Luca Biribanti
La storia dei 150 anni dell’unità d’Italia rivissuta in un solo giorno. E’ stato un vero successo la manifestazione che ieri ha praticamente coinvolto tutta Terni. Coordinato dalla prefettura, l’evento si è snodato lungo tutta la città. Al Polo di Mantenimento Armi Leggere (ai ternani ancora caro quale Fabbrica d’Armi) il primo appuntamento che ha visto la presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose. A fare gli onori di casa c’era il Comandante Logistico dell’Esercito, il Generale di corpo d’armata Rocco Panunzi, insieme al direttore dell’ente, il colonnello Benigno Riso, e al colonnello Gabriele Ghione. Fra le autorità intervenute, oltre al Prefetto di Terni, il dottor Augusto Sallustri, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, l’onorevole Luciano Rossi (membro della Commissione Difesa che tanto si è adoperato per valorizzare il Museo delle Armi), il vescovo monsignor Vincenzo Paglia, il colonnello Camillo Solfaroli Camillocci della Guardia di finanza, il colonnello Giuseppe Alverone dei Carabinieri, il generale Guido Pesce (presidente dell’associazione Amici del Museo delle Armi che, grazie anche al contributo dell’assistente Pietro Nicoli, ha svolto un lavoro importante per la realizzazione dell’evento), il vide governatore dei Lions dell’Umbria il generale Franco Fuduli, solo per citarne alcuni.
Dopo una breve cerimonia, durante la quale è stata ripercorsa la storia della Patria e dello stesso Polo che lo stesso generale Panunzi ha definito “una chicca per la logistica dell’Esercito grazie alla professionalità del personale civile e militare’, è stato presentato il libro del professor Sergio Bellezza dal titolo “Il Risorgimento a Terni”. Un minuto di raccoglimento è stato osservato per ricordare la figura del generale Maurizio Pallone, già direttore del Polo, recentemente scomparso.
Subito dopo, l’inaugurazione dell’attesa mostra che vantava l’esposizione al pubblico per la prima volta del testamento politico di Giuseppe Garibaldi, gentilmente concesso dalla famiglia ternana Froscianti. Tanti i cimeli risorgimentali messi a disposizione dalle famiglie Froscianti, Fratini di Terni e Vantaggioli di Spoleto. In una bacheca era presente anche la divisa del garibaldino spoletino Bartozzini (giubba, berretto e ghette) donata dagli eredi al Comune della città del festival.
Fuori, lungo i vialetti della Fabbrica, la fanfara dei bersaglieri di Viterbo intonava le note dell’inno di Mameli e alcuni brani del loro repertorio, mentre i Lancieri di Montebello in alta uniforme a cavallo si preparavano alla parata per le strade cittadine.
Tanti i visitatori che anche in questa occasione hanno voluto testimoniare la loro vicinanza all’ente militare, nel comune sentire della storia del nostro Paese. Una lunga fila si è formata davanti al punto di Poste Italiane che per l’occasione ha emesso un annullo filatelico speciale. Molti quelli che si sono voluti fotografare vicino ad un sosia di Giuseppe Garibaldi, vestito con l’uniforme dell’epoca.
La manifestazione è proseguita nel pomeriggio in Piazza del Popolo dove si è tenuto lo spettacolo degli Sbandieratori di Sangemini mentre alle 18, nella sala blu di Palazzo Gazzoli, le alunne del Liceo Linguistico “Francesco Angeloni” hanno recitato poesie dedicate all’Unità, alternate da brani musicali eseguiti dall’orchestra e dal coro dello stesso Liceo sotto la consulenza del Presidente del Centro Studi di Terni prof. Domenico Cialfi.
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