Un gigantesco punto interrogativo. L’unico vuoto sulla ricostruzione dell’omicidio di Ofelia Tiburi riguarda il movente. Il figlio Luciano Naticchi ha confessato di essersi seduto sul letto accanto alla madre e di averla strozzata ieri mattina nel suo appartamento al civico 88 di via delle Ghiande a Montelaguardia. Poi ha chiamato i carabinieri confessando l’omicidio.
“Perchè mi fai questo?”
Ma nei minuti intercorsi tra l’arrivo dei familiari e dei militari sulla scena del crimine e il momento in cui è stato portato via in direzione del carcere di Capanne Naticchi avrebbe raccontato tanti altri particolari compreso l’ultimo disperato tentativo della donna di salvarsi, “perché mi fai questo?” avrebbe detto al figlio che le stringeva le mani attorno al collo.
Il delitto
E a quella domanda di risposte al momento non ce ne sono. Non le fornisce l’indagato e nessuno intorno alla famiglia sembra essere a conoscenza di precedenti liti o dissidi tra madre e figlio. Da quando era morto suo padre (circa un anno fa), Luciano dormiva spesso nell’appartamento della madre, mentre lui viveva con la moglie e i due figli al piano inferiore. E così avrebbe fatto anche la notte precedente il delitto. Alle prime luci dell’alba avrebbe detto alla madre di rimanere ancora un po’ a letto e non alzarsi subito, poi si sarebbe seduto accanto a lei mettendo in atto l’omicidio.
Guardato a vista
Adesso l’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Falcinelli, è rinchiuso in una cella del carcere di Perugia dove viene guardato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria e nelle prossime ore sarà sentito dal Gip nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. E non si esclude che venga disposta anche una valutazione medica sulle sue condizioni psicologiche. L’uomo infatti era in cura da tempo. Infatti ieri i carabinieri coordinati dal pm Annamaria Grego hanno sequestrato oltre agli abiti, anche le medicine che assumeva per curare la forma depressiva da cui era affetto.
Confessione
E subito dopo la confessione, ieri Naticchi è stato sentito dagli inquirenti nella caserma di via Ruggia. Per tre ore in evidente stato confusionale, ha risposto alle domande confermando di fatto l’omicidio e tutti i particolari annessi. Tranne, come detto, il movente.
Autopsia
Nelle prossime ore il medico legale Laura Paglicci Reattelli, che sulla scena del delitto ha già effettuato una prima sommaria osservazione del corpo, riceverà l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo della 79enne