Carlo Vantaggioli
Quando scrivemmo di Segnali 2014, dicendo che la rassegna, alla sua quarta edizione, aveva raggiunto una maturità promettente, non ci eravamo sbagliati più di tanto. Ma più che dirlo noi, a cui la passionaccia per l'avanguardia la ricerca musicale ed in genere la composizione non difetta, è stato il pubblico che in queste giornate di inizio aprile ha sempre tributato un gradimento convinto, con una partecipazione numerosa agli appuntamenti in programma.
Per fare un esempio pratico, al seminario sulla composizione di Patrizio Fariselli, risulta che abbiano partecipato 50 persone che rispetto al limite stabilito in partenza erano già in sovrannumero, mentre sono rimasti fuori dalla porta almeno altre 20 persone. Ecco questo è stato il termometro degli eventi collaterali ai concerti sia di Fariselli che di Francoise Barrière e sui quali abbiamo già detto nei giorni scorsi. (clicca qui– e qui)
E la chiusura non poteva che essere pirotecnica, scoppiettante e sopratutto in linea con il contesto ed il linguaggio di Segnali 2014
Non avevamo mai visto dal vivo Nicholas Isherwood, e la prima volta (ieri sera 9 aprile ndr.) è stata come la prima notte di nozze, eccitante ed indimenticabile.
Isherwood è una specie di contenitore umano in cui sono conservati “spiriti” artistici di diversa provenienza. Definirlo poliedrico è una sciocchezza. Per cui preferiamo pensare che provenga da un altro pianeta con il compito di fornire ai terrestri nuovi strumenti di interpretazione sulla musica, sulla voce ed anche sulla prova attoriale. E chi ha pregiudizi in tal senso si arrangi.
Cage e gli altri-Il concerto si apre con il brano “Aria con Fontana reMix (1958-2009)” nella versione tratta da Cage del giovane compositore Gianluca Verlingieri, più volte eseguita in Europa e in Sudamerica. “Aria” di John Cage è scritto con curve melodiche colorate e scatole nere. Ogni interprete sceglie 8 timbri – colori – vocali diversi ed una serie di rumori per le scatole. “Fontana Mix” è un pezzo per nastro magnetico composto e realizzato da Cage, in casa della Signora Fontana. I due brani sono stati eseguiti insieme in prima mondiale nel 1959 e “Aria” venne dedicato in quell’occasione a Cathy Berberian che ne fu l’interprete. Isherwood usa nella sua interpretazione ovviamente il registro del Basso e del Baritono, ma fugge appena può dalle regole, senza contare che il tutto è regolato dalla presenza di giocattoli suonanti e parlanti, incluso il celeberrimo Psy (in graziosa plastica luccicante) ed il suo tormentone Gangnam Style. E' chiaro che il vero pezzo di antichità in questo caso è Psy.
L'uso della mimica facciale trasforma Isherwood stesso in una sorta di simil-giocattolo cantante e recitante. Un demiurgo che si diverte a usare tutto il materiale di cui ha disponibilità su un tavolinetto alla bell'e meglio.
A seguire il brano “Aphasia” (2010) dell’importante compositore contemporaneo statunitense Mark Applebaum, pezzo del “repertorio vocale che è possibile eseguire anche quando il cantante ha la laringite” visto che non produce alcun suono in scena e che si ascoltano dei campioni di voce dell'interprete, elaborati in digitale mentre l’esecutore compie soprattutto una serie di gesti con le mani.
Un pezzo di bravura che supera la dimensione fisica dell'attore per diventare una sorta di montaggio video in presa diretta, velocissimo, che lascia il pubblico a bocca aperta tanto che c'è anche una esitazione sul fatto di aver capito bene se il pezzo era finito o meno.
Terzo pezzo quello scritto, sempre ad hoc per Isherwood, da Enrico Cocco e Rosario Marrocco “MinD DreaM” (2011), dove in tre quadri si affronta il tema della metamorfosi della città quale luogo di proliferazione di linguaggi mutanti con riferimenti letterari da Ovidio a Calvino. A cui segue in rapida sequenza il “Lamento del molare frustrato” (2006) per voce, elettronica e video composto da Stefano Bassanese e Paolo Pachini, a partire anche qui da uno spunto letterario offerto dal lavoro di teatro musicale dello scrittore Tiziano Scarpa “Fuori dai denti”, di cui il pezzo racconta la storia grottesca e surreale della sesta “seduta dentistica”, considerando i denti come confini dell’apparato fonatorio e riflettendo sull’identità vocale grazie ad un molare schizofrenico che si crede una medusa. Sic!
Scritture e partiture fantastiche che Isherwood, dotato di una tecnica vocale enorme, rende vibranti mentre sullo schermo scorrono in un montaggio onirico ponti, corone, panoramiche, impianti lussuosi e persino pauperistiche otturazioni dentali. Come non pensare ad altri grandi non-attori come Carmelo Bene o studiosi e intepreti del “cantare la voce” come Demetrio Stratos (anche lui interprete per John Cage ndr.)
“Comici ed Extraterrestri”- Ossia “Capricorn” (1975-77) di Karlheinz Stockhausen, è invece il pezzo che chiude la serata di Perugia. Partitura dove un essere proveniente dalla stella del cane (“l'uomo, la terra, l'inverno, il seme”) presenta la musica della sfera Sirio per i terrestri, per finire con la cristiana mistica “annunciazione” di Jakob Lorber. Il lavoro si basa su semplici melodie dalla composizione di Stockhausen ZODIAC, che è a volte rallentata così tanto che la melodia non è più riconoscibile o accelerata fino a diventare un timbro su una nota.
Isherwood indossa un costume originale studiato appositamente per la prima rappresentazione del lavoro di Stockhausen con il quale ha collaborato per lunghi anni.
Al suo ingresso in scena, basta una frazione di secondo per riconoscere lo stile “astrale” di un' altro grande protagonista della musica degli anni '60-'70, Sun Ra, che avrebbe invidiato molto la fattura creativa di questo splendido reperto storico.
Inutile dire che Isherwood è l'interprete perfetto per una simile composizione. Le sue modulazioni vocali sono un tratto identificativo che non può essere confuso con il funanbolismo da circo. Spesso ci è capitato di studiare artisti dalle prestazioni tecniche mostruose ma che poi non riescono a creare quello che, con un termine antico ma efficace potremmo definire “eggregoro” tra pubblico, luogo dell'esecuzione, attori-cantanti-musicisti e opera stessa. E così, alla fine del pezzo le astronavi lasciano la sala.
Sun Ra era famoso (ed anche un pò preso per balengo) per aver sostenuto tutta la vita di avere un suo dialogo costante con gli extraterrestri. Con il concerto di Isherwood invece tutti volano via davvero.
A questo punto se ne riparla il prossimo anno, quando più o meno in aprile riatterreranno tutti di nuovo all'Auditorium del Conservatorio della Musica di Perugia per la V^ edizione di Segnali.
Bio: Nicholas Isherwood (Stati Uniti)
Basso-baritono e performer vocale, è uno dei massimi interpreti della musica antica e contemporanea. Ha lavorato con Joel Cohen, William Christie, Peter Eötvös, Paul McCreesh, Nicholas McGegan, Kent Nagano, Zubin Mehta, Helmuth Rilling, Gennadi Rozhdestvensky, oltre ai compositori Sylvano Bussotti, Elliott Carter, George Crumb, Hans Werner Henze, Mauricio Kagel, György Kurtág, Olivier Messiaen, Giacinto Scelsi, Karlheinz Stockhausen e Iannis Xenakis nei teatri più prestigiosi del mondo (La Scala, Covent Garden, Théatre des Champs Elysées, Salzburg Festival, Concertgebouw, Berlin Staatsoper, Vienna Konzerthaus, Tanglewood). Ha cantato 'Antinoo' nel “Ritorno di Ulisse in Patria” con Boston Baroque, 'Claudio' nella “Agrippina” di Händel con Nicholas McGegan, 'Satiro' in “Orfeo” di Rossi e 'Pan' in ’”Alcione” di Marais con Les Arts Florissants, 'Joas' ne “Il Gedeone” di Porpora con Martin Haselböck, 'Frère Léon' nel “Saint François d’Assise” (nell’ultima produzione del compositore Messiaen), 'Der Tod' in tre produzioni del “Kaiser von Atlantis” di Ullmann (alla Bach Akademie a Stoccarda, per la Konzerthaus di Berlino ed al Centre Pompidou), 'Joe' in “Dark Waters” di Ernst Krenek alla Konzerthaus di Berlino, 'Romeo' in “Roméo et Juliette” di Pascal Dusapin al festival di Avignone, 'Lear' in “Vision of Lear” di Toshio Hosokawa alla Biennale di Monaco, 'Il Testimone' nel “Tieste” di Sylvano Bussotti ed il ruolo del protagonista nel “Re Nudo” di Luca Lombardi all’Opera di Roma, 'Micromégas' nell’opera omonima di Paul Mefano, 'Giovanni Falcone' nel “Tempo Sospeso in Volo” di Nicola Sani al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, 'Astradamors' nel “Grand Macabre” di György Ligeti al Teatro dell’Opera di Roma, al Museumquartier di Vienna ed al Palazzo della Musica di Budapest e 'Lucifer' nelle prime assolute di “Montag”, “Dienstag”, “Freitag” del ciclo “Licht” di Karlheinz Stockhausen alla Scala e all’Opera di Lipsia e “Donnerstag aus Licht” al Covent Garden. Ha improvvisato con Steve Lacy, Joëlle Léandre, Sainkho Namtchylak e David Moss, registrato 50 CD e recitato in tre film. Ha pubblicato un articolo su Scelsi nella rivista della Fondazione Scelsi. Ha pubblicato articoli sul vibrato vocale (Journal of Singing), la musica di Giacinto Scelsi (Rivista della Fondazione Scelsi) e la musica di Luigi Nono (Musica e Realtà). Il suo libro Le tecniche di Canto è stato pubblicato da Bärenreiter Verlag. È stato professore di canto all’Università di New York, a Notre Dame, all’University of Oregon, alla Calarts e all’École Normale de Musique e ha condotto stage in luoghi quale il Conservatorio di Parigi, il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, il Mozarteum di Salisburgo ed alla Musikhochschule di Colonia. Tiene attualmente il corso sul canto contemporaneo alla Universität der Künste di Berlino.
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