Si scrive “Villa Palma”, si legge “un mare di guai”. Su quella che è una delle strutture più care ai ternani torna a tuonare il consigliere Enrico Melasecche (lista “I love Terni”) che in queste ore ha firmato un Atto di indirizzo con cui pone al sindaco Leopoldo Di Girolamo una serie di quesiti su quella che è una delle ‘ferite’ più profonde della città. Che ha risentito delle poco fortunate gesta che negli scorsi anni hanno travolto la ex Popolare Spoleto e la ex controllante, la Spoleto Credito e Servizi. Questo il documento firmato da Melasecche:
“Oggetto: Villa Palma, Human Health Foundation, risultati dell’urbanistica contrattata, progetto e cubature, urgente rivisitazione
PREMESSO
– Che la vicenda inerente la riqualificazione di Villa Palma fu indirizzata verso soluzioni urbanistiche e funzionali del tutto errate che, alla luce degli accadimenti avvenuti in questi anni, nonostante abbia mostrato limiti pesanti vedono questa amministrazione comunale ferma su quei progetti e quelle decisioni, ampiamente superate dai tempi;
– Che in particolare aver impostato l’intera operazione su una vera e propria speculazione edilizia basata sulla realizzazione di ben 40.000 mc in area pedemontana da sempre tutelata da un vincolo paesaggistico oltre ad altri 10.000 mc per costruire accanto alla villa storica i laboratori per un istituto di ricerca sul cancro, quello della Human Health Foundation (dei cui risultati scientifici prodotti nei laboratori temporaneamente collocati in un capannone di Maratta, non si ha conoscenza) appare una scelta insana sotto ogni punto di vista;
– Che la ricerca scientifica, se si intendono conseguire risultati di un certo rilievo, in un mondo globalizzato, o viene svolta con strutture, mezzi e personale adeguato, oppure costituisce puro velleitarismo se non addirittura l’elargizione inutile di fondi a pioggia quale giustificazione per cementificazioni speculative come da anni appare essere quella scelta su Villa Palma e sui terreni circostanti;
– Che le vicende relative alla Banca Popolare di Spoleto avrebbe dovuto consigliare il sindaco, piuttosto che insistere su un progetto fuori contesto e fuori tempo, facendo dichiarazioni unitamente ad un ex consigliere comunale del PD delegato dai vertici indagati della BPS coinvolti in vicende societarie molto problematiche, a prenderne le distanze, confrontarsi con il consiglio comunale presentando una revisione generalizzata del progetto ancor oggi in capo ad una società che appare inadempiente sotto tutti i punti di vista;
– Che non ha ancora avuto una risposta chiara ed esaustiva l’osservazione da me presentata vari anni or sono, inerente la tipologia di costruzioni previste che vedrebbero realizzare, in quell’area di pregio assoluto, blocchi edificatori più adatti ad un contesto urbano, lunghi parallelepipedi alti tre piani, piuttosto che un’edilizia analoga a quella ivi esistente;
TENUTO CONTO
– Che la crisi dell’edilizia in generale e quella specifica della città impongono per di più una rivisitazione di quel progetto anche alla luce degli avvenimenti citati, delle vicende societarie che hanno interessato il soggetto attuatore, della vanificazione del progetto scientifico che non sembra aver trovato spazio e prospettive nell’ambito del Piano Sanitario Regionale, progetto che, completamente slegato a quello universitario, non si comprende da chi e come possa oggi essere finanziato;
– Che la messa in sicurezza della storica villa sta avvenendo con un ritardo di molti anni quando ormai l’incuria ha provocato danni pesanti alle strutture e agli affreschi, aumentando in questo modo anche l’onere per il ripristino;
IMPEGNA IL SINDACO
1) a dare innanzitutto una risposta precisa sulla convenzione fra Comune e Società contraente, se la stessa è poi stata firmata, quando, con quali oneri temporali, con quali penali, sugli impegni cui avrebbe dovuto provvedere la società proponente la riqualificazione di Villa Palma, quali sono oggi gli organi che la rappresentano dopo le vicende societarie che hanno interessato la Spoleto Credito e Servizi;
2) a fornire la documentazione inerente la decisione di realizzare una cubatura enorme, con un impatto ambientale particolarmente elevato, con palazzi dallo stile e dai materiali inadeguati rispetto a quel contesto rurale in zona pedemontana verificando con la Soprintendenza la opportunità o meno di insistere su decisioni improvvide;
3) a spiegare cosa sta producendo di scientifico la Human Health Foundation a Maratta, con quanti ricercatori, quali rapporti esistano con la Regione e con l’Università e quali ragionevoli possibilità di conseguire risultati esistono in queste condizioni di ricerca ed economiche;
4) a fornire una dettagliata rassegna delle inadempienze fin qui avvenute nel corso di ben oltre un lustro di ritardo rivedendo l’intero progetto alla luce del contesto attuale, della improcastinabilità del recupero funzionale della Villa, riportando la previsione edilizia ad una ragionevolezza urbanistica e stilistica, oltre alla revisione completa del progetto scientifico e dell’utilizzo futuro di Villa Palma”.