“L’Italia è un paese desolante, forse privo di futuro, con una gioventù precaria, tenuta sotto scacco da una classe dirigente lenta e conservatrice.” Le parole di Luca Telese, giornalista de Il Fatto Quotidiano durante l’incontro tenutosi ieri presso il 100dieci Caffè di Perugia, forniscono una lettura dell’attualità raccontata quotidianamente tra le pagine dei giornali nazionali.
Queste le sue parole: “Un saldo amaro, fatto di tagli all’economia, di false promesse, di narrazioni divenute falsamente indispensabili per far finta di tenere aggiornato un elettorato truffato, senza distinzione di colore politico. A farne le spese sono tutti, grandi e piccini, ma è il futuro ad essere realmente compromesso, per via delle prospettive rubate a quella massa di universitari e di laureati, che o fuggono all’estero o sono costretti a bussare alle mille porte dei mille baroni italiani. La generazione dei ragazzi nati dopo l’89 è colonizzata e oppressa, dimenticata da chi cerca di risanare le finanze dello stato italiano prestando attenzione al sistema pensionistico, quando a questi giovani vengono negati i diritti e la speranza. Ci si è convinti che questo è il destino ineluttabile, sia dei vecchi padri che hanno vissuto l’esperienza del sessantotto, sia dei nuovi figli, che soffrono giornalmente di una micidiale operazione di condizionamento: gli ex contestatori che mettevano sotto processo i loro padri, quando sono diventati a loro volta padri, hanno rimosso il conflitto. Uno scontro che molto spesso non è più sano, che non è da confondere con i fatti di Roma del 15 ottobre scorso, e che ha finito per danneggiare tutti.”
” La rabbia però – ha continuato Telese – è qualcosa dalla quale dobbiamo stare attenti. Per cambiare le cose bisognerebbe combattere tutto ciò che ha prodotto il berlusconismo, con l’incursione della sua vita privata nella cosa pubblica. E accanto, un’opposizione chiamata alla riscossa, fatta di Bersani, Vendola, Di Pietro, che provano a rinnovarsi chiamando a loro nuove leve da tutta Italia, affiancandole però con tutor scelti accuratamente da loro stessi.”
” O ci si salva insieme, o non ci si salva – ha concluso il giornalista – perché bisogna cancellare i due modelli del colonialismo generazionale: quello dei padri – paternalistici e quello dei papi che toccano”.
(AleChi)
Video di Nicola Palumbo