Non c’è pace per le falde acquifere di Umbertide. Dopo la recente chiusura di 5 nella zona compresa tra l’ansa del Tevere e la strada statale, il sindaco è tornato ad emettere una nuova ordinanza, che stavolta impone il divieto di utilizzo dell’acqua proveniente dall’acquedotto, “per uso potabile come bevanda o per la preparazione di alimenti quando l’acqua rappresenta l’ingrediente principale, mantenendo la possibilità di altri usi (lavaggio frutta e verdure, lavaggio stoviglie, igiene della persona e della casa)”. Il provvedimento arriva dopo la una nota del Servizio igiene sanità dell’USL Umbria n. 1, nella quale era stata segnalata, a seguito dei risultati analitici trasmessi da Arpa Umbria ed effettuati su campioni di acqua provenienti dall’acquedotto della frazione di Spedalicchio, la presenza di ferro e manganese in concentrazioni superiori al limite consentito.
Tale divieto riguarda, come detto, la frazione di Spedalicchio e quella di Molino Vitelli. La società Umbra Acque, che gestisce l’acquedotto, provvederà immediatamente a dare diffusione dell’ordinanza alle utenze servite. Sino all’emissione della revoca dell’ordinanza sindacale la società garantirà un servizio sostitutivo mediante distribuzione di acqua attraverso autobotte, che servirà le località interessate in due fasce orarie, in tarda mattinata e nel tardo pomeriggio.
Da ricordare che anche a maggio erano stati chiusi, sempre dietro ordinanza del sindaco, ulteriori 9 pozzi nella zona di Madonna del Moro.