Vendita Asm ad Acea, Confartigianato "A rischio 126 imprese ternane" - Tuttoggi.info

Vendita Asm ad Acea, Confartigianato “A rischio 126 imprese ternane”

Redazione

Vendita Asm ad Acea, Confartigianato “A rischio 126 imprese ternane”

Ven, 08/07/2022 - 07:56

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Vendita Asm ad Acea, Confartigianato avverte "scenari fortemente penalizzanti per ben 126 imprese locali che attualmente forniscono l’ASM"

Confartigianato Terni ritiene che sia preferibile un rinvio e un approfondimento rispetto alla prospettata operazione di cessione della parte operativa di ASM. Secondo quanto si legge in una nota stampa dell’associazione “diversi sono i punti che nell’interesse pubblico possono essere oggetto di riflessione e di miglioramento rispetto alla complessità dell’assetto che l’operazione vuole regolare e che inevitabilmente trasformerebbe in profondità e con effetto definitivo una situazione dei servizi multiutilities che costituisce da sempre un patrimonio essenziale del Comune di Terni”.

Cessione Asm, non è urgente

“In primo luogo, appare non sufficientemente motivata l’urgenza dell’operazione. Infatti, il livello dell’indebitamento (peraltro presentato in riduzione sostanziale), soprattutto – continua Confartigianato – se messo in relazione alla rilevanza delle immobilizzazioni non sembra in grado di determinare problemi immediati. Anche la riconosciuta necessità di garantire la continuazione dell’operatività in un mercato i cui presupposti stanno cambiando, non sembra giustificare un esame troppo frettoloso e in quel caso inevitabilmente superficiale.

Vendita Asm, confronto con Acea

“Se è corretto impostare il confronto con ACEA, potenziale partner di primo livello sul mercato delle utilities, anche in vista di prendere delle decisioni di livello sia operativo che strategico in questo settore del patrimonio comunale, questo di per sé non implica che tutte le partite debbano essere regolate in blocco secondo un atto unico, né che l’unica soluzione sia quella della cessione della parte operativa della holding. L’operazione appare di una complessità molto rilevante e quindi suscettibile di diverse valutazioni, citiamo ad esempio solo alcuni aspetti degni di nota”.

126 imprese locali rischiano di essere penalizzate

“Si corre il rischio di sottovalutare che l’uscita del Comune dal livello operativo potrebbe determinare anche il trasferimento dal territorio dei centri decisionali in generale e delle direzioni operative e degli uffici di rapporto con i fornitori in particolare (come già avvenuto per ACEA AMBIENTE srl che ha recentemente trasferito sede legale e direzione). Questo porterebbe con sé possibili scenari fortemente penalizzanti per ben 126 imprese locali che attualmente forniscono l’ASM. Nessuna garanzia inoltre appare riscontrabile anche sulle modalità e tempi di pagamento dei fornitori. Questo potrebbe determinare un effetto domino fortemente allarmante per l’economia locale soprattutto se si tiene conto che i dati CERVED diffusi ieri definiscono una incidenza elevatissima in provincia di Terni delle imprese a rischio fallimento”.

Rifiuti

“Per quanto riguarda i rifiuti non è possibile dimenticare che a fronte di un impegno molto concreto dell’ASM, dei cittadini e delle imprese locali che ha consentito di raggiungere livelli altissimi di raccolta differenziata non è corrisposta né una diminuzione e nemmeno il mantenimento dei precedenti livelli accettabili della TARI, anzi al contrario il territorio sta già pagando prezzi enormi con incrementi TARI molto rilevanti che complicano la già difficile situazione delle imprese e che compromettono progressivamente la capacità attrattiva di nuove iniziative economiche da parte del territorio”.

Acqua

“Per quanto riguarda il servizio idrico se a seguito della recente perdita di partecipazioni rilevanti delle parti pubbliche si aggiungono ulteriori cessioni appare a rischio il mantenimento dell’utilizzo in favore del territorio delle stesse risorse idriche locali. A questo proposito la pensiamo allo stesso modo del Sindaco Leonardo Latini che nelle linee programmatiche del 2018 affermava: “Siamo poi consapevoli che il bene primario dell’acqua è stato espropriato ai cittadini da chi ne ha fatto un centro di potere al servizio dei propri interessi. Tutto questo ha portato ad un costo altissimo per i cittadini stessi, assegnando al privato detentore del 25% la gestione quasi totale del servizio e relegando la parte pubblica, con il 75%, ad un ruolo del tutto marginale rispetto ad interessi estranei alla città ed al nostro territorio. La nostra volontà è di riaffermare la prevalenza del pubblico, nell’interesse della città e dei ternani.”

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