“Nonostante le gravi difficoltà economiche del nostro Paese, sommate alle conseguenze NEGATIVE apportate alle imprese dal sisma, il sistema imprenditoriale nella provincia di Perugia tiene …. Ma non troppo”.
Così si esprime Giorgio Buini – Presidente di API Umbria – Associazione per le Imprese dell’Umbria – dopo aver analizzato i dati forniti dalla Camera di Commercio di Perugia (secondo un’indagine di Movimpresa sulla dinamica nascita/mortalità delle aziende relativa al I trimestre del 2017) che influenzati anche dalle persistenti difficoltà congiunturali, confermano le posizioni del 2016, con un numero complessivo di imprese registrate in provincia di Perugia (al 31 marzo 2017) di 72.661 unità, con una flessione dello 0,2% rispetto al I trimestre 2016.
Secondo il Presidente Giorgio Buini – i dati dei primi tre mesi del 2017 evidenziati dall’indagine, non sono poi molto confortanti in quanto, oltre al negativo tasso di crescita del sistema imprenditoriale della Provincia di Perugia rispetto allo stesso periodo del 2016 ( – 0,50%), non si intravedono, da parte del Governo Nazionale, elementi o particolari strategie tarate per le micro e piccole imprese che, nel breve periodo, porti ad elementi di positività per un nuovo e duraturo sviluppo economico.
“Nei primi 90 giorni del 2017, prosegue Stelvio Gauzzi – Coordinatore di API Umbria – 1.240 neo imprenditori sono stati capaci di trovare le giuste motivazioni, la forza, le capacità e, soprattutto, la fiducia in loro stessi, per entrare sul mercato del lavoro, nonostante le persistenti ed oggettive difficoltà che in più occasioni la nostra Associazione ha ben evidenziato –
Tutto ciò a dimostrazione – prosegue Gauzzi – che il sistema imprenditoriale della nostra provincia e della Regione Umbria, se supportato da una seria politica a favore del 95% delle nostre imprese, la tanto decantata spina dorsale del Paese, costituita da micro e piccole imprese dell’artigianato, del commercio, dei servizi e del turismo, è vitale e riesce a resistere e a combattere una crisi ancora forte e profonda.
Tanto per evidenziare qualche numero: nei primi 90 giorni del 2017 in provincia di Perugia sono nate 1.240 nuove imprese, contro le 1.605 che invece sono cessate. Il saldo è in rosso per 365 unità, ma è necessario notare che, tradizionalmente, questo dato risulta influenzato negativamente da elementi tecnico-statistici, dovuti alla stagionalità del fenomeno.
“Secondo i dati studiati ed analizzati da Movimpresa – continua il Coordinatore di API Umbria – Associazione per le imprese dell’Umbria – Stelvio Gauzzi -, ad inizio anno, solo le società di capitali riescono a produrre un saldo positivo (+ 78) tra nate e cessate, con un andamento in controtendenza rispetto al totale delle imprese. Nei primi 90 giorni dell’anno le nuove società di capitali superano il 27% del totale delle nuove iscritte, con una crescita del 7,6%. E, per la prima volta, superano le società di persone: 16.522 unità, contro 16.331. Tuttavia, la ditta individuale resta la scelta imprenditoriale più praticata in provincia di Perugia: nel I trimestre 2017, sei nuove imprese su 10 sono rappresentate da ditte individuali. Ma anche le imprese che cessano con maggiore frequenza sono ditte individuali: quasi 7 imprese cessate su 10. Scende la densità delle imprese nei settori del Manifatturiero ( – 1%), del Commercio (-1%), delle Costruzioni ( – 1,7%) e dei Trasporti e Magazzinaggio (-1,1%). Al contrario, sono positivi i risultati dell’Agricoltura, +0,4%, che inverte una striscia negativa che durava da 5 anni, del Settore Alloggio e Ristorazione, + 0,6%, quinto risultato positivo in cinque anni. In crescita i settori del blocco Sanità e Assistenza Sociale (+5%), Istruzione (+2,3%), Attività Professionali (+0,6%), Attività Artistiche, Sportive, Intrattenimento (+1,3%). Artigianato ancora in difficoltà, anche nel I trimestre 2017, con le imprese che si riducono in provincia di Perugia a 16.492 unità, con un saldo nuovamente negativo di 162 unità, tra nate (302) e cessate (464).
“Non mancano gli stimoli per “fare impresa” concludono il Presidente ed il Coordinatore di API UMBRIA- Associazione per le imprese dell’Umbria – Giorgio Buini e – Stelvio Gauzzi – ma sempre più spesso gli imprenditori, i nostri imprenditori, si dichiarano insoddisfatti e preoccupati da un “sistema Italia” che oltre alle battute da campagna elettorale, li penalizza costantemente nei confronti degli altri partner europei e mondiali. Nulla si sta facendo infatti per sostenere le imprese abbandonate, di fatto, a se stesse, con una pressione fiscale non più sostenibile, con un costo del lavoro che non consente alle nostre aziende di produzione di rimanere competitive sul mercato internazionale e globale, con una burocrazia che costa ad ogni impresa oltre 2.000 euro l’anno, con un prezzo dell’approvvigionamento energetico superiore del 33% rispetto ai nostri competitor.
Oltre a denunciare il disagio di tanti nostri soci API UMBRIA è quotidianamente e costantemente impegnata per sostenere e condividere un nuovo modo di essere imprenditori di se stessi, attraverso i più e i tanti che quotidianamente riescono ad avere “una visione d’impresa” per rimanere competitivi sui mercati, e che sono capaci di assimilare alcune nuove strategie che, a partire dal gioco di squadra e dalla capacità di presentare progetti di rete o di filiera, gettano le basi per un futuro certamente più lusinghiero e di soddisfazione, magari accompagnando anche le Start Up e le nuove imprese.”