Carlo Ceraso
Più che un fantasy sta diventando un vero e proprio “giallo”. La polemica scatenatasi intorno a “To be king”, il film del regista Ben Sombogaart prodotto dalla olandese Kasander Film B.V., circa il mancato pagamento di attori, comparse e fornitori italiani (il film è stato girato a Spoleto, Roma e Caprarola, in provincia di Viterbo) rischia di prendere la strada delle vie legali. Dopo il comunicato emesso dal Comitato dei creditori ribattezzato “Pay Kasander Pay” (paga Kasander paga – clicca qui), che accusa la società di Kees Kasander e della moglie Wilhelmina Rasenberg di esser ‘fuggiti’ dall’Italia senza aver liquidato quanto di competenza, sono gli avvocati della coppia a ribattere punto su punto accusando la Cornelius Cinema di Roma. La società capitolina non ha fornito alla società olandese le carte contabili relative alla produzione cinematografica: questa almeno la tesi degli avvocati Stefano Silvestri e Giovanni Piazza dello studio legale Bird & Bird di Milano che hanno inviato una nota a Tuttoggi.info al fine di fare luce sulla vicenda.
Kasander “innocente” – leggiamo la nota dei due legali: “Si deve rimarcare che è stato contrattualmente previsto che i costi della lavorazione del film in Italia sarebbero stati sostenuti dalla società Cornelus Cinema Srl, la quale avrebbe pertanto provveduto direttamente ad incaricare e quindi pagare i vari collaboratori e fornitori da essa coinvolti. Cornelius Cinema Srl avrebbe poi ottenuto dalla Kasander Film B.V. il rimborso di quanto speso; ciò, ovviamente, entro determinati budget contrattualmente previsti e a fronte della presentazione degli idonei giustificativi di spesa. Chiarito che nessun attore, comparsa, tecnico o fornitore ha ragioni di credito nei confronti della Kasander Film B.V., bensì della Cornelius Cinema Srl, si evidenzia che tanto Kasander Film B.V. quanto la European Film Bonds A/S hanno infatti, ormai dallo scorso mese di giugno, ripetutamente chiesto all’organo amministrativo di Cornelius Cinema Srl di avere i necessari riscontri in merito ai pagamenti che sarebbero stati compiuti utilizzando i fondi già erogati. Tale richiesta che – ripetiamo – proviene non solo dai nostri assistiti, ma anche da un soggetto terzo quale la European Film Bonds A/S è, a tutt’oggi, rimasta priva di qualsiasi riscontro. E ciò desta non pochi sospetti e preoccupazioni in quanto, laddove le risorse fornite dalla Kasander Film B.V. fossero state utilizzate per fini pertinenti con la realizzazione del film in discussione, non dovrebbero esserci problemi a darne un pronto e completo riscontro. La cautela della Kasander Film B.V. è del resto imposta anche dal fatto che essa deve rispondere ai propri finanziatori, di cui alcuni pubblici (come peraltro riferito anche nel Vostro articolo), dell’utilizzo delle risorse messe a disposizione per la realizzazione del film “To be King”. La spiacevole situazione venuta a crearsi non è quindi minimamente addebitabile alla Kasander Film B.V. o comunque ai signori Kasander, i quali ribadiscono – nostro tramite – la piena volontà di dar corso a tutti gli impegni di spesa previsti nel budget concordato con i finanziatori e i garanti dell’esecuzione del film a condizione che la Cornelius Cinema Srl proceda finalmente a fornire la documentazione comprovante l’utilizzo pertinente dei fondi già messi a disposizione di quest’ultima”.
Pay Cornelius Pay – anche il produttore olandese ha voluto dire la sua utilizzando il proprio blog dove ha postato un commento che non appare perfettamente in linea con quanto scritto subito dopo dai propri legali. Kees Kasander ricorre ad un linguaggio più diretto e attacca senza mezzi termini la Cornelius Cinema che non avrebbe “utilizzato i fondi ricevuti dal governo olandese per gli scopi” previsti dal contratto. Ecco cosa compare sul blog: “I creditori dietro Pay Kasander Pay sono in realtà le persone che devono ricevere i soldi da Cornelius Cinema e NON da Kasander Film. La revisione contabile effettuata da un amministratore indipendente ha mostrato che i soldi (ricevuti dal governo Olandese) che sono stati inviati alla Cornelius Cinema per il pagamento dei debiti con troupe e fornitori, non sono stati utilizzati per questi scopi. Inoltre, la Cornelius Cinema ha generato un ammanco finanziario rispetto ai soldi garantiti per il finanziamento della produzione. Per questo motivo riteniamo corretto che il nome del comitato debba essere “Paga Cornelius Paga” e non “Paga Kasander Paga”. Non ci sono mai state fornite informazioni rispetto a troupe e fornitori, che non sono stati pagati sul film, nonostante le richieste siano state fatte già a partire dalla fine di Giugno. Solo quattro dei fornitori utilizzati da Cornelius Cinema hanno contattato direttamente la Kasander, dopo aver inviato numerose email a Cornelius Cinema, senza mai ottenere risposta. La Kasander Film è intenzionata a fare tutto quello che è in suo potere per aiutare i creditori di Cornelius Film, ma fino ad adesso tutto quello che era in nostro potere è stato fatto. Suggeriamo ai creditori di contattare Nina Crone dell' European Film Bond, invece di Pay Kasander Pay. Stiamo cercando di organizzare un incontro con il sindaco di Spoleto per spiegare le nostre ragioni e trovare tramite lui una mediazione” (qui).
Cornelius e Comitato a Spoleto – non è solo la produzione a cercare la mediazione (?) del sindaco della città del festival Daniele Benedetti. Già un rappresentante del comitato, Mirko Peruzzi, e il produttore indipendente Livio Negri hanno incontrato il primo cittadino di Spoleto, pronto a fare la propria parte in favore delle maestranze e dei fornitori. Se Peruzzi non risponde al cellulare, Negri si limita ad annunciare che “sabato mattina prossimo saremo a Spoleto insieme a Cristiana Valle della Cornelius per incontrare di nuovo il sindaco Benedetti, la stampa e i creditori. A tutti mostreremo le carte in nostro possesso che attestano le responsabilità della Kasander Film”. Di più il produttore italiano non vuol dire, facendo capire che si sta lavorando ad una iniziativa “clamorosa” che sarà svelata solo domani (sabato). Impossibile parlare con un rappresentante della Cornelius Cinema. Trapela però la notizia che il coinvolgimento della società romana sarebbe solo nella veste di “produttore esecutivo” e non di “coproduttore”; le cose con la Kasander sarebbero comunque andate storte sin dalle prime battute se è vero che sul set si è registrato anche uno sciopero delle maestranze che avrebbe costretto la produzione olandese a versare in fretta e furia una cifra per far riprendere le riprese.
Cornelius “Tutto falso” – sulla vicenda arriva anche la nota dell’avvocato Simone Faiella, nominato dalla Cornelius Cinema Srl e dal delegato di produzione della Kasander Livio Negri. Leggiamo: ““Con la presente intendiamo precisare e rettificare che la nostra società, la Cornelius s.r.l., ha sempre utilizzato i soldi ricevuti dalla Kasander Film solo ed esclusivamente per spese inerenti alla produzione. Non abbiamo ricevuto dalla Kasander Film tutti i fondi, che come concordato contrattualmente, sarebbero dovuti servire per far fronte alle nostre obbligazioni riferite al film.
Abbiamo sempre agito nella massima buona fede ed infatti, abbiamo invitato più volte l'amministratore generale olandese del film Marc Tholesen a visionare la contabilità inerente al film, ma questi non si è mai presentato. Abbiamo invitato la produttrice olandese del film Willy Rasenberg, anche responsabile contabile della Kasander Film, a ispezionare i citati libri contabili, ma anche lei non si è mai presentata. Deve inoltre essere rimarcato come radicalmente falso quanto da voi pubblicato con riferimento ad un preteso ammanco finanziario generato dalla nostra società Cornelius. Questa è un accusa gravissima e destituita di qualsivoglia fondamento. A tale riguardo deve essere sottolineato come la produzione del film fosse integralmente sotto il controllo di una società di revisione certificata CONSOB. Ciò in quanto trattasi di produzione che accede al beneficio del cd. “Tax credit” che, in quanto tale, prevede specificamente la verifica da parte della detta società di revisione che tutti i costi sostenuti ed effettivamente pagati siano inerenti alla produzione del film stesso, pena la perdita del beneficio anzidetto del “Tax credit”. Giova sottolineare altresì che in data 16 luglio 2012 (prot. RM/RSM 130/2012) è stato dato incarico dalla European Film bonds alla RSM ITALY AUDIT & ASSURANCE S.R.L. (società iscritta al registro dei revisori contabili presso il Ministero di Giustizia e all’albo Consob) di eseguire una certificazione del consuntivo di spesa della produzione cinematografica del film “To be king”.
La detta società di revisione conclude la relazione nel seguente modo: “La documentazione a supporto del consuntivo in esame (quale ad esempio fatture, contratti, buste paga etc.) risulta inerente alla produzione esecutiva del film To be king; Non sono emersi rilievi circa la corretta contabilizzazione dei documenti di spesa nei libri contabili della società Cornelius; non sono emersi rilievi relativi alla contabilizzazione dei pagamenti effettuati; non sono emersi rilievi circa l’analisi della modulistica presentata dalla società Cornelius relativa alla richiesta presentata al Ministero dei Beni Culturali per l’ottenimento dell’autorizzazione per utilizzare il Tax credit”. La società di revisione non ha rilevato, dunque, alcuna irregolarità sia economica, sia finanziaria. Da quanto premesso emerge palesemente la natura diffamatoria delle accuse mosse da parte di Kees Kasander, direttamente o per il tramite di altre persone. Ci riserviamo, dunque, ogni azione a tutela dei nostri interessi, sia in sede civile, sia in sede penale”.
Re Stach – la storia di “To be king” narra le vicende di Stach, timido diciassettenne intenzionato a diventare re e ariportare la pace nella terra di Katoren. Peccato che il film abbia seminato un bel pò di zizzania in Italia.
Aggiornato il 20 ottobre 2012
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