(Elisa Panetto)- “Istruzione tecnica: quale futuro? L'evoluzione delle figure professionali del Perito Industriale e del Geometra”: è questo il convegno di studi che, nella Sala Conferenze di Palazzo Trinci, ha celebrato nel corso della mattinata di ieri, tra attuali ed ex studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e personale ausiliario, il 70° anniversario dell'Istituto Tecnico Industriale e per Geometri “Leonardo da Vinci” di Foligno (viale Guglielmo Marconi, 6).
Un convegno, quello del “Leonardo Da Vinci”, come occasione per riflettere sulle figure del perito industriale e del geometra, sul ruolo che hanno nella società di oggi e su come dovranno interagire con essa, valorizzando ancor di più la loro professionalità; un convegno come un'opportunità per discutere non solo sulle potenzialità dell'ITI e sulle migliori strategie per poterle esprimere, ma anche per ottenere un “feedback” su quanto quotidianamente viene trasmesso agli studenti con il lavoro in aula e nei laboratori: le vecchie e le nuove specializzazioni (Meccanica, Meccatronica ed Energia; Informatica e Telecomunicazioni; Elettronica ed Elettrotecnica; Costruzioni, Ambiente e Territorio; Trasporti e Logistica) rispondono infatti all'esigenza del mondo del lavoro che richiede sempre di più tecnici pronti e competenti. Su tutto questo – ma non solo – sono intervenuti, portando anche la propria testimonianza, Giulio Meloni, presidente del Collegio dei Periti Industriali, Alberto Chiariotti, presidente del Collegio dei Geometri, Gianni Bidini, preside della Facoltà di Ingegneria di Perugia, Giuseppe Metelli, presidente dell'Associazione Industriali di Foligno, Luciano Martelli, responsabile della Macroarea Centro Nord Enel di Firenze, Luciano Pizzoni, direttore di ricerca e sviluppo di Umbra Group, Gianluca Cocci, responsabile O.M.C. (Grandi Officine) e Renato Cesca, responsabile tecnico-commerciale di NCM. I tanti interventi sono stati però preceduti ed introdotti dai saluti di Angelo Paci, dirigente scolastico del “Leonardo Da Vinci”, Rita Zampolini, assessore alla formazione del comune di Foligno, Giuliano Granocchia, assessore alle politiche del lavoro e dell'istruzione della provincia di Perugia e Roberto Segatori, docente di sociologia dei fenomeni politici presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Perugia, per l'occasione coordinatore e moderatore del convegno.
“Questo convegno di studi ha luogo in una cornice di grande valore che qui a Foligno conosciamo molto bene” ha affermato Paci riferendosi a Palazzo Trinci. “Auguro agli studenti che questo convegno sia proficuo per il loro studio e per il loro lavoro”. Ripercorrendo brevemente la storia dell'ITI, il dirigente scolastico ha ricordato come “nel 1940 diventa Istituto Tecnico, ma che nel 1870 nasce come Scuola di Arti e Mestieri. Diventa poi Regia Scuola di Arti e Mestieri e, dopo una serie di aggiustamenti, Regio Istituto Tecnico Industriale. L'anniversario dei 70 anni prevede una mostra all'interno dell'Istituto, due borse di studio e una pubblicazione. In questa cornice si inserisce dunque il convegno di studi. Quale futuro quando il paese uscirà dalla crisi e dovrà rilanciare se stesso? Avrà bisogno di tecnici consapevoli e competenti, lo dicono anche i dati. È una fase delicata per l'istruzione tecnica nella riforma e nel riordino. Davvero importante è la novità di “trasporti e logistica”, che va ad aggiungersi ai già consolidati indirizzi dell'Istituto. C'è una visione nuova dell'istruzione tecnica e c'è bisogno di unitarietà del quadro all'interno di un unico percorso”.
Per la Zampolini, “è un'iniziativa di grande importanza in una fase di mutamenti, che pone un interrogativo sul futuro e le prospettive dell'istruzione tecnica. Il riordino è un vincolo a volte limitante rispetto all'obiettivo di formare cittadini consapevoli in grado di comprendere la contemporaneità. L'istruzione tecnica è quella più immediatamente spendibile, in linea con le tecnologie, che non deve però dimenticare di fornire capacità per comprendere l'innovazione. Se lo dimentichiamo si dà una formazione che rende incapaci. Dobbiamo ragionare in questo campo pensando dunque ai ragazzi e alle ragazze a cui dobbiamo offrire professionalità: vanno valorizzati, non frustrati. Ragioniamo dunque nell'ottica della complessità e di fare squadra”.
Secondo l'assessore Granocchia, “una scuola respira il territorio nella quale si trova a vivere e qui l'offerta è straordinariamente vasta e articolata. La formazione e l'istruzione tecnica sono in grado di rapportarsi in maniera positiva e vitale con le aziende del territorio. Dobbiamo però fare quattro cose. Un piano di offerta di istruzione scolastica che dia soddisfazione a molte richieste. Definire il modello di istruzione e formazione professionale. Riorganizzare le nostre scuole superiori: c'è infatti la necessità di rendere anche le scelte delle famiglie più consapevoli. Costruire un sistema di orientamento per i giovani. Il lavoro è molto complesso e ci giochiamo un pezzo importante per la politica dello sviluppo del nostro territorio”. “L'occasione ha due significati” ha detto invece Segatori. “La celebrazione storica e la riflessione sulla situazione del paese e il ruolo della scuola. Questa celebrazione è molto più importante di quanto si pensi e dobbiamo chiederci se le istituzioni sono state all'altezza, una riflessione organica con la situazione del paese. Il vero problema è che questo paese vuole campare di rendita. Perché ci siamo ridotti così? La ricomposizione della scuola superiore unica non è mai stata fatta. Perché l'uomo è diventato homo sapiens? Perché ha legato la mente e la mano. Adesso sembra che la mente vada per conto suo, così come la mano e se si riverbera nell'istruzione è un macello. Per me l'ideale è la scuola superiore unica, con un 60% unico e un 40% come un menù. Finché non ricomponiamo la scissione mente e mano non andremo molto bene”.
In occasione del convegno di studi, nell'atrio di Palazzo Trinci è stato possibile visitare, dalle 9 alle 19, gli stand di aziende locali e i laboratori didattici dell'Istituto.