Terni, il dramma di Chernobyl rivissuto attraverso gli occhi di una 'bambina di 90 anni' - Tuttoggi.info

Terni, il dramma di Chernobyl rivissuto attraverso gli occhi di una 'bambina di 90 anni'

Redazione

Terni, il dramma di Chernobyl rivissuto attraverso gli occhi di una 'bambina di 90 anni'

Mer, 09/10/2013 - 10:51

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Luca Biribanti

Accogliere in casa una bambina di 8 anni, proveniente da Chernobyl, che non ha mai visto una doccia in vita sua, mai fatto una scala, mai seduta a tavola per un pasto è un'esperienza che molte famiglie ternane hanno deciso di intraprendere. Ma quella di Patrizia Fortunati si è trasformata in un romanzo che sta avendo grande successo, “Marmellata di prugne”.

Il libro racconta le 10 estati che Ludmilla (uno pseudonimo), la bambina di 8 anni di Chernobyl, ha trascorso come ospite nella famiglia della scrittrice.

“Il racconto è diviso in 2 parti – ci dice Patrizia Fortunati contattata telefonicamente – nella prima descrivo la vicenda biografica di Ludmilla bambina, mentre nella seconda immagino che Ludmilla abbia 90 anni e che ricordi il tempo trascorso con noi. Oggi Ludmilla ne ha 27 di anni, 2 figlie e una vita in Bielorussia”.

Una storia dal sapore agrodolce, come quello della marmellata alla prugne “Il titolo – ci dice ancora Patrizia Fortunati – viene da una ricetta che mia nonna preparava sempre in casa. Quando Ludmilla è venuta da noi, spesso la facevamo insieme e poi si faceva merenda con tè e marmellata”.

Come sta oggi Ludmilla?

“Ludmilla ha 27 anni e 2 bambine che cresce da sola. Ha infatti lasciato il marito dopo aver subito violenze, trovando il coraggio di uscire dalla logica maschilista del paese in cui vive grazie ai 10 anni passati in Italia. Oggi ha un cellulare con il quale ogni tanto ci sentiamo. Se qualche associazione capita dalle sue parti non manco mai di farle recapitare tortellini secchi, tra i suoi cibi preferiti, e qualche pensierino per le bimbe”.

Come mai non ha deciso di restare?

“Questa è una cosa che mi ha colpito molto. Spesso con la mia famiglia ci siamo preoccupati per il suo futuro e cercare il modo di farla restare in Italia, ma lei non ne ha mai voluto sapere. Nonostante ci sia povertà e abbia molte difficoltà in Bielorussia ci ha sempre detto che lei appartiene alla sua gente e alla sua terra e che tra di loro sarebbe tornata”.

©Riproduzione riservata


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