La bandiera sbiadita del Pd sventola ancora su Via Mazzini, a pochi metri dall’Hotel Valentino , dove, nella serata di oggi, il Partito Democratico ha cercato di serrare le fila per ritrovare compattezza dopo il terremoto politico causato dagli arresti del sindaco Leopoldo Di Girolamo (che il gip ha ritenuto di dover confermare dopo l’interrogatorio di ieri) e dell’assessore Stefano Bucari (misura cautelare che invece è stata revocata sempre nella giornata di ieri).
I vertici dem, tra i quali anche gli onorevoli Marina Sereni e Gianluca Rossi, la governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini, hanno preso parte al summit di partito nell’ambito del quale sono intervenuti il segretario Jonathan Monti, il capogruppo Pd in consiglio comunale Andrea Cavicchioli e il segretario regionale, Giacomo Leonelli.
Parole d’ordine “compattezza e solidarietà”. Da quanto emerso da quello che non è stato un dibattito, ma un’indicazione sulla linea politica da tenere, il Pd ha fatto quadrato intorno a Di Girolamo e Bucari, mantenendo l’atteggiamento garantista che si era delineato fin dalle prime ore dalla notizia delle misure cautelari disposte scaturite dall’inchiesta della Procura di Terni.
Carte al Tribunale del Riesame – Intanto, gli avvocati di Di Girolamo, Attilio e Daniele Biancifiori
e il legale difensore dell’assessore Bucari, Roberto Soldi, stanno formalizzando le carte da inviare al Tribunale del Riesame per chiedere l’attenuazione delle misure imposte ai loro assistiti. Per quanto riguarda il sindaco, verrà richiesta la revoca degli arresti domiciliari, mentre per l’assessore la revoca dell’interdizione ai pubblici uffici.
Dall’invio delle richieste delle difese alla ricezione degli atti, il Tribunale del Riesame avrà 10 giorni di tempo per esprimersi nel merito.
Tornando al vertice del Valentino, i dem hanno anche condannato le posizioni ‘giustizialiste’ di alcuni esponenti della minoranza e hanno ringraziato il vicesindaco, Francesca Malafoglia, per essersi fatta carico della difficile situazione amministrativa della città.
“L’atteggiamento della Malafoglia testimonia che il Pd è un partito unito, anche nelle situazioni più difficili”
– hanno sottolineato di dirigenti.
Tutto questo mentre in Tribunale venivano ascoltate altri 4 degli indagati – Davanti al giudice per le indagini preliminari Federico Bona Galvagno sono comparsi oggi (gli indagati sono stati sentiti in tutto per circa 8 ore) il dirigente del Comune di Terni Renato Pierdonati ed i dipendenti comunali Federico Nannurelli, Claudio Brugia e Paolo Neri (i primi tre difesi dall’avvocato Francesco Donzelli, l’ultimo dal legale Carlo Orsini). Per tutti e quattro, che hanno risposto alle domande del gip e del pm chiarendo le proprie posizioni, la Procura aveva chiesto l’applicazione della sospensione dal proprio ruolo presso il Comune di Terni; il giudice si è però riservato la decisione, attesa per le prossime ore. Nel caso del tecnico Brugia è stato lo stesso pm a non confermare la richiesta della misura interdittiva.