Valnestore, divieto a coltivare e bonifica sulla "tomba" di ceneri e rifiuti - Tuttoggi.info

Valnestore, divieto a coltivare e bonifica sulla “tomba” di ceneri e rifiuti

Sara Minciaroni

Valnestore, divieto a coltivare e bonifica sulla “tomba” di ceneri e rifiuti

Parla il Comitato "vogliamo Ispra e una nuova indagine epidemiologica sui tumori"
Lun, 19/12/2016 - 20:54

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Il comitato Soltanto la Salute in Valnestore chiede l’intervento dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale perchè, scrive il comitato “in merito alla valutazione della pericolosità delle ceneri (che arrivavano anche dalla Liguria, ndr), si ritiene indispensabile coinvolgere un organo nazionale con elevate competenze tecnico-scientifiche, in grado di coordinare il lavoro tra le varie Arpa regionali coinvolte”.

Chiedono che “le indagini in corso si concentrino con maggiore attenzione sui siti interessati dal loro interramento ed in particolare nella zona della Potassa, nell’area occupata dall’ex discarica Riccioni, presso l’abitato di Macereto e nell’area della Potassa”. Per quanto riguarda l’aspetto epidemiologico chiedono che la Commissione “voglia acquisire i dati aggiornati all’anno in corso del registro dei tumori umbro nei territori di Panicale e Piegaro, tenuto conto che la percezione del fenomeno appare notevolmente in crescita”. ceneri rifiuti valnestore pietrafittaInfine chiedono che “indagini più capillari vengano svolte con riferimento ai terreni nei territori di Panicale e Piegaro, oggetto di sequestro preventivo da parte del Gip di Perugia, atteso che per la bonifica di detti terreni erano stati destinati fondi pubblici, ma che le indagini in corso lasciano presupporre come non avvenuta”.

E intanto l’Arpa nei giorni scorsi con una speciale pala meccanica fatta arrivare dall’Olanda ha iniziato ad ispezionare i sedimenti dei laghi nella zona sequestrata. E a breve si attendono anche gli esiti di tutte le analisi effettuate in questi mesi. Che nel corso del sopralluogo nel quale martedì la Commissione ha visitato le aree “indagate” sono stati dati come prossimi.

E nei giorni scorsi ai Comuni è arrivata la prima relazione con cui  l’agenzia regionale chiede l’emissione di ordinanze specifiche che punto per punto rimarcano quanto emerso in questi mesi. Un primo documento, ma non si esclude che ne arriveranno altri (per diverse situazioni) che conferma i legittimi sospetti sollevati dall’inchiesta sulla discarica del privato (denominata ex discarica RG di Pericoli Eugenia) e sul fatto che ad oggi quell’area fosse priva di delimitazioni e indicazioni rispetto alla sua natura di luogo dove per anni sono stati tombati rifiuti e ceneri.

schermata-2016-12-19-alle-20-14-03“Nell’area del foglio 26 particella 113  – si legge – si evidenziava ad occhio nudo in superficie ed in più punti la presenza di ceneri pesanti, in un punto la presenza di ceneri leggere e nell’area indicata con la linea gialla si notavano numerosi frammenti verosimilmente riconducibili ad eternit. Si procedeva dunque alla effettuazione di saggi mediante escavatore al fine, tra l’altro, di verificare la ulteriore presenza  di frammenti di eternit in profondità. Sondaggi con escavatore hanno evidenziato, per i punti controllati, l’assenza in profondità di frammenti di eternit visibili ad occhio. Si ritiene probabile che l’eternit sia stato frammentato durante le operazioni di aratura avvenute negli anni e non è improbabile che l’eternit derivi da una tubazione dell’impianto idrico utilizzato a suo tempo dalla ditta RG per l’abbattimento delle polveri della discarica così come dichiarato nella relazione redatta per la richiesta di autorizzazione inviata alla Regione”.

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I frammenti sono stati oggetto di campionamento ufficiale ed inviati per le analisi al Laboratorio Amianto e Fibre della USL Umbria 1. Il rapporto di prova ha confermato che i frammenti prelevati risultano costituiti da materiale contenente amianto in “matrice cementizia compatta”.

I sondaggi effettuati non hanno però consentito ad Arpa di perimetrare con esattezza la reale estensione della discarica autorizzata a suo tempo per lo smaltimento di ceneri e RSU e pertanto l’unico riferimento risulta essere la planimetria fornita a suo tempo dalla ditta negli atti autorizzativi. Tale discarica può avere una estensione  diversa. Forse maggiore.  Inoltre sulla particella  di proprietà Enel, adiacente all’area di discarica autorizzata, sembrerebbe evidenziarsi un’area di frana per la quale risulta necessario effettuare indagini.ù

Arpa chiede dunque ai Comuni di emettere specifica ordinanza verso il privato per chiedere: Entro 30 giorni di procedere alla “rimozione, mediante ditta specializzata, di tutti i frammenti di eternit presenti in superficie sul terreno”, entro 45 giorni di “inviare, ad Arpa ed al Comune di Piegaro, un piano d’indagine per la effettuazione di una serie di campioni di suolo per la ricerca delle fibre di amianto”. E poi dunque, imporre un “divieto di coltivazione di colture destinate ad uso umano o zootecnico per tutta l’area della ex discarica e per tutte le ulteriori aree per le quali si sia a conoscenza della presenza di discarica”. E per le ceneri “tutte le aree con ceneri a vista dovranno essere oggetto di ricopertura con almeno 1mt di suolo che favorisca lo sviluppo delle specie vegetali e fornisca una protezione adeguata contro l’erosione”. Inoltre per tutte le aree “occorrerà prevedere una idonea regimazione delle acque superficiali e meteoriche” e “dovranno essere oggetto di idonea segnaletica di perimetrazione al fine del rispetto delle limitazioni imposte”. Non è tutto, perchè il documento segnala anche che in terreni “di proprietà Enel, adiacente all’area di discarica autorizzata, sembrerebbe evidenziarsi un’area di frana per la quale risulta necessario effettuare indagini”.  

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