoglimento, riflessione e devozione a Sant’Ubaldo“.
Oggi come non mai, è essenziale che la comunità eugubina abbia una storica possibilità di riscoprire le radici della Festa intesa come supremo omaggio al suo “defensor civitatis”
“Con questo sentimento di ringraziamento, si ritiene che si debba lavorare per presentare atti di devozione autentici e sentiti, che comprendano momenti religiosi solenni ed altri segni di tributo civico che sarà possibile organizzare senza intaccare la tradizione e la storia della Festa dei Ceri.
Infatti la nostra Festa è unica come rito, unica come spirito e non replicabile in forme riadattate o convertite”.
Il continuo confronto con la Diocesi di Gubbio e le componenti ceraiole da parte del sindaco non è mai andato, infatti, nella direzione di trovare una surroga o una festa supplente al rito secolare. “Stiamo verificando, gesto per gesto, le iniziative che Gubbio potrà compiere per rendere solenne ed aulica l‘offerta a S. Ubaldo. Con la premura di evitare azioni fuori contesto e far perdere solennità ed esclusività alla festa, si sta esaminando ogni segno che può essere fatto in base alle norme vigenti“.
In maniera corale e sinergica sono stati approfonditi e ipotizzati la possibilità di imbandierare la città, di far suonare il Campanone, di portare un simbolico saluto ai ceraioli defunti ed altre azioni civili quali, ad esempio, un tributo di luminarie che coinvolga la città in maniera omogenea ed ordinata.
Non avremo la Festa dei Ceri nel 2020, non ci sono belle o brutte copie da poter mettere in campo né forme sintetiche o essenziali da adottare ma c’è lo spirito di devozione e rispetto a Sant’Ubaldo che va alimentato attraverso una città vestita a festa e desiderosa di raccogliersi intorno al Suo Patrono per il quale vive un anno in un giorno. Si auspica pertanto che il 15 e il 16 maggio diventino una tappa essenziale della storia eugubina, capace di dare ancora più importanza al perché si festeggia con allegrezza e non al come lo si fa
Con questo spirito è stata accolta con entusiasmo la ferma volontà del Vescovo di confermare gli appuntamenti religiosi tradizionali e più sentiti quali la Novena e il Pontificale, che saranno organizzati e condivisi nelle forme possibili, oltre ad altri segni profondi che la Diocesi sta proponendo al “tavolo dei Ceri”. “Non ci faremo trovare impreparati di fronte ad un passaggio storico. Dalle ceneri di una scelta sofferta e triste usciremo più forti in termini di identità e comunità“.