Il sindaco di Città di Castello Luca Secondi ha dato mandato al segretario generale del Comune di rivolgersi alla Prefettura di Perugia, per fare chiarezza sulla correttezza dell’operato della Polizia Locale nei confronti del presidente del Consiglio comunale Luciano Bacchetta e del capogruppo di Castello Civica Andrea Lignani Marchesani.
Entrambi, lo scorso novembre, avevano infatti riferito in aula di essere stati raggiunti nelle rispettive abitazioni da due agenti della Polizia Locale di Città di Castello, per notificare l’apertura di un’indagine nei loro confronti per affissione abusiva di manifesti elettorali, a seguito di una denuncia pervenuta al comando. Tuttavia, come noto, l’affissione abusiva non è un reato penale ma solo un’infrazione amministrativa e ciò aveva sollevato l’indignazione generale per l’evidente, quanto grave, errore procedurale.
Bacchetta, dunque, a 4 mesi di distanza da quell’episodio, nell’ultima seduta del Consiglio – dove ha aggiunto che l’incontro con il comandante della Polizia Locale non ha portato ad un chiarimento – ha ritenuto necessario interpellare l’Ufficio Territoriale del Governo, che ha competenza in materia, per recepire l’istanza da lui stesso avanzata. L’ex sindaco tifernate ha infatti chiesto a sua volta l’apertura di “un’indagine ufficiale” sulla legittimità del comportamento tenuto dalla Polizia Locale.
Il presidente del Consiglio comunale ha parlato di “questione morale”, ribadendo come “l’ingresso dei vigili urbani a casa mia sia stato un gravissimo atto, per una cosa che peraltro non esiste. C’è stato un uso improprio del potere e voglio solo accertare se potevano venirci o meno e chi, nel caso, ce l’abbia mandati. Se non potevano farlo qualcuno deve pagare, anche a tutela di tutti i cittadini”.
All’iniziativa si è associato anche Lignani Marchesani, destinatario di analoga notifica, ribadendo le perplessità sull’accaduto, ricordando il “fastidio“ provato per questa vicenda, “senza peraltro le scuse del comandante, a prescindere dalla liceità delle loro azioni”.