Confusione per i negozi che vendono calzature anche per bambini dall’ultimo Dpcm relativo al Coronavirus. Ma da Foligno è arrivata la soluzione, grazie all’avvocato Paolo Spacchetti.
La pronta azione di Confesercenti Foligno, presieduta da Simone Mattioli, di concerto con Confesercenti Regionale Umbria, presieduta da Giuliano Granocchia, ha risolto e chiarito una questione legata al decreto sulle parziali riaperture e posta da alcuni soci Confesercenti di Foligno, la cui risoluzione naturalmente non avrà ricaduta sul territorio del folignate ma assume valenza a livello nazionale.
Il caso di Foligno
Il caso prospettatosi è stato quello di un’esercente storica per la vendita al dettaglio di calzature al centro storico di Foligno, ivi comprese anche quelle destinate a neonati e bambini. Secondo però l’ultimo DPCM del 10.4.2020, autorizzati a riaprire al pubblico (art.1 punto z) sono coloro che esercitano l’attività di “commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati” facendo un riferimento, ancorché mancante nella lista 1 allegato al provvedimento, al codice ATECO n. 47.71.20, nella cui accezione, sono ricomprese anche le calzature per bambini e neonati, genere merceologico quest’ultimo non rientrante nell’altra di commercio al “dettaglio di calzature ed accessori”, come previsto dal codice ATECO 47.72.10, di cui l’esercente folignate è in possesso.
Chi può ripartire
Nella stringente interpretazione della norma e soprattutto nelle finalità del provvedimento governativo che intende far ripartire le attività commerciali purché determinate condizioni e priorità siano osservate, non appariva consono per la socia Confesercenti riattivare il negozio in assenza di un certo e chiaro intendimento della disposizione contestata. Il caso è stato affidato all’avvocato Paolo Spacchetti, uno dei legali di riferimento di Confesercenti Umbria, che si è subito attivato presso la Prefettura di Perugia evidenziando nel ricorso non solo l’anomalia della situazione di fatto che il DPCM aveva generato, per altro di interesse nazionale, ma anche quanto penalizzante essa fosse per la categoria di coloro che vendono soltanto calzature (ATECO 47.72.10) ma, oggi non abilitati all’apertura.
L’ok del prefetto di Perugia
Il Prefetto di Perugia, dott. Claudio Sgaraglia, con tempestività, attenzione e concreta efficienza, ha, di concerto con la Camera di Commercio, riconosciuto che l’esercente folignate per poter vendere calzature per bambini e neonati deve essere in possesso del codice ATECO 47.71.20. “…coerente con i codici contenuti nei DPCM..” e lo potrà ottenere, come previsto nel provvedimento notificato soltanto due giorni dopo la richiesta, osservando la procedura amministrativa prevista per tale incombente.
Per i negozi di calzature che vendono scarpe anche per bambini, dunque, basterà richiedere anche il codice Ateco relativo all’abbigliamento per bimbi per poter riaprire anche loro.
Esempio per altre situazioni
“Al risolutivo intervento prefettizio di Perugia il plauso non soltanto di aver chiarito la fattispecie nella quale gran parte degli esercizi commerciali italiani del settore si stanno dibattendo, ma anche di aver indicato il percorso per rimanere nella piena legittimità di una apertura e ripresa di cui tutta la cittadinanza è in attesa e che sarà di esempio anche per le altre similari realtà nazionali” ha dichiarato il Presidente di Confesercenti Foligno, Simone Mattioli.
“Nuovo impulso a Confesercenti
Alla soddisfazione del Presidente di Foligno si unisce quella del Presidente Regionale Giuliano Granocchia che ha dichiarato: “l’impulso che stiamo dando al ruolo di Confesercenti di vera rappresentanza al servizio degli associati ha permesso la positiva risoluzione del caso. Ringraziamo a nome di Confesercenti Umbria l’avvocato Spacchetti che ha messo a disposizione dell’Associazione la propria competenza e capacità permettendo così di rispondere ad una specifica esigenza che le misure per contrastare il Coronavirus stanno ponendo ad un settore in enorme difficoltà”.