Umbria Jazz 50anni, Bob Dylan a Perugia il 7 luglio | Un compleanno col fiocco - Tuttoggi.info

Umbria Jazz 50anni, Bob Dylan a Perugia il 7 luglio | Un compleanno col fiocco

Carlo Vantaggioli

Umbria Jazz 50anni, Bob Dylan a Perugia il 7 luglio | Un compleanno col fiocco

Mer, 15/03/2023 - 18:07

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5 mesi di trattative e 400mila euro per avere Dylan. Ci saranno anche Stefano Bollani e Kyle Eastwood. UJ e Due Mondi Spoleto ancora insieme

Non stanno nella pelle Donatella Tesei, governatrice dell’Umbria, Gian Luca Laurenzi presidente della Fondazione Umbria Jazz e naturalmente il Direttore Artistico Carlo Pagnotta nell’annunciare la firma definitiva del contratto di ingaggio di Mr. Tambourin Man, Bob Dylan, che il prossimo 7 luglio terrà il concerto evento dei 50anni della manifestazione jazzistica più importante d’Italia.

Un regalo di compleanno così importante che lo sforzo organizzativo ma soprattutto economico, anche a fronte del pauroso incremento dei costi generali porterà il presidente Laurenzi in conferenza stampa a ringraziare più volte la stessa Regione e Donatella Tesei che si dovrebbero sobbarcare una bella fetta di spese aumentate.

“Una edizione così non si è mai vistaha affermato Laurenzi, ringraziando la Presidente Tesei per ‘il supporto materiale, ma anche per l’incoraggiamento e l’apprezzamento’Sono già stati venduti oltre 11mila biglietti per i sette dei dieci concerti al Santa Giuliana finora in prevendita e ci sono tutte le condizioni per superare i risultati dell’edizione del 2019, che è stata una edizione record”.

Ma non potrebbe essere altrimenti per una manifestazione che ha fatto la storia del jazz e degli eventi all’aperto in Italia a partire dagli anni’70 prima, in Europa e nel mondo poi dopo la seconda metà degli anni’80 quando dalle nostre parti venivano tutti i più grandi come Sonny Rollins o Miles Davis, Sting e Gil Evans etc.

Tesei al settimo cielo

“Umbria Jazz riveste un ruolo fondamentaleaggiunge la Teseiper i suoi meriti culturali, riconosciuti a livello internazionale, e la ricaduta positiva straordinaria che ha sulla nostra regione in termini di attrattività e di moltiplicatore di sviluppo economico. L’edizione di quest’anno, in cui ricorre il cinquantennale dalla sua fondazione, si preannuncia ancor più di grandissima rilevanza”.

“Con il concerto di Dylan si corona un progetto e un impegno al quale stavamo lavorando da tempoha detto la presidente Tesei, che ha ringraziato in particolare il direttore artistico del festival Pagnotta e si arricchisce ulteriormente un programma caratterizzato dalla presenza di artisti di grandissimo livello. Un magnifico programma per una edizione straordinaria che ci fa ritenere che in Umbria ci potrebbe essere un flusso intorno alle 500mila persone”.

“Ci prepariamo a questo evento straordinarioha aggiuntomettendo a disposizione tutto quanto è necessario. Servono risorse aggiuntive per far fronte agli aumenti dei costi della manifestazione. La Regione continua a fare la sua parte, poiché è un buon investimento per la cultura, il turismo, l’economia della nostra Umbria, e sono sicura che anche gli altri soci della Fondazione e gli sponsor saranno al nostro fianco in questo impegno”.

Programma, trattative, paure e costi mostruosi

Carlo Pagnotta, come sempre è loquace ma anche attento a non svelare tutto il programma, (Presentazione ufficiale in maggio a Milano) limitandosi al completamento della lineup dei super concerti all’Arena Santa Giuliana. Oltre Dylan è confermato Stefano Bollani in piano solo, e Kyle Eastwood, figlio di Clint, ma soprattutto splendido musicista già protagonista a UJ nel 2017. Eastwood mette in scena una concertone ricchissimo con l’ Umbria Jazz Orchestra composta di 66 elementi e con tutti i pezzi delle musiche originali dei film di papà Clint riarrangiati. Eppoi, se non basta, c’è anche Herbie Hancock e la cantante afroamericana Somi.

Ci sono voluti 5 mesi di trattative serrate e paure infinite che Dylan potesse anche non firmare. L’ultimo brivido, la decisione di non tenere più concerti all’aperto e di poterne fare solo altri due nelle date del Tour europeo. Ma le città a contenderlo erano 4, Perugia, Lucca, Milano e Roma. alla fine i due all’aperto saranno Perugia e Lucca, con costi ovviamente al massimo del listino prezzi. Ci sono voluti 400mila euro di buone ragioni per convincere il Premio Nobel a scegliere Perugia.

Ma a firma ottenuta si capisce che il concerto del 7 luglio sarà inevitabilmente l’evento culturale ed artistico più importante dell’anno in Umbria. Ci si aspetta un afflusso di persone straordinario, mentre i tagliandi al momento disponibili per la vendita (apertura vendite Dylan su Ticketone dal 18 marzo), sono 5mila, forse con qualche ulteriore disponibilità e “nessun omaggio”, specifica Pagnotta con il solito tono ultimativo.

Del resto il capitolo costi si è fatto talmente gravoso da indurre lo stesso Patron ad essere molto dettagliato nella esposizione delle differenze rispetto alle edizioni precedenti. “Un nastro isolante lo pagavamo 4 euro ora 14 e così anche il ferro…”. Ma il dettaglio sui cachet degli artisti è il più spinoso, “Brandford Marsalis costava 25mila dollari e ora invece non si prende per meno di 40mila. Lo stesso per Hancock che costa 10mila dollari in più di prima. Poi ora viaggiano tutti in Business e dell’economica non se ne parla.

In una situazione così peggiorata sotto il profilo dei costi e veramente un miracolo sapere che l’attenzione internazionale sull’edizione n° 50 è talmente alta da indurre un giornale come Jazz Times a dedicare ben 8 pagine a Umbria Jazz e lo stesso impegno anche per la blasonata Down Beat che il prossimo mese dedicherà un speciale ai 50 anni di vita della kermesse perugina. “Non pensavo…” commenta tra l’incredulo e l’orgoglioso, Carlo Pagnotta.

Lo “strepitoso” rapporto con il Festival dei Due Mondi di Spoleto

C’è tempo in conferenza stampa per l’ennesima anticipazione sul programma del Festival dei Due Mondi di Spoleto, il tutto ovviamente fuori dal canale deputato della conferenza stampa ufficiale di presentazione, che ormai sembra dispersa su qualche catena montuosa tra l’Himalaya e le Ande.

Mentre tutto tace a Spoleto, in giro per il mondo, e in questo caso a Palazzo Donini a Perugia, si parla ben volentieri delle cose che verranno presentate o per le quali esiste una collaborazione o una coproduzione in atto. Era stato il caso dei costumi della Fondazione Festival in prestito ad una compagnia francese, o la coproduzione addirittura dell’Opera di apertura della edizione 2023.

Così come è noto che il giorno 7 luglio si dovrebbe tenere il primo concerto ufficiale del Festival programmato fuori dal territorio spoletino dopo 65 anni di programmazione, quello dell’organista Cameron Carpenter ad Assisi. C’è anche qualche collega del capoluogo che dandoci di gomito ci chiede, “Ma sono sicuri che fare il concerto in contemporanea con Bob Dylan a così poca distanza (e forse anche alla stessa ora aggiungiamo noi) è una buona idea?”.

Ovviamente non siamo sicuri affatto, ma ahinoi, noi siamo solo poveri giornalisti di campagna e non arriviamo a comprendere i massimi sistemi limitandoci solo a constatare con stupore “l’effetto che fa”, diceva Jannacci.

Possiamo però orgogliosamente annunciare che il giorno 6 luglio in Piazza Duomo ci sarà il concerto di Rhiannon Giddens, stupenda interprete del folk tradizionale americano dotata di banjo a 4 e 6 corde. Una sorta di nuova creatura dalla voce meravigliosa (e non scherziamo) a metà tra Pete Seeger e Arlo Guthrie, omaggiando in ogni caso il Mr. Tambourin Man dei primissimi tempi.

Pare che la Giddens (lo racconta ai giornalisti Carlo Pagnotta) sia piaciuta moltissimo a Monique Veaute mentre era in visita a Charleston. E il Patron Carlo, che sa sempre come fare (…con un cacciavite in mano fa miracoli…) avrebbe provveduto alla bisogna riproponendo il solito ticket con Umbria Jazz. La compriamo in due (forse), un concerto a te e uno a me. Da noi con una chitarra o un contrabbasso forse, a Perugia con una formazione un pò più nutrita. Aggiunge con una faccia inequivocabile Pagnotta “Il concerto a Piazza Duomo…ci vuole del coraggio, brava Monique. Io l’avrei messo al Teatro Romano perchè (la Giddens con il banjo) non è Diane Reeves! Comunque Spoleto è Spoleto!”. E così sia.

L’importante però è che è piaciuta tanto al Direttore Artistico.

Nel frattempo se qualcuno dovesse passare per le Ande o verso l’Himalaya e dovesse avvistare la Conferenza Stampa di presentazione perduta, se ci avvisate ci fate un piacere. Telefonare ore pasti.

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