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Gesenu, operazione “Spazzatura connection” | Le reazioni della politica

Redazione

Gesenu, operazione “Spazzatura connection” | Le reazioni della politica

L'opposizione in Regione Umbria chiede chiarimenti alla Giunta | Legambiente, "tante storture, facciamo chiarezza"
Mer, 30/11/2016 - 15:06

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A distanza di due settimane dalla revoca per Gesenu dell’interdittiva antimafia, l’Umbria si è risvegliata con la maxi operazione “Spazzatura connection”, con un arresto e quattordici indagati per gestione illecita di rifiuti, smaltimento illecito, inquinamento ambientale, associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, dei comuni e dei cittadini, e il sequestro della discarica di Borgogiglione.

Purtroppo non è una notizia inattesa – commenta Antonio Pergolizi Coordinatore Ambiente e Legalità di Legambiente  è il risultato di un contesto in cui per anni l’assenza di una politica capace di governare il sistema dei rifiuti, ha fatto sì che la gestione degli interessi privati abbia prevalso su quelli collettivi. E’ evidente l’importanza della norma sugli ecoreati visto che viene contestato anche il reato di disastro ambientale.”
“Attendiamo la conclusione delle indagini e riponiamo piena fiducia nella magistratura, ma speriamo che questa vicenda – conclude Maurizio Zara, vicepresidente Legambiente Umbria – serva a svegliare l’Umbria dal torpore, occorre voltare pagina celermente, Regione e Comuni devono fare chiarezza e mettere mano alle tante storture e ridefinire un sistema di gestione dei rifiuti capace sì di creare economia, ma virtuosa, legale e che riporti al centro l’interesse prioritario dei cittadini e dell’ambiente”.

In Regione Umbria, i consiglieri della Lega Nord, Emanuele Fiorini e Valerio Mancini, insieme al senatore Stefano Candiani, hanno tenuto una conferenza stampa in merito. “È necessario – hanno detto dal partito – che il tavolo tecnico previsto dopo la fine dei lavori della Commissione di inchiesta venga nuovamente convocato, valutando anche l’opportunità di riattivare la Commissione stessa. Andrebbero poi individuati i responsabili politici di certe scelte, chi ha nominato i vertici delle aziende che si occupano della gestione dei rifiuti. La mancanza di efficienza del ciclo dei rifiuti è nell’interesse di chi, a Roma, vuole che in Umbria venga costruito un nuovo inceneritore”. Il capogruppo Fiorini ha sottolineato che “analizzando le schede dell’Osservatorio rifiuti sovraregionale relative alla produzione dei rifiuti nei vari Comuni abbiamo verificato che quei dati venivano forniti dalle stesse aziende che si dovevano occupare della raccolta e della gestione dei rifiuti. Bisognerà tornare a parlare della Commissione speciale sul sistema rifiuti e valutare se essa debba essere riattivata. Devono essere accertate le eventuali connivenze e il ruolo svolto da Arpa e dalla Regione Umbria. L’Assemblea deve essere coinvolta in queste scelte e messa nelle condizioni di discutere un provvedimento nuovo e aggiornato”Valerio Mancini ha ricordato che “sono in corso i sopralluoghi della Commissione parlamentare sugli ecoreati in Umbria. Quando chiedemmo la creazione della Commissione regionale di indagine sul sistema rifiuti abbiamo incontrato la resistenza della maggioranza e in seguito abbiamo verificato che c’erano macroscopici errori nelle rilevazioni sul raggiungimento degli obiettivi virtuosi per la chiusura del ciclo. I tre Ati umbri hanno fallito gli obiettivi nonostante i milioni di euro di finanziamenti assegnati affinché essi venissero raggiunti. Esiste una responsabilità politica da parte della Regione Umbria e dei Comuni, che non hanno controllato la gestione dei rifiuti, il perseguimento degli obiettivi, il corretto utilizzo dei fondi pubblici destinato al miglioramento del sistema. La Giunta ha chiesto ulteriori sei mesi per l’attivazione dell’Ambito unico rifiuti e idrico, ponendo degli obiettivi che dovevano già essere stati centrati. Andrebbero richiesti indietro i soldi pubblici che sono stati destinati a questi organismi per azioni che non hanno intrapreso”.

Reazioni arrivano anche dal mondo della politica locale. “È indispensabile che in una apposita seduta dell’Assemblea legislativa si discuta della vicenda Gesenu, alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari”. Così il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, che aggiunge: “proprio ieri avevamo ricevuto da Gest (partecipata Gesenu) risposta a una nostra richiesta di accesso atti. Ci erano stati opposti i soliti artifici da legulei: secondo l’Azienda, partecipata al 70 per cento da Gesenu, il Gruppo M5S in Regione ‘non ha interesse qualificato’ a ottenere alcuni dati fondamentali a qualificare il mandato elettivo, e poi ‘i documenti non sono ostensibili’ e altre varie amenità. Abbiamo subito avvertito l’Azienda che avremmo segnalato tale riprovevole condotta ai nostri colleghi della Commissione parlamentare sulle Ecomafie, cosa immediatamente effettuata. Dopo le interdittive antimafia, a ieri – commenta il capogruppo pentastellato –, era ancora questo il livello di trasparenza della galassia che ruota attorno al sistema rifiuti voluto dall’opaco regimetto umbro che perdura da 46 anni e che è ormai prossimo alla caduta. Abbiamo infatti una rete di discariche, urbane e industriali, al collasso, controlli dei rifiuti in entrata meno che carenti – aggiunge Liberati -, inquinamento a go-go non solo nei territori contigui agli immondezzai, rischi evidenti per la salute, posta ovunque in pericolo da decenni di mala gestio. Senza dimenticare i tanti milioni di euro gettati, con megatariffe per servizi mai resi e comunque a carico di famiglie e imprese umbre. Chiaramente ora, con gli auspicati sequestri su Borgogiglione, si aprono scenari nuovi, da monitorare efficacemente”.

Dello stesso avviso sono anche i consiglieri regionali di opposizione Raffaele Nevi (FI), Marco Squarta (FDI) Claudio Ricci e Sergio De Vincenzi (Rp)“La Giunta regionale riferisca immediatamente all’Assemblea legislativa sull’operazione che ha portato all’arresto del direttore tecnico di Gesenu e soprattutto sui riflessi che essa avrà sul nostro sistema di smaltimento rifiuti. Il sequestro del Bioreattore, della discarica di Borgoglione e le problematiche evidenziate su Pietramelina – affermano Nevi, Squarta, Ricci e De Vincenzi – sono notizie molto gravi specie per un sistema di smaltimento come quello umbro che si fonda, a causa di una politica folle della Giunta regionale, solo sulle discariche. È evidente – concludono – che ci sarà necessità di riorganizzare immediatamente il servizio e ciò avrà un impatto sulla programmazione regionale”.

Sulla vicenda è intervenuto anche l‘onorevole del M5S, Filippo Gallinella. “L’operazione ‘Spazzatura connection’ sul sistema dei rifiuti in Umbria dimostra quanto sia importante il ruolo della magistratura e delle forze dell’ordine nella difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente. Il quadro che sta emergendo ha i contorni di una vicenda a dir poco scabrosa. Siamo fiduciosi che sarà fatta piena chiarezza perché in gioco c’è la tutela della salute e dell’ambiente, costantemente sotto minaccia. Come M5S, da sempre, promuoviamo metodi di gestione dei rifiuti che permettano di superare le discariche e gli inceneritori. Di fronte a quanto sta emergendo, ribadiamo con ancora più forza la necessità di un modello a rifiuti zero”.

Dal Comune di Perugia, il capogruppo Cor Carmine Camicia ha inviato questa mattina al sindaco Andrea Romizi una lettera aperta nella quale chiede di ritirare dal consiglio di amministrazione dell’azienda i rappresentanti dell’ente, chiedendo formalmente al prefetto di commissariare Gesenu. Dal canto suo, l’amministrazione comunale di Perugia esprime la “piena fiducia nell’operato della Magistratura impegnata a fare chiarezza sui fatti oggetto dell’indagine. Il Comune garantirà la massima attenzione affinché, se fossero comprovate irregolarità in merito, i cittadini vengano tutelati e possano recuperare i maggiori costi sostenuti, rispetto ai quali, comunque, l’azione messa in campo da questa amministrazione ha già prodotto una sensibile riduzione della Tari. Al tempo stesso l’Ente continua nella sua opera di verifica, controllo e  rinnovamento della Società, che ha già portato ad avere un nuovo socio privato e un nuovo cda. Proprio tale attività, insieme all’impegno profuso dai componenti di parte pubblica del Consiglio di amministrazione, ha concorso ad ottenere, nelle scorse settimane,  la revoca dell’interdittiva prefettizia.  Vicenda, quella, che non va letta in contraddizione con i fatti di oggi, ma quale conferma della bontà del percorso di rinnovamento avviato. Fin dall’inizio del nostro mandato – conclude la nota della Giunta di Palazzo dei Priori – abbiamo preteso che fossero garantite trasparenza e legalità, con lo scopo di tutelare la salute pubblica,  la qualità del servizio ed  i livelli occupazionali”. 

Le notizie relative ad arresti e indagini per reati gravi di vertici di Gesenu preoccupano, ma non stupiscono fino in fondo”. Così, in una nota, Daniela Pimponi, responsabile Ambiente e rifiuti del Pd Umbria. “Abbiamo già detto che il sistema di produzione e gestione dei rifiuti deve cambiare e abbiamo messo nero su bianco alcune linee guida per farlo, chiedendo anche in modo esplicito di rimuovere l’opacità che troppo spesso negli anni ha circondato questa tematica. Poco incisivo rispetto alla necessità di cambiare passo in materia di rifiuti – sottolinea Pimponi – è apparso, invece, il Comune di Perugia, che avrebbe potuto fare molto di più in qualità di comproprietario di Gesenu. Ora – conclude Pimponi – l’impegno politico ed istituzionale deve essere prioritariamente rivolto a mettere in sicurezza la gestione dei rifiuti in Umbria per il tempo necessario a dare sviluppo e attuazione a una pianificazione regionale basata sulle effettive esigenze dei cittadini e a una gestione realmente virtuosa e trasparente che l’Umbria merita e che ci siamo impegnati a raggiungere”.

Questa inoltre la reazione di Rifondazione Comunista: “la situazione di Gesenu dimostra il fallimento delle politiche regionali sui rifiuti messe in campo negli ultimi anni alle quali ci siamo opposti anche quando eravamo in maggioranza. Le responsabilità vengano accertate nelle sedi competenti e in tempi rapidi. Il danno per i cittadini, per la salute e l’ambiente sono enormi. Detto questo, è oramai evidente che la vicenda interessa chiaramente l’Umbria e la sua classe dirigente, a tutti i livelli. Il problema della gestione dei rifiuti è politico.

La giunta regionale, tra la campagna referendaria e le “crisi” sui dirigenti alla sanità, anche sui rifiuti, non governa, non programma. Niente. Lo dicemmo allora e lo ripetiamo oggi: le privatizzazioni sono state e sono un fallimento completo. Il Comune di Perugia poi non ha giocato alcun ruolo. Sono passati mesi dall’inizio della questione. Prima era tutta colpa di Boccali. E Romizi? Oramai i nastri da tagliare sono finiti. Se gli amministratori regionali e comunali non vogliono governare, smettano e se ne tornino a casa. Il non governo produce non solo disservizi e sprechi ma anche il fatto che a governare i processi siano altri soggetti che hanno a cuore tutto meno che l’interesse collettivo. All’Umbria e Perugia serve la definizione di un nuovo Piano regionale dei rifiuti, in cui prevedere in maniera certa e definitiva l’esaurimento delle discariche, l’abbandono di ogni forma di incenerimento, l’adozione della strategia “Rifiuti Zero” e la ripubblicizzazione del servizio”.

Preoccupano le notizie di indagini che riguardano la gestione dei rifiuti nelle nostre città – dice il presidente Auri Cristian Betti sulle indagine che riguardano la gestione dei rifiuti – . È importante che si faccia chiarezza e che lo si faccia al più presto”. “È evidentemente prioritario – aggiunge Betti – , in queste ore, scongiurare ogni emergenza e rafforzare un impegno istituzionale largo teso a garantire l’efficacia, l’efficienza e la qualità del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. È altrettanto evidente che, nell’eventualità che vengano accertate responsabilità rispetto ai fatti contestati, saremo impegnati in ogni modo e con ogni mezzo per garantire la tutela dei cittadini e la sicurezza dei nostri luoghi“.

©Riproduzione riservata

Articolo aggiornato ore 17.19

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