Terni, via libera del Consiglio alla vendita delle farmacie comunali - Tuttoggi.info

Terni, via libera del Consiglio alla vendita delle farmacie comunali

Redazione

Terni, via libera del Consiglio alla vendita delle farmacie comunali

L'Asfm diventa Farmacia Terni Srl e potrà essere concessa in gestione o ceduta
Mer, 11/11/2015 - 14:58

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Il Consiglio comunale ha approvato ieri sera con 20 voti a favore e 11 contrari la trasformazione dell’Azienda Speciale delle Farmacie Municipali  in società a responsabilità limitata che si chiamerà Farmacia Terni Srl e che resterà sotto il controllo del Comune, con la possibilità di mettere sul mercato, in vendita o in concessione, alcune delle farmacie comunali. Un atto dovuto, verrebbe da dire,  visto il Decreto Legislativo del Governo Renzi sulle partecipate, i bilanci delle Farmacie Comunali (spesso in rosso o con utili irrisori) e come spiega Marco Cecconi (Fdi) “la consapevolezza che ormai è venuta a mancare la finalità sociale delle Farmacie“.

Prima dell’atto sono stati esaminati e approvati 21 emendamenti e un atto d’indirizzo presentato da Valdimiro Orsini e Luigi Bencivenga. Con l’atto d’indirizzo il consiglio comunale impegna il sindaco e la Giunta, prima di procedere alle nomine degli amministratori e dei sindaci revisori delle aziende partecipate, a verificare potenziali conflitti d’interesse, anche “in relazione a situazione di diversa natura che potrebbero arrecare disagio al pieno assolvimento delle funzioni, anche in termini di trasparenza amministrativa”.
Tra gli 
emendamenti approvati, con 22 voti a favore e 2 contrari, i tre proposti sempre da Bencivenga, Orsini e da Chiappini, Mascio, Ricci, Piccinini e Narciso che chiedevano – anche sulla base del parere dei Revisori dei conti –  di non inserire nell’atto il diritto di prelazione ai farmacisti dipendenti.
Sullo stesso argomento erano stati in precedenza presentati anche altri due emendamenti illustrati da Marco Cecconi (FdI) che sono stati anch’essi approvati con 12 voti a favore e 10 contrari. Cecconi ha precisato che l’emendamento mira a rendere più libera possibile l’eventuale vendita delle singole farmacie, “anche se ciò che oggi si vuole mettere in vendita – spiega Cecconi – viene descritto dallo stesso “venditore” come poco accattivante, visto che quattro delle dieci farmacie comunali sono state definite non buone. Quando 20 anni fa Ciaurro aveva pensato di fare la stessa cosa, con margini di guadagno decisamente migliori, era successo un terremoto. Oggi ci apprestiamo a mettere sul mercato un’azienda che ha prodotto un utile nello scorso anno di 8 mila euro. Non 800mila o 8 milioni di euro, ma 8 mila euro“.

Il lungo dibattito sulla trasformazione delle farmacie ha prodotto diversi punti di vista. Ecco le principali opinioni dei politici:

“Questa vicenda – ha sostenuto Faliero Chiappini (CittàAperta) – s’inserisce in un percorso necessario e che occorre contestualizzare all’interno del quadro di riferimento nazionale”.
Per 
Enrico Melasecche (IlT), “Terni arriva ultima come una tartaruga nel prendere decisioni che altrove sono state prese da anni; se questi provvedimenti fossero stati presi quando lo chiedevamo noi la situazione di oggi sarebbe stata diversa”.
Secondo 
Thomas De Luca (M5S), “deve essere chiaro ai cittadini che le farmacie comunali non rientrano più nella gestione pubblica”. “La nostra visione politica è invece diversa: le società strumentali del Comune devono restare a disposizione dell’utilità pubblica con assoluta trasparenza con criteri e scelte che premino esclusivamente la meritocrazia”.
Per
 Paolo Crescimbeni (Gm), “la vendita delle farmacie avverrà in un momento sfavorevole e l’operazione appare dunque tecnicamente sbagliata: l’amministrazione pubblica non può chiamarsi completamente fuori dai servizi pubblici essenziali, ma ben altra avrebbe dovuto essere la gestione dell’Asfm negli anni”.
Andrea Cavicchioli (Pd) ha fatto invece notare che “oggi lo scenario è completamente modificato e ci vuole fantasia a pensare che la gestione delle farmacie abbia una funzione sociale: noi abbiamo la priorità di rimettere il Comune nella possibilità di operare”.
Per 
Marco Cecconi (FdI)“anche in questo caso la maggioranza ha combinato un altro pasticcio votando contro il sindaco. E un pastrocchio è anche la proposta della giunta: fosse stata decisa la trasformazione in Spa l’avremmo votata”.

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