L’antico teatro romano di Carsulae ritrova il suo pubblico, ritorna ad ospitare spettatori, al termine dei lavori di ripristino funzionale, un intervento da 400 mila euro, voluto dall’assessorato ai Lavori Pubblici. Giovedì 30 giugno l’apertura, con un programma che inizia alle 18, al centro visite, con la presentazione del volume che illustra il progetto e la sua realizzazione. Previsti gli interventi degli assessori ai Lavori Pubblici Stefano Bucari, alla Cultura Giorgio Armillei, all’Urbanistica Francesco Andreani, di Giovanni Carbonara professore di restauro architettonico della Sapienza di Roma, di Elena Calandra soprintendente, di Piero Giorgini e Andrea De Angelis progettisti dell’opera, la visita guidata di Carlo Infante: un walkabout che esplorerà la struttura urbana dell’antica Carsulae e sarà un’occasione per conversare, grazie ai sistemi whisper-radio, con gli archeologi e i cittadini che parteciperanno, sulla rigenerazione di questo straordinario sito e sulla sua storia. A seguire un breve spettacolo di Stefano De Maio, il taglio del nastro ad opera del sindaco Leopoldo Di Girolamo e del vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli.
L’intervento. Il Comune di Terni ha partecipato al bando del programma Por Fesr 2007 – 2013 Asse II, Attività b2 Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio ambientale e culturale presentando il progetto preliminare per la funzionalizzazione del teatro romano ubicato nell’area archeologica di Carsulae. Il progetto è risultato vincitore ottenendo il finanziamento per complessivi 400.000 euro.
L’intervento consiste nel riuso funzionale nel rispetto dell’analisi filologica degli elementi costituenti il teatro romano: innanzitutto la ricostruzione della gradonata destinata al pubblico limitatamente alla parte più bassa (ima cavea) della cavea originale che si estendeva in alto (summa cavea) sostenuta dai muri radiali ancora visibili. I posti a sedere realizzati sono circa 400 (la capienza del teatro originale è stata stimata di 2000 posti) e le strutture interamente lignee hanno un impatto molto limitato in quanto rispondenti ai criteri di sostenibilità e reversibilità propri della ingegneria naturalistica.
Le proporzioni dei nuovi gradoni e delle tre scale di distribuzione sono state desunte dalle misure degli elementi architettonici originali ancora in situ. Il progetto ha previsto anche la ricostruzione del palcoscenico che come in origine è stato realizzato con un tavolato. La riproposizione del palco (pulpitum), dopo uno studio filologico dei resti, nella posizione e delle dimensioni del teatro originale, permette il riuso dello stesso come avveniva un tempo consentendo all’azione scenica di svolgersi sia sul palco che nello spazio semicircolare dell’orchestra.
Alle spalle del palcoscenico, il teatro romano presentava un edificio scenico quale fondale per le rappresentazioni, lo scenae frons, molto sviluppato in altezza e caratterizzato da elementi decorativi quali colonne, cornici e trabeazioni. Di quest’importante elemento architettonico che occludeva quasi totalmente agli spettatori la visuale sullo spazio circostante e che differenziava fortemente il teatro romano dal modello greco, si è voluta vivificare la memoria riproponendo la sagoma semplificata delle tre porte sceniche che si aprivano sulla parete di fondo: la Porta Regia al centro e le due simmetriche Porte Ospitali ai lati. Tali porte sono state realizzate con un semplice profilo metallico di limitato impatto visivo ma funzionali nell’obbiettivo di una reintegrazione dell’immagine del monumento storico.
Uno specifico studio dell’illuminazione del nuovo intervento nel sito archeologico, garantisce la realizzazione di un’ambientazione suggestiva e di notevole impatto. Un nuovo percorso di accesso che collega direttamente il centro visite al teatro, di ridottissima pendenza e opportunamente illuminato, permetterà la fruizione del monumento e degli spettacoli a persone con ridotte capacità motorie.