Regione Umbria, ecco le indennità dei consiglieri | Aumentano nel 2015 - Tuttoggi.info

Regione Umbria, ecco le indennità dei consiglieri | Aumentano nel 2015

Alessia Chiriatti

Regione Umbria, ecco le indennità dei consiglieri | Aumentano nel 2015

Il rifiuto di Dottorini al vitalizio | "Troppi" dirigenti per la Corte dei Conti | Quanto si spende per i collaboratori?
Lun, 03/08/2015 - 20:14

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Cifre in aumento per le indennità di carica e missioni dei consiglieri della Regione Umbria: un ritocchino sostanzioso per il 2015, seppur si tratti solo di voci di bilancio di previsione. Un +644.837,84 euro, che porta così la somma totale a 8.510.658,84 euro. Un salto che fa così aumentare la spesa, quando nel 2014 erano previsti per la stessa voce 7.865.785 euro. Tutte cifre che restano nero su bianco per Palazzo Donini, e che vengono comunicate anche dalla stampa locale. L’allarme era stato lanciato anche dalla relazione per la parificazione del 2014 da parte della Corte dei Conti, che aveva parlato della necessità di uno stop di incarichi per dirigenti e collaboratori. Un numero che continua a essere comunque importante per i giudici, con 89 unità per dotazione organica e 58 a tempo inderminato. A questo dato, vanno aggiunti 16 incarichi di collaborazione occasionale per un totale di 46.399 euro. Inoltre, solo il segretario generale raggiunge la quota di 149.909,90 euro. Altre spese riguardano i 420.555,05 euro destinati al fondo accessorio della dirigenza e 868.081,27 euro per il personale impiegato negli uffici a supporto degli organi politici. Più di 340mila euro vanno poi ai giornalisti.
Tutte le indennità – Sempre in base alle cifre divenute pubbliche anche sulla stampa locale, si passa dunque da un massimo percepito da Lamberto Bottini (Pd), con un’indennità di 89.093 euro (alla stessa cifra si attestano anche Fabrizio Bracco, Vincenzo Riommi, Oliviero Dottorini il quale ha però rinunciato a questo tipo di “emolumenti”, Fiammetta Modena). Di poco sotto (88.814 euro) c’è Andrea Lignani Marchesani (Fdi). Seguono Paolo Brutti (Idv), Gianluca Cirigoni (Misto), Sandra Monacelli (Udc), Massimo Monni (Ncd), Rocco Valentino (Fi), Maria Rosi (Fi) e Massimo Buconi (Psi) con 48.287 euro, subito seguiti da Damiano Stufara (Prc) e Fausto Galanello (Pd) con 48.012 euro. E ancora: Roberto Carpinelli (Ps) ottiene 46.472 eur0, vicino a Franco Zaffini (Fdi) con 46.631 euro. Per Orfeo Goracci (Comunisti) e Renato Locchi (Pd) ci sono 41.687 euro, quando per Massimo Mantovani (Ncd) ci sono 32.740 euro. Giancarlo Cintioli (Pd) veleggia sui 13.200 euro, e Manlio Mariotti (Pd) 19.800 euro. Fanalino di coda Alfredo De Sio (Fdi) con 4.120 euro.

Come detto, Oliviero Dottorini ha però deciso di rinunciare al suo vitalizio. Lo dichiara con una nota sul suo profilo Facebook: “Carissimi – scrive – noto che qualcuno, forse poco informato, solleva questioni sulla mia indennità da ex consigliere regionale e sul vitalizio che avrei avuto diritto a ricevere in base alle leggi vigenti. La mia condizione, e le mie scelte, sono a dir poco cristalline: pur avendo maturato un vitalizio di oltre 3mila euro al mese (avrei diritto ad incassarli, come tutti gli ex consiglieri regionali della mia legislatura al compimento dei sessant’anni di età) ho invece deciso rinunciare a qualsiasi trattamento privilegiato. Per dare un riferimento: nella storia del Consiglio regionale umbro, fra tutti gli eletti di tutte le legislature questo gesto di rinuncia lo hanno fatto solo in sei. Questo significa che ritirerò i semplici contributi previdenziali, già tassati e prelevati dalla mia busta paga nel corso del mio mandato, come quelli di qualsiasi altro cittadino. Non so se questa sia l’unica via possibile, non so nemmeno se sia la più giusta, di sicuro non è la più conveniente per il sottoscritto. So di certo che questa scelta è quella che a me è sembrata eticamente più giusta, anche in relazione con la mia storia personale, con tutto ciò che ho sempre affermato e pensato sulla politica, sulle indennità e sui trattamenti di chi è stato eletto nelle istituzioni.
Faccio solo due conti per rendere chiaro quello che dovrebbe essere già evidente a tutti: se avessi scelto di non rinunciare a questo vitalizio (che nel mio caso valeva 40mila euro l’anno) in 25 anni di trattamento avrei ricevuto dalle casse del consiglio regionale più di un milione di euro. Facendo così, otterrò indietro esclusivamente i 220mila che ho versato in dieci anni con le trattenute dalla busta paga. Lascio giudicare a chi legge, quale sia la scelta più corretta e quale la più conveniente”.

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