C’è una musica che non cerca palcoscenici, ma silenzio. Che non urla, ma sussurra. Che non ha bisogno di riflettori, ma di pietra antica, di passi lenti, di ascolto profondo.
È la musica che trova casa a Fogliano di Cascia e Norcia, tra il 9 e il 12 luglio 2025, nel nuovo festival “Ver Sacrum”: il Respiro del Sacro, ideato da Maria Cristina Lalli e Andrea Ceccomori per l’associazione Assisi Suono Sacro APS, in collaborazione con la Liszt Piano & Music Academy.
Una rassegna che, sin dal nome, si dichiara diversa: non tanto evento, quanto esperienza. Non tanto contenitore culturale, quanto invito al raccoglimento.
Tre serate. Tre luoghi. Tre linguaggi musicali sacri e profondi
Un organo che respira tra le pietre
Si comincia il 9 luglio nella Chiesa di Sant’Antonio a Fogliano, lungo il Cammino di San Benedetto, con un programma emblematico: le Sonate del Rosario di Heinrich Biber, pagine mistiche e ardite della tarda epoca barocca, qui restituite alla loro intensità devozionale dal violino barocco del M`Giovanni Zordan e dall’organo portativo del M° Ennio Cominetti.
Cominetti, figura di assoluto rilievo nel panorama organistico europeo, vanta oltre 1500 concerti nel mondo, ed è autore di numerosi saggi e registrazioni. La sua presenza a Fogliano — su uno strumento portativo ad Ala, intonato in antico temperamento — dà subito il segno di un festival che non teme l’essenzialità: il suono come ponte, non come vetrina.
Una versione organistica dello Stabat Mater di Pergolesi
L’11 luglio, sempre nella chiesa di Fogliano, un evento raro e prezioso: lo Stabat Mater di Pergolesi, ma nella trascrizione per organo di un anonimo francese dell’Ottocento. Un gesto interpretativo delicato, che allontana l’opera dalla sua veste più nota (quella con archi e voci), per restituirla al silenzio del canto spirituale.
Ad eseguirlo, tre interpreti che privilegiano l’introspezione alla declamazione:
Carla Polce, soprano dalla vocalità tersa e luminosa,
Ai Awata, contralto giapponese di rara finezza espressiva, Paolo De Matthaeis, all’organo, con lettura sobria e rispettosa della filigrana armonica pergolesiana.
Qui lo “Stabat Mater dolorosa” diventa un soffio, una supplica nel cuore della Valnerina.
Da Bach a Skrjabin: il respiro del pensiero musicale
Il 12 luglio, il festival si sposta a Norcia, con un recital pianistico di Natalia Pushina, inserito ufficialmente nel programma delle celebrazioni benedettine 2025.
Il titolo del concerto è semplice quanto ambizioso: “Da Bach a Skrjabin”. In mezzo, tutta la storia del pensiero musicale moderno, dal contrappunto teologico di Bach alla mistica sinestetica di Skrjabin, passando per le ombre di Chopin e la verticalità armonica del tardo romanticismo russo.
Pushina, pianista di formazione moscovita, è interprete raffinata, che affronta il repertorio non con spirito esibizionistico ma come meditazione sonora. Il suo tocco, austero e poetico, accompagna l’ascoltatore in un viaggio interiore, culminando nel fuoco visionario delle ultime pagine di Skrjabin.
Musica come cammino, arte come rigenerazione
“Il Respiro del Sacro” non è solo un festival, ma una dichiarazione di poetica e di politica culturale: portare alta musica nei luoghi periferici, valorizzare borghi che sono anime in attesa, riaccendere spiritualità sopite. È, in fondo, una forma di resistenza lenta: alla velocità, al rumore, alla superficialità.
Il patrocinio dei Comuni di Cascia e Norcia, della Pro Loco di Fogliano e dell’associazione Terre di Pietra e d’Acqua, testimonia una volontà condivisa: rendere la cultura strumento di coesione, e la musica — quella vera, vissuta, spirituale — una via di turismo dell’anima, capace di rigenerare i territori non con flussi, ma con radici.
A Fogliano e Norcia, per tre sere, non si ascolta solo musica: si ascolta il tempo, il silenzio, la luce. E quel respiro sacro che dà senso al nostro essere, oggi più che mai.