Nonostante il calo dei tassi d’interesse i mutui italiani sono tra i più cari d’Europa, con il 9% in più rispetto al resto del vecchio continente. Inoltre, tra i principali Paesi che utilizzano la moneta unica, solo i Paesi Bassi registrano un tasso medio superiore a quello del nostro paese. A dircelo è il presidente degli Angeli della Finanza, Domenico Panetta, che aggiunge: “A giugno 2015 registriamo un tasso media per operazione di circa il 2.20% rispetto ad una media europea ferma al 2.02%. Se analizziamo invece l’andamento delle consistenze erogate dagli istituti di credito attraverso i mutui alle famiglie dell’area euro, dal 2011 al 2015 l’incremento è stato del 2,6%, mentre in Italia il dato è rimasto pressoché stazionario: -0,7%“.
“In termini assoluti, – continua Panetta – lo stock che le banche italiane hanno erogato al 30 giugno di quest’anno è pari a 359 miliardi di euro. Si tratta di un valore nettamente inferiore rispetto al dato olandese (401,9 miliardi di euro), a quello spagnolo (565,8 miliardi), a quello francese (875,8 miliardi) e a quello tedesco (1.061,3 miliardi). Si pensi che dal 2011 al 2015 in Francia l’aumento percentuale è stato di 9,4 punti e in Germania di 9,3 punti”.
Il presidente degli Angeli della Finanza sottolinea che, nonostante questo calo dei tassi, il mercato dell’edilizia è ancora in crisi e non riesce a decollare come negli anni d’oro. Gli ultimi dati presentati dall’Agenzia delle Entrate, fa presente Panetta, dicono che rispetto allo stesso periodo del 2014, nel primo trimestre di quest’anno le compravendite del settore residenziale sono scese del 3%, con una punta del -4,6% nei Comuni capoluogo di provincia.
A livello territoriale, invece, la situazione più pesante si avverte nel Centro: -7,3%. Segue il Nord (-2,4%) e poi il Mezzogiorno (- 0,8%). Per quanto riguarda le compravendite riferite alle grandi città, solo Milano (+2%), Napoli (+3,6%) e Palermo (+11,2%) hanno registrato una variazione positiva nel primo trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In tutte le altre metropoli, invece, si è verificata una contrazione: Bologna -0,1%, Firenze -1%, Torino -9,5%, Roma -11,4% e Genova -18,9%.