Ancora nessuna notizia in sede di Consiglio di Stato, al quale il Consigliere regionale Giuseppe Biancarelli (Umbria più Uguale) si è rivolto per la sospensiva, richiesta da quest’ultimo, dopo il pronunciamento del Tar dell’Umbria. Non c’è ancora una decisione dunque sulla questione che lo vede “in battaglia” con l’ex vice presidente della Regione Umbria, Carla Casciari, confluita nel PD poco prima delle elezioni regionali del maggio scorso. Tutto rimandato, forse, alla prossima settimana: il Consiglio di Stato ha infatti deciso di prendersi qualche giorno in più per decidere. A difendere Biancarelli, ci sono gli avvocati Beniamino Carovita di Toritto, Alberto Zito e Mario Bruto Gaggioli Santini. Per Casciari, c’è ci sono Mario Rampini, Roberto Baldoni, Giovanni Corbuons, Mario Sanino. Il tutto si gioca sulla valutazione numerica che il Consiglio di Stato dovrà fare sul conteggio dei voti rispetto alla soglia minima del 2,5% che ammetterebbe la partecipazione delle liste al Consiglio Regionale, in numeri proporzionali ai voti raccolti. Così infatti recita la Legge Regionale: “al riparto partecipano solamente le liste la cui cifra elettorale espressa in termini di voti validi nell’intera circoscrizione regionale sia pari o superiore al 2,5 per cento dei voti validamente espressi nell’intera circoscrizione“ 351.708 voti espressi per le sole liste o coalizioni. A pendere sulla questione, c’è anche la decisione, rimandata al 2016, sull’Umbricellum, per il quale il Comitato per la Democrazia ha presentato ricorso.

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