Dissesto finanziario, scarsa produttività, bisogno di liquidità. Il destino delle farmacie comunali è segnato. La vendita non è più un’ipotesi ma una manovra che appare inevitabile. Così mentre il treno amministrativo si prepara alla vendita, il controllore, il sindaco Di Girolamo, zittisce i ragazzini dell’ultimo vagone, il Cda di AsFm, che manifestano il proprio dissenso.
“Se il cda di AsFM non è concorde con la proprietà delle farmacie comunali – ammonisce il sindaco Di Girolamo – deve, in tutta coerenza, trarre le dovute conseguenze. Apprendo con stupore alcune prese di posizione del Cda di AsFM che si preparerebbe ad una resistenza a fronte della volontà espressa dall’Amministrazione Comunale di Terni, in tutte le sue articolazioni, sull’ingresso di privati nella proprietà di AsFM. La decisione sull’alienazione spetta alla proprietà, cioè al Comune, non a chi è stato nominato dal sindaco per dar luogo alla gestione della azienda. Se per le persone designate dal Sindaco non condividono la linea del sindaco, della giunta, del consiglio comunale, degli organi politico amministrativi democraticamente eletti, bene farebbero a prendere le decisioni opportune”.
Di Girolamo sembra voler suggerire le dimissione per i dirigenti dissenzienti, per coloro che non condividendo la rotta tracciata dal proprio “capitano” minacciano l’ammutinamento.
“Occorre rispetto per le istituzioni democratiche – prosegue Di Girolamo – occorre tenere presenti gli interessi collettivi e non quelli di poltrona, occorre, quando si è chiamati dalle istituzioni pubbliche, lavorare nell’interesse della comunità. Sulla privatizzazione delle farmacie il Comune di Terni si accinge a una scelta importante, ponderata e maturata con attenzione, quella di rinunciare a un servizio e a un bene non più strategico per la collettività nell’ottica di dare un contributo, in questo caso determinante per offrire una prospettiva di rilancio dell’Ente e fondamentale per le politiche di sviluppo della città”.
Secondo quanto certificato dal sindaco le farmacie comunali non rappresenterebbero più un bene strategico per la collettività. Mentre le farmacie dei privati garantiscono bilanci con tanti zeri, le comunali non sembrano rappresentare un tesoretto dal quale il Comune può attingere ma una bussola impazzita per la nave amministrativa che rischia di andare verso la deriva finanziaria.
“L’interesse degli amministratori pubblici è quello di salvaguardare il bilancio comunale – conclude il sindaco -, l’agibilità di governo, in quanto il Comune ha bisogno di essere gestito in maniera sana e produttiva per la città. Su questo fronte, il sindaco, la giunta, la maggioranza politica di governo, è pronto ad assumersi ogni responsabilità”.