Spoleto, al Cantiere Oberdan scuola di Tango con l'Associazione Volver - Tuttoggi.info

Spoleto, al Cantiere Oberdan scuola di Tango con l'Associazione Volver

Redazione

Spoleto, al Cantiere Oberdan scuola di Tango con l'Associazione Volver

Sab, 05/10/2013 - 10:30

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Lo spazio del Cantiere Oberdan si arricchisce di un'altra iniziativa di danza, accoglie presso la propria sede in Piazza San Gabriele dell’Addolorata, a Spoleto, la scuola di tango argentino Volver tenuta dalla maestra Roberta Coen che attualmente collabora con gli argentini Gerardo Quiroz e Santiago Castro a Roma ed ha aperto quest’ anno una nuova sede a Bastia Umbra e una a Pescara.
Già presente nel territorio spoletino da tre anni, ogni giovedì dal 3 Ottobre, i nuovi corsi per principianti assoluti dalle 19.30 alle 21, mentre gli intermedi e gli avanzati dalle 21 alle 22.30, e a seguire la pratica aperta a tutti sino alle 0.30.
Non occorre essere in coppia per iscriversi, ma solo la voglia di divertirsi, di stare insieme, di muoversi e comunicare con il proprio corpo.
Il tango è un linguaggio con cui esprimersi , cioè parlarsi in un abbraccio. Le sue origini incerte sono nel Rio de la Plata, questo grande estuario del fiume che bagna Buenos Aire e Montevideo.
Oramai diffuso e apprezzato in tutto il mondo ed in ogni fascia di età , fa la sua comparsa nei sobborghi di Buenos Aires intorno al 1880.
Nulla si sa di come sia nato, appare all'improvviso come una sorta di linguaggio comune della gente di Buenos Aires, in cui folle di immigrati italiani, spagnoli, tedeschi, russi, famiglie numerose abitano fianco a fianco nei grandi conventillos, nei cui cortili le note e i passi uniscono le persone più di quel castigliano sgrammaticato che ciascuno si sforza di parlare.
Nell'arrabal, il quartiere di periferia, si realizza l'incontro fra la gente del porto ,e delle campagne e della pampa che porta la payada, un'antica forma di poesia popolare caratteristica delle feste di paese: il payador improvvisa sei versi endecasillabi, seguiti da un caratteristico stacco di chitarra.
Intorno al 1870 la payada si evolve e ad essa si unisce il ballo: è la habanera, danza spagnola diffusasi a Cuba e portata dai marinai fino alle due sponde del Rio della Plata, che si diffonde ma immediatamente si trasforma, assumendo l'andamento caratteristico e insolito di una camminata in cui l'uomo avanza e la donna indietreggia. Nasce così la milonga, e milonguear significa passare la notte alternando canto e ballo.
Dal porto di Buenos Aires arriva anche il candombe, danza caratteristica dei neri (che avevano abitato un piccolo borgo nella parte vecchia prima di scomparire decimati dalla febbre gialla), in cui le coppie ballano separate ma molto vicine, abbandonandosi a sensuali movimenti pelvici. Questi gli ingredienti che si fondono nel tango. I primi tangueros di cortile non lo improvvisano, se pur nemmeno frequentano corsi presso maestri professionisti: è durante la settimana, dopo il lavoro, che piccoli gruppi di uomini provano e riprovano fra loro i passi, mentre altrove le donne fanno la stessa cosa, per prepararsi al ballo della domenica.
Anche oggi il tango è divertimento, non solo quando ci si lancia in pista alla festa o nel salòn, ma anche facendo parte di allegre e chiassose comitive che si ritrovano per provare e ripetere e non come alcuni pensano, senza conoscerlo, che è “pensiero triste che si balla”.
E’ un ballo totalmente libero, privo di coreografie predefinite. Mentre le altre danze si fondano su una figura di base da ripetere alternandola a qualche occasionale variante, il tango è del tutto privo di schemi ripetitivi.
Non è di apprendimento immediato, e per ballarlo non basta salire in pista (come avviene con le altre danze di società) e seguire il ritmo, ne è sufficiente accompagnarsi a un partner che già lo conosce e “farsi portare”.
La salida basica è solo una combinazione di passi che si utilizza per imparare a ballare (cioè a … non ripeterla), mentre le figure classiche (ocho adelante, ocho atràs, mordida, medialuna, ecc.) vengono continuamente assemblate, sospese, frammentate e ricombinate, in un'unica caleidoscopica figura che non si ripeterà mai uguale. Le coppie non procedono mai in modo fra loro coerente: ognuna segue di volta in volta direzioni diverse (e la necessità di evitare le collisioni impone ulteriormente di decidere istante per istante il passo da eseguire), anche se viene complessivamente mantenuta una lenta rotazione in senso antiorario.
Mentre chi balla il valzer o la polka la musica è un supporto ritmico, e la melodia un accompagnamento; un brano o un altro, un interprete o un altro vedono i ballerini eseguire sempre gli stessi movimenti, per il tango le cui melodie sono ricche di differenti coloriture musicali, gli stili interpretativi e gli impasti strumentali così diversi, la poetica dei testi così mutevole, che passare da un brano all'altro (o anche da un esecutore all'altro di uno stesso brano) significa entrare in una condizione emozionale nuova, che ispira un portamento e uno stile che non sono mai gli stessi.
Il tango pian piano ti cambia la vita, perché cambia l’approccio verso gli altri ed anche con se stessi. Ballare tango bisogna confrontarsi col partner, ascoltarlo, non prevaricarlo e dargli fiducia, è l’uomo che conduce, la donna si fida e si affida.
Paolo Conte dice: come una lucertola è il riassunto di un coccodrillo, così il tango è il riassunto di una vita.
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(foto:carvan)

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