Allarme ambiente a Terni, discarica Thyssen nel mirino di Wwf e Italia Nostra - Tuttoggi.info

Allarme ambiente a Terni, discarica Thyssen nel mirino di Wwf e Italia Nostra

Redazione

Allarme ambiente a Terni, discarica Thyssen nel mirino di Wwf e Italia Nostra

Le due associazioni contro Feliciano Polli e Andrea Cavicchioli "Rottamatevi"
Gio, 28/08/2014 - 17:34

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Ancora una volta sono il Wwf e l’associazione “Italia Nostra” a lanciare l’allarme ambiente sulla discarica della Thyssen-Krupp, richiamando l’attenzione dei politici su una situazione che merita massima
In una nota, vengono chiamati in causa il presidente della provincia, Feliciano Polli e l’avvocato Andrea Cavicchioli, che nel 2005 era a capo dell’Ente che autorizzò l’ampliamento della discarica. Leggiamo integralmente il testo della nota:

“Le discariche Thyssen Krupp –le stesse che hanno portato già più volte la stampa locale e nazionale a interrogarsi sullo strano ‘caso Terni’, mentre la Magistratura prosegue il suo non facile lavoro- rappresentano vasi di Pandora ormai irreversibilmente aperti.

Scopriamo, anno dopo anno, giorno dopo giorno, nell’ordine:
a) laghetti di cromo esavalente, rivenuti durante le perforazioni del tunnel ‘Tescino’ sotto le discariche Pentima-Valle;
b) infiltrazioni di liquidi contaminati da metalli pesanti nella galleria anzidetta;
c) metalli pesanti –tra cui cromo esavalente- finiti nelle falde superficiali e profonde (fonti: rapporti idrogeologici ARPA Umbria; ISPRA Ministero Ambiente; prof. Celico, peraltro incaricato da TK-AST, etc.);
d) campioni di uova prelevati in zona e carichi di diossine e PCB;
e) allevamenti dell’area coercitivamente distrutti da ASL;
f) emergenze architettoniche nella terza discarica in via di sbancamento in queste settimane, con un’ignobile ferita all’intelligenza e al paesaggio verso la Cascata soltanto per aumentare a dismisura gli introiti di un’azienda tedesca che, anziché investire in nuove tecnologie in grado di creare nuova occupazione, annuncia, contestualmente all’espansione della discarica, il licenziamento di centinaia di persone. In questo disastro ambientale e culturale, la Soprintendenza ai Beni Architettonici –ma chi l’ha vista mai a Terni, dopo tanti palazzi storici che, nella propria inerzia, ha contribuito a lasciare nel degrado?- esigerebbe silenzio. Davvero esilaranti, anche alla luce di http://www.noicheaterni.it/ternidisempre/ats-sld-00039.htm.

Su questa storia oggi ci chiediamo soprattutto dove siano finiti i presidenti della Provincia di Terni, coloro che hanno autorizzato la terza discarica: cosa pensa l’onorevole avvocato Andrea Cavicchioli, capo di quell’Ente che, nel 2005, assentì l’ampliamento? Possibile che in Comune, dove è il capogruppo consiliare del partito del Primo Ministro, egli non trovi un minuto per porre all’ordine del giorno una questione che lo riguarda molto da vicino?
E dov’è Feliciano Polli, attuale capo della declinante Provincia? Possibile che non abbia mai considerato la revoca delle autorizzazioni dozzinalmente concesse all’epoca dal suo collega? Qualcuno rottami entrambi, per favore!

Sarà comunque il Ministero dell’Ambiente a intervenire, sconfessando Amministrazioni locali dirette da presidenti, sindaci, assessori non sempre all’altezza, se non del tutto incapaci, pesci in barile ormai largamente supini a volontà straniere, mentre per la salute collettiva degli italiani qui residenti si profila un futuro più fosco, come già mostrano le numerose ricerche sanitarie fin qui condotte sul cosiddetto SIN Terni-Papigno.

Adesso invieremo agli enti competenti una PEC volta a rendere esecutive le c.d. clausole di salvaguardia –prescrizioni 10/a, 14- incluse nell’A.I.A. 2010, finendola con questa ignobile manfrina: la Thyssen Krupp, se non vuole essere cacciata a pedate da questo Paese, tiri subito fuori le ingenti risorse incamerate grazie a decenni di dumping ambientale -scaricato sulla pelle dei ternani- investa sul serio e, soprattutto, si attrezzi a rispettare tutte le leggi vigenti sul suolo italiano, così come ogni impresa seria, ogni professionista, ogni lavoratore, con grossi sforzi sono quotidianamente costretti a fare”.

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