L’avvocato Massimo Proietti, legale difensore della famiglia Raggi, presenterà due atti di citazione a giudizio nei confronti della Presidenza del Consiglio Dei Ministri e del Ministero Dell’Interno e Della Giustizia.
L’assassino di David Raggi, il giovane ternano di 27anni che ha perso drammaticamente la vita il 12 marzo 2015, è stato già condannato in primo grado a 30 anni di reclusione, ma, secondo una normativa europea, la direttiva 80 del 2004, la famiglia della vittima avrebbe avuto diritto a un fondo che lo Stato avrebbe dovuto costituire, entro il 2005, per reati di natura transnazionale (caso tra i quali rientrerebbe anche l’omicidio di David). Il fondo, invece, non è stato istituito, venendo meno così all’essenza della direttiva stessa, cioè quella di garantire ai familiari delle vittime un risarcimento economico che alcuni colpevoli non potrebbero altrimenti sostenere.
Le giurisprudenza conta già due precedenti nell’ambito dei quali si è condannato lo Stato per la stessa inadempienza, una volta dal tribunale di Torino e una volta dal tribunale di Roma; in entrambi i casi si trattava di omicidio.
La posizione giuridica di Aziz e la circostanza del suo essere in Italia, sono le questioni intorno alle quali ruotano la seconda citazione a giudizio, questa volta nei confronti del Ministero dell’Interno e Giustizia. Secondo l’avvocato Proietti, infatti, Aziz non avrebbe dovuto trovarsi in stato di libertà, perché già condannato a quasi 7 anni per reati commessi precedentemente nelle Marche. Il legale ha poi fatto riferimento al fatto che Aziz non doveva trovarsi in Italia, visto che la sua richiesta di protezione internazionale non avrebbe potuto trovare accoglimento per la mancanza di requisiti.
Il legale difensore di Amine Aassoul, il vero nome di Aziz, l’avvocato Panebianco, ha intanto preparato le carte per il secondo grado di giudizio, sostenendo la tesi difensiva che quello di David Raggi sarebbe stato un omicidio preterintenzionale e non volontario.