Quasi 2 anni fa la Cassazione confermò la condanna per omicidio colposo plurimo all’imprenditore Giorgio Del Papa per il rogo alla Umbria Olii che ben 10 anni fa, il 25 novembre 2006, provocò la morte di 3 operai di una ditta di manutenzioni, la Manili impianti, e del suo titolare.
Maurizio Manili, Tullio Mottini, Giuseppe Coletti e Vladimir Todhe persero la vita quel sabato, all’ora di pranzo, mentre stavano lavorando, lasciando mogli, figli, fratelli, sorelle. Una tragedia che ebbe una eco a livello nazionale, che segnò l’avvio di un’attività di sensibilizzazione forte contro le morti sul lavoro. Dopo una vicenda giudiziaria controversa, segnata da molti colpi di scena (l’ultimo il riconoscimento in appello di un terzo di colpa per la ditta Manili), però, tutto si è arenato.
La Cassazione, nel giugno 2015, aveva confermato la sentenza di secondo grado a 5 anni e 4 mesi di reclusione a carico dell’imprenditore all’epoca dei fatti legale rappresentante della Umbria Olii. Nel frattempo, però, si era prescritto il reato di incendio colposo e per questo la Suprema corte aveva rimandato alla Corte d’appello di Firenze il processo soltanto per la rideterminazione della pena. Ma i giudici fiorentini non avrebbero ancora preso nessun provvedimento in merito, a quasi 2 anni di distanza. E ora la paura dei familiari delle vittime è che questa situazione di stallo si protragga e porti alla prescrizione anche del reato di omicidio colposo. Per questo nei giorni scorsi Lorena Coletti, sorella di Giuseppe, ha scritto un’accorata lettera chiedendo che la giustizia faccia il suo corso.
A dare il suo sostegno ai familiari delle vittime è il segretario generale della Cgil dell’Umbria Vincenzo Sgalla: “La Cgil dell’Umbria continua ad essere al fianco dei familiari delle vittime della strage alla Umbria Olii e condivide la loro richiesta di giustizia. Una richiesta che ancora, dopo tanti anni, non è stata soddisfatta. Raccogliamo dunque l’appello di Lorena Coletti, sorella di Giuseppe – morto quel 25 novembre del 2006 insieme ai suoi compagni di lavoro, Tullio Mottini, Vladimir Todhe e Maurizio Manili – e chiediamo che si scongiuri il rischio della prescrizione. In una vicenda nella quale i familiari delle vittime hanno già dovuto subire l’affronto di una richiesta danni milionaria da parte del titolare dell’azienda Giorgio Del Papa (fatto senza precedenti), sarebbe davvero una sconfitta per lo Stato se la giustizia non riuscisse a fare il suo corso, cancellando così con un colpo di spugna le gravi responsabilità già accertate in primo e secondo grado di giudizio. È anche per questo che lo scorso 25 novembre, a 10 anni dalla tragedia, – ha ricordato Sgalla – abbiamo voluto essere al fianco dei familiari, per trasformare la memoria dei loro cari in un impegno per il presente e il futuro, affinché la striscia di morti e infortuni che purtroppo continua a segnare pesantemente il nostro territorio e tutta l’Italia si interrompa una volta per tutte”.