Giorgio Del Papa è stato condannato a 4 anni, 9 mesi e 15 giorni di reclusione. E’ la sentenza emessa quest’oggi dalla Corte d’appello di Firenze, che ha rideterminato la pena a carico dell’ex titolare della Umbria Olii di Campello sul Clitunno come deciso oltre 2 anni fa dalla Cassazione. E’ quanto battuto poco fa dalle agenzie stampa.
In secondo grado, l’imprenditore spoletino era stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione dalla Corte di appello di Perugia.
Fu una sentenza clamorosa, con i giudici perugini che riconobbero un terzo della colpa all’azienda narnese di manutenzioni Manili impianti, il cui titolare era morto insieme a tre suoi operai quel drammatico sabato 25 novembre 2006. Sentenza contro la quale Del Papa, attraverso l’avvocato La Spina, si era appellato in Cassazione. La Suprema Corte, però, aveva confermato la condanna comminata all’imprenditore in appello, riconoscendo però l’avvenuta prescrizione del reato di incendio colposo, rimandando ai giudici di Firenze per la rideterminazione della pena.
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Oggi pomeriggio (21 settembre), quindi, la Corte fiorentina si è pronunciata in merito. Negli scorsi mesi si erano registrati più appelli pubblici sia da parte dei familiari delle vittime che dei sindacati. Oltre alla pena a 4 anni e 9 mesi e mezzo di reclusione per omicidio colposo plurimo, i giudici hanno rideterminato l’interdizione dai pubblici uffici, disposta per 5 anni e non più perpetua, e il pagamento delle spese legali nei confronti dell’Inail e del ministero dell’Ambiente, costituitisi parte civile.
Impossibile al momento contattare l’avvocato Giuseppe La Spina, difensore dell’imprenditore di Spoleto, ma non è escluso che possa dar vita ad ulteriori eclatanti istanze giudiziarie come già avvenuto più volte nel corso di questi lunghissimi 11 anni.
I fatti – Era il 25 novembre 2006, un sabato, all’ora di pranzo. La ditta Manili impianti stava operando, come altre volte in passato, alla raffineria Umbria Olii, di Campello sul Clitunno. Il titolare Maurizio Manili, insieme a quattro suoi operai, stava lavorando al posizionamento di alcune passerelle sopra i silos dell’azienda, all’epoca guidata da Giorgio Del Papa. C’erano Tullio Mottini, Vladimir Todhe, Giuseppe Coletti e Klaudio Demiri. All’improvviso un’esplosione tremenda, le fiamme. Solo Klaudio Demiri si salva, assiste impotente al disastro mentre è sulla gru. I suoi colleghi, il suo titolare, in pochi secondi non ci sono più. I resti dei loro corpi verranno ritrovati anche a diversi giorni di distanza dalla tragedia, dopo che per ore e giorni i vigili del fuoco incessantemente lavorano per spegnere il rogo. Per anni vanno avanti procedimenti giudiziari, penali e civili. Ora è arrivato un punto fermo, anche se forse non definitivo.
(Sara Fratepietro e Carlo Ceraso)