Discussa in Consiglio Comunale a Perugia l’interrogazione della consigliera Rosetti sulla cancellazione di voli e gli annunci di voli senza averne l’autorizzazione da parte di Sase, benché i consiglieri Pd fossero usciti dall’aula al termine di una precedente interrogazione.
“La barzelletta dell’aeroporto di Perugia la conoscono ormai tutti -ha detto Rosetti- quegli annunci sono solo una pubblicità ingannevole. Eppure, ancora si continua a fare accordi con società che hanno sede a Malta, senza fare le verifiche indispensabili. C’è una forte recidiva a quanto pare, con un danno d’immagine a tutta la città più che alla società. Sase.”
Tuttavia, per la capogruppo M5S il problema non è solo regionale ma anche comunale “perchè non si fanno strategie politiche sul turismo serie, che sarebbero più necessarie e utili, invece di dare soldi a Sviluppumbria, che sarebbe anche il caso di chiuderla.”
Nell’interrogazione, presentata lo scorso 28 agosto 2017, la capogruppo M5S Cristina Rosetti ha illustrato relativamente alla cancellazione dei voli Fly Volare e Fly Marche e agli annunci in conferenza stampa rispetto alla partenza di voli, prima a partire da luglio 2017, poi da settembre 2017, pur non avendo avuto l’autorizzazione al volo, tanto da farne seguire una formale diffida da parte di ENAC. A ciò si aggiunge l’episodio dei passeggeri lasciati a terra a Olbia e di altri in partenza dallo scalo perugino, episodi che si sarebbero verificati proprio per le problematiche emerse nei rapporti tra la società di gestione del San Francesco d’Assisi e le compagnie aeree.
Per questo, la consigliera Rosetti chiede all’amministrazione comunale quali rapporti intercorrono tra la Sase e Fly Marche e Fly Volare; quanti passeggeri sono stati interessati dalla cancellazione dei voli e quali azioni di assistenza ha intrapreso la società per i passeggeri rimasti a terra, nonché quali azioni sono state intraprese nei confronti di Fly Volare. Infine, Rosetti, ha chiesto quali azioni di verifica e di controllo sono state messe n atto dal Comune di Perugia in relazione a questi episodi.
D’accordo con Rosetti si è detto l’assessore Michele Fioroni, che nel rispondere all’interrogazione ha ribadito come il primo errore, oltre quello di non aver fatto una politica strategica regionale negli ultimi quindici anni, che abbia creato le condizioni di cui un aeroporto ha necessità, ovvero creare eventi, attrattori, grandi insediamenti industriali, è il fatto di essere partiti dalla logica di dover fare uscire gli umbri piuttosto che di fare incoming verso la regione. “Si tratta -ha spiegato Fioroni- di una debolezza sistemica territoriale che è basata dal modello di governance solamente pubblico, che si è rivelato fallimentare. Ho scoperto nell’ultima riunione del Consiglio di amministrazione -ha aggiunto- che un fondo di diritto austriaco aveva manifestato un interesse verso il nostro aeroporto e di questa manifestazione d’interesse non è stata data comunicazione ai soci. Perché? Quando l’ho chiesto mi è stato risposto che non era stata ritenuta credibile.”
Anche secondo l’assessore è necessario ampliare il consiglio di amministrazione per dare più rappresentatività al tessuto imprenditoriale. “Lo abbiamo sempre detto -ha ribadito- come più volte abbiamo detto che l’aeroporto ha bisogno di management, di competenze e di un visione internazionale. Ha bisogno, insomma, di una governance di tipo privato. E se non ci sono le competenze che vengano da fuori, perchè si tratta di produre reddito e benessere sociale per il territorio.”
Rosetti in replica ha ricordato come per l’Umbria questo sia un momento storico drammatico in termini economici e occupazionali e che non c’è nulla di male a far venire le forze da fuori, se non ci sono all’interno della regione, senza per questo mettere in crisi l’identità stessa della regione, un’identità che ormai, peraltro, quasi non esiste più.
”Bisogna, tuttavia, definire un progetto e un disegno per poter attrarre da fuori. –ha concluso- Abbiamo bisogno di iniezioni di intelligenza, di creatività e di competenze.”
.