Vus, spettro inchiesta magistratura, Laffranco interroga Mef - Tuttoggi.info

Vus, spettro inchiesta magistratura, Laffranco interroga Mef

Carlo Ceraso

Vus, spettro inchiesta magistratura, Laffranco interroga Mef

Inquirenti acquisiscono carte e contratti | On. Laffranco “urge chiarezza su affidamenti; intervenga il Mef”
Dom, 01/10/2017 - 09:56

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Lo spettro di una inchiesta della magistratura, ma non si escludono più fascicoli, aleggia sul cielo della Vus S.p.A., la multiservizi dei 22 comuni della Valle umbra sud, al centro da mesi di una serie di polemiche politiche per la sua gestione.

Ritenuta ineccepibile dal board e dal management della azienda, sostenuti da buona parte degli azionisti (leggasi comuni, a cominciare da Foligno che detiene la più importante quota azionaria); finita invece sotto la lente di ingrandimento del Comune di Spoleto e di alcuni municipi minori che da almeno un paio di anni chiedono un cambio di passo e maggiore cautela sugli affidamenti.

A svelare lo spettro di una attenzione anche della magistratura è una nota dell’onorevole Pietro Laffranco (Forza Italia), membro della Commissione Finanze.

Interrogazione a Padoan – leggiamo la nota del parlamentare umbro. “Abbiamo appreso da diverse fonti di stampa che la VUS, s.p.a. a totale capitale pubblico – scrive Laffranco – avrebbe posto in essere procedure per l’affidamento di alcuni beni e servizi che necessitano di chiarimenti. Nello specifico parliamo di vari affidamenti diretti: tra gli altri quattro da 39.100 euro per il recupero di rifiuti classificati come fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane; otto, per un totale di 203.000 euro, per il trasporto del percolato; 418.000 euro spesi per 15 affidamenti per lo smaltimento dei rifiuti; 70.000 euro elargiti per manutenzione sull’impianto di Casone (Foligno) e 192 mila, con 8 diversi affidamenti per bidoni e cassonetti”.

L’onorevole Pietro Laffranco, nella sua nota lo spettro di una inchiesta

Poi il riferimento alle inchieste: “ci risulta che della questione si stiano già interessando la Corte dei Conti e l’Autorita Anticorruzione guidata dal dottor Cantone e, naturalmente, non intendiamo interferire con il lavoro delle autorità preposte né, eventualmente, con quello della Magistratura, né tantomeno giungere a conclusioni tutte da definire, ma riteniamo doveroso che anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze se ne faccia carico per quanto di competenza. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione urgente per sapere quali misure il Ministro Padoan intenda intraprendere per chiarire la situazione, anche attraverso un confronto con l’Autorità anticorruzione. La “leggerezza”, quando si ha a che fare con i soldi pubblici, con i soldi dei cittadini, non è mai ammessa e ricordiamo come l’Anac si sia più e più volte espressa sullo strumentale frazionamento artificioso degli appalti per evitare le gare” conclude l’onorevole Laffranco.

Spettro inchieste – in effetti da alcuni giorni, da Spoleto a Foligno, Spello e Trevi, circolavano voci di una richiesta di documenti da parte degli inquirenti rivolta sia alla Vus, sia agli stessi Comuni. Non è però dato sapere se ad accendere i fari sulla azienda sia la sola Procura regionale della Corte dei conti dell’Umbria (cui si era rivolta la segreteria del Comune di Spoleto segnalando alcune presunte anomalie negli appalti) o anche la magistratura ordinaria. Fonti non ufficiali sostengono che le indagini sarebbero seguite dai carabinieri, altri chiamano in causa le fiamme gialle. Non solo locali ma anche del capoluogo di Regione.

Scontro politico – intanto continua a distanza, e a suon di comunicati, lo scontro tra le istituzioni. A Spoleto, che aveva chiesto maggiore oculatezza nella gestione dei contratti, anche del personale, e una nuova figura manageriale, aveva replicato Salari annunciando le proprie dimissioni.

Mai presentate, anche in virtù della rinnovata fiducia da parte della maggioranza degli “azionisti” del Coordinamento dei soci.

Una fiducia un po’ troppo enfatizzata da Salari con una nota che aveva costretto il sindaco Cardarelli a replicare per le rime e chiedere ancora una volta più risultati (tra cui l’aumento di percentuale nella gestione della raccolta differenziata a Spoleto).

In difesa del n. 1 di Vus, erano così scesi i sindaci del Controllo Mismetti (Foligno), Landrini (Spello), Sperandio (Trevi) e Fibraroli (San’Anatolia di Narco) con una nota che sembra ricordare i tempi in cui, quando gli amministratori non sanno migliorare i servizi, si possono sempre aumentare le tasse. Leggiamo: “…Sulla raccolta differenziata, visto che, per legge, la tariffa è pari al costo del servizio, per incrementarla, occorre alzare la stessa tariffa. In questo caso, il Comune di Spoleto, come hanno già fatto altri comuni, può comportarsi di conseguenza” sostengono i quattro sindaci. E pensare che per anni si è sostenuto che la differenziata doveva portare ad un abbattimento delle tariffe. Su questo Cardarelli si era già opposto quale presidente dell’Ati, inascoltato però da quei Comuni che invece hanno dato il via libera agli aumenti. Con buona pace di cittadini e imprese.

Ed è proprio su quest’ultima nota che si registra l’affondo di Confcommercio: “Crediamo che questa proposta sia anacronistica e desueta, non al passo coi tempi e odora di vecchia politica. Sanno questi signori quali sono le tariffe che vengono applicate attualmente per le attività commerciali, artigianali, industriali, ricettive? Sono insostenibili; stanno uccidendo le aziende e invece di ridurne il peso, cosa si fa? Se ne chiede l’aumento! Come si può chiedere l’incremento della tariffa per poter ottenere più differenziata? La logica vorrebbe che più si incrementa la differenziata, più si dovrebbe abbattere la tariffa per cittadini e imprese! Qui succede il contrario: c’è qualcosa che non quadra!”

© Riproduzione riservata

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