I lavoratori dei Servizi per l’impiego dell’Umbria hanno proclamato lo stato d’agitazione. La decisione è arrivata dopo la riunione a Perugia e Terni delle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori dei centri per l’impiego dell’Umbria, che hanno approvato il documento presentato congiuntamente dalla Rsu e dalle organizzazioni sindacali regionali Fp Cgil Fp Cisl Fpl Uil.
>> Articoli correlati: Servizi per l’impiego, il nodo dei 176 lavoratori
In particolare, il documento – che contiene le richieste che le organizzazioni sindacali e la Rsu rivolgono alla Regione Umbria – mette in evidenza la centralità del ruolo e della funzione dei centri per l’impiego nella realizzazione di una vera, compiuta e articolata politica attiva del lavoro. Questo significa, concretamente, garanzia del ruolo pubblico del servizio; esaurimento della fase di “avvalimento” del personale con inserimento nei ruoli regionali e attivazione delle procedure per la stabilizzazione dei precari.
Secondo i sindacati, “la precarizzazione ripetuta dei rapporti di lavoro, la deresponsabilizzazione degli enti preposti a organizzare l’attività, l’inutile, dannosa e costosa fase di ammiccamento e apertura al privato (che per legge e per mission ha altre finalità) e il ricorso ingiustificato all’istituto dell’avvalimento nella gestione del personale stanno rischiando seriamente di disperdere un patrimonio di grande professionalità e competenze (riconosciuto da tutti gli indicatori di settore), penalizzando i cittadini utenti, soprattutto in una congiuntura economica negativa con effetti sociali devastanti”.
Per questo, a sostegno della piattaforma sindacale le assemblee hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali e alle Rsu di proclamare lo stato di agitazione, attraverso “iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione dei cittadini e delle forze politiche”. Inoltre, sindacati e Rsu chiederanno “un tavolo di confronto tematico permanente con le controparti, a partire dalla Regione Umbria”, con l’obiettivo di garantire “un futuro ai servizi per l’impiego, una giusta valorizzazione dei lavoratori coinvolti e garantendo un futuro a un servizio pubblico fondamentale, assolvendo le maggiori gravose funzioni derivanti dalle disposizioni legislative in materia”.