A Paterno, frazione montana del Comune di Vallo di Nera, domenica 3 maggio si sono tenuti i festeggiamenti in onore del patrono San Giusto. Al Santo martire è dedicata la bella pieve preromanica che sorge in aperta campagna appena fuori dal paese, a metà strada tra Paterno e Montefiorello. Appena diciotto abitanti popolano questo piccolo centro agricolo che si affaccia sulla valle del Nera appoggiato su uno sperone di roccia, uliveti e macchia selvatica, proprio sopra a Piedipaterno che dell’antico castello fortificato fu il borgo di fondovalle.
Paterno è conosciuto in zona per essere la patria dei fabbricatori di canestri, nei secoli fu protagonista più volte della storia della Valnerina e fino al 1881 ebbe il titolo di Comune indipendente; successivamente, insieme a Meggiano, venne unito a Vallo di Nera. Il trasferimento in basso della viabilità principale ne capovolse le sorti e ne decretò il lento spopolamento.
La festa di San Giusto richiama, comunque, sempre molte persone: abitanti dei paesi vicini, ex residenti, amici e conoscenti che vengono accolti con molta cordialità. Alla Messa di quest’anno, celebrata dal parroco don Giuseppe e animata dall’organista Andrea Rosati, ha fatto seguito un ricco convivio a base di piatti della cucina locale, preparati dagli abitanti di Paterno e offerti a tutti i presenti. Fino a qualche anno fa alla Messa faceva seguito la Processione delle Rogazioni con la benedizione dei campi e le invocazioni a proteggere il raccolto dalla grandine, dalle folgori e dagli insetti nocivi.