Alla donna era già stato sostituito il divieto di avvicinamento con la misura cautelare non detentiva ma ciò non è servito a fermarla, la Procura ha deciso per il trasferimento a Capanne
Viola sia il divieto di avvicinamento che gli arresti domiciliari e, alla fine, finisce inevitabilmente in carcere, Quest’ultimo provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Perugia nei confronti di una 37enne residente a Perugia.
Alla donna, come detto, già a metà giugno era stata applicata la misura cautelare non detentiva in sostituzione del divieto di avvicinamento alla persona offesa (relativa ad un precedente fascicolo), ma già nei giorni immediatamente successivi si era allontanata ripetutamente dal luogo di dimora senza giustificato motivo.
I carabinieri deputati ai controlli, accertata l’assenza della donna in epoche e tempi diversi senza la necessaria autorizzazione del giudice e senza alcuna giustificazione, hanno quindi redatto una dettagliata informativa, utile alla Procura perugina per richiedere un aggravamento della misura in corso.
Tenuto conto delle recidività nonché della personalità dell’indagata, è stata chiesta l’applicazione della misura cautelare in carcere, ritenuta l’unica sanzione proporzionata all’entità della violazione. Lo stesso giudice, ritenendo inadeguate altre misure diverse dalla custodia in carcere, ha emesso il relativo provvedimento con il quale è stato disposto l’accompagnamento della donna alla casa circondariale di Perugia-Capanne.